Precariato

Studio Anief su dati Miur, Ragioneria dello Stato e Inps, pubblicato nel giorno dell’udienza in Corte di Giustizia europea sull’abuso del precariato: le immissioni in ruolo non sono bastate a coprire nemmeno il turn over e le mancanze di titolarità. Inoltre, sempre dal 2001 sono state conferite circa 1 milione e 250 mila supplenze fino al termine dell’anno scolastico, molte delle quali equiparabili a posti a tutti gli effetti vacanti.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): questi dati dimostrano che lo Stato ha assunto molto meno di quanto avrebbe dovuto, facendo negli anni innalzare il precariato di oltre il 20% e le spese per sostenerlo del 68%. Una politica fallimentare da tutti i punti di vista. Che ora il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, potrebbe sanare assumendo per il prossimo anno scolastico 125 mila docenti e Ata. In caso contrario ci penseranno i giudici. Che condanneranno anche lo Stato a tirar fuori miliardi di euro per i risarcimenti.

Dal 2001 ad oggi lo Stato italiano ha assunto nelle scuole pubbliche 258.206 insegnanti, una quantità davvero sottodimensionata rispetto alle reali necessità. Basti pensare che nello stesso periodo gli insegnanti che hanno lasciato il servizio e sono andati in pensione ammontano a 295.200 unità. Ne consegue che le immissioni in ruolo non hanno coperto neanche il turn over. Ma le assunzioni a tempo indeterminato non sono bastate, ancora meno, a coprire tutti quei posti liberi, ben 311.364, che sempre a partire dal 2001 sono stati dichiarati dal Ministero dell’Istruzione ufficialmente vacanti.

I numeri, derivanti anche dai rapporti annuali della Ragioneria Generale dello Stato e dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, sono stati raccolti ed elaborati dall’associazione sindacale Anief. Il resoconto dello studio sindacale è stato pubblicato nel giorno dell’udienza in Corte di Giustizia europea sulle ordinanze sollevate dal giudice del lavoro di Napoli, Paolo Coppola, e dal Giudice della Leggi sulla compatibilità del diritto interno con la direttiva comunitaria 1999/70/CE a proposito della legittimità dell’intervento derogatorio italiano nei confronti di decine di migliaia di precari della scuola con almeno tre anni di supplenze svolte, ancora oggi lasciati a riempiere le fila del precariato nazionale.

Dallo studio dell’Anief emerge anche che a partire dall’anno scolastico 2001/2002 le scuole hanno utilizzato 1.241.281 insegnanti precari assunti con contratto sino al termine dell’anno scolastico. Come rilevato in passato dal giovane sindacato, una buona parte di questi posti andrebbero però considerati a tutti gli effetti liberi. Quindi da assegnare alle assunzioni. Che si confermano, ancora di più, molto al di sotto di quelle effettivamente accordate.

Inoltre, sempre tra il 2001 e il 2013, a dispetto della direttiva comunitaria, i contratti annuali o fino al termine dell’anno scolastico conferiti ai docenti si sono incrementate di oltre il 20%, passando da 96.915 a 120.339. Complessivamente - considerando anche il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario - per il funzionamento ordinario degli istituti scolastici le supplenze sono aumentate da 105.000 a 140.000 unità. E nel contempo le spese per il personale a tempo determinato sono aumentate di 348 milioni di euro dal 2007 (+68%), mentre nella Sanità – dove si è proceduto alla stabilizzazione di 24.000 unità – si è prodotto un risparmio di 80 milioni di euro.

“Tutti questi dati dimostrano ancora di più – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che precarizzare il rapporto di lavoro nel pubblico impiego aumenta la spesa, specie da quando le nuove immissioni in ruolo dal 2011 avvengono a invarianza finanziaria, meccanismo giudicato da tempo illegittimo dall’Anief. Allora basterebbe rivisitare il numero di organici a disposizione per svuotare le graduatorie dei docenti precari, composte da 150 mila aspiranti”.

Partendo dal presupposto che delle 120 mila cattedre al 30 giugno assegnate quest’anno il 75% è senza titolare e che rispetto ai 230 mila alunni con handicap lo Stato italiano ha bisogno di 115 mila insegnanti di sostegno, rispetto ai 90.000 previsti nel 2016 dall’ultima Legge 128/2013 per garantire il rapporto uno a due, e preso atto del pensionamento di 11 mila docenti e 3.600 Ata, oltre che dei contratti di 12 mila docenti e 19 mila ATA al 31 agosto, l’Anief torna a fare la sua richiesta al Governo e al Ministro Giannini: occorre attuare fin dal prossimo anno scolastico un piano straordinario di immissioni in ruolo pari a 125 mila unità. Perché i posti ci sono e anche gli aspiranti docenti disponibili, già tutti abilitati.

“Lo si faccia subito – continua Pacifico - prima che lo impongano gli eventi giudiziari. Che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro. Una fine davvero ingloriosa per chi ha tentato per così tanti anni di fare cassa sulla pelle dei precari della scuola, a cui assieme al personale di ruolo rimane affidata, è sempre bene ricordarlo, la pesante responsabilità – conclude il sindacalista Anief-Confedir - di formare i nostri giovani”.

Assunzioni, posti vacanti e pensionamenti docenti della scuola pubblica
dall'anno scolastico 2001/02 al 2013/14
Anno Scolastico
Assunzioni docenti e educatori
Decreto MIUR
Posti docenti vacanti fino al 31/8
Posti docenti vacanti fino al 30/6

Totale supplenze annuali conferite a docenti e educatori   

Pensionamenti docenti ed educatori
2013/14*
4.447
Legge 128/2013
2013/14
11.268
n. 732 del 30 agosto 2013
12.055
108.284
120.339
10.860
2012/13
21.112
n. 74 del 10 agosto 2012
9.465
98.410
107.875
21.354
2011/12
30.300
n. 74 del 10 agosto 2011
22.700
83.572
106.272
27.400
2010/11
10.000
n. 75 del  10 agosto 2010
23.177
83.821
106.998
25.662
2009/10
8.000
n. 73 del 4 agosto 2009
23.277
93.696
116.973
31.701
2008/09
25.000
n. 61 del 10 luglio 2008
20.000
111.000
131.000
19.130
2007/08
50.000
n. 56 del 3 luglio 2007
22.000
120.000
142.000
43.620
2006/07
20.000
n. 50 del 30 giugno 2006
32.000
120.000
152.000
28.772
2005/06
35.000
n. 61 dell'8 luglio 2005
28.773
99.584
128.357
22.392
2004/05
12.500
n. 59 del 23 luglio 2004
33.370
93.631
127.001
15.881
2003/04
0
Non si sono effett. assunz.
33.626
78.240
111.866
17.574
2002/03
0
Non si sono effett. assunz.
26.296
78.753
105.049
15.594
2001/02
30.579
n.135 del 9 agosto 2001
24.625
72.290
96.915
15.260
TOTALI
258.206
 
311.364
1.241.281
1.552.645
295.200
 
*solo docenti di sostegno
Raccolta ed elaborazione a cura dell'Ufficio Studi Anief

 

Per approfondimenti:

Sui 140 mila precari la Corte di Giustizia europea prende tempo, l’Italia ne approfitti

Domani la Corte di Giustizia Europea decide le sorti di 140 mila precari

Anief chiede al Governo un piano straordinario di 125.000 immissioni in ruolo nel 2014

 

Studio Anief su dati Miur, Ragioneria dello Stato e Inps, pubblicato nel giorno dell’udienza in Corte di Giustizia europea sull’abuso del precariato: le immissioni in ruolo non sono bastate a coprire nemmeno il turn over e le mancanze di titolarità. Inoltre, sempre dal 2001 sono state conferite circa 1 milione e 250 mila supplenze fino al termine dell’anno scolastico, molte delle quali equiparabili a posti a tutti gli effetti vacanti.

Marcello Pacifico (Anief-Confedir): questi dati dimostrano che lo Stato ha assunto molto meno di quanto avrebbe dovuto, facendo negli anni innalzare il precariato di oltre il 20% e le spese per sostenerlo del 68%. Una politica fallimentare da tutti i punti di vista. Che ora il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, potrebbe sanare assumendo per il prossimo anno scolastico 125 mila docenti e Ata. In caso contrario ci penseranno i giudici. Che condanneranno anche lo Stato a tirar fuori miliardi di euro per i risarcimenti.

Dal 2001 ad oggi lo Stato italiano ha assunto nelle scuole pubbliche 258.206 insegnanti, una quantità davvero sottodimensionata rispetto alle reali necessità. Basti pensare che nello stesso periodo gli insegnanti che hanno lasciato il servizio e sono andati in pensione ammontano a 295.200 unità. Ne consegue che le immissioni in ruolo non hanno coperto neanche il turn over. Ma le assunzioni a tempo indeterminato non sono bastate, ancora meno, a coprire tutti quei posti liberi, ben 311.364, che sempre a partire dal 2001 sono stati dichiarati dal Ministero dell’Istruzione ufficialmente vacanti.

I numeri, derivanti anche dai rapporti annuali della Ragioneria Generale dello Stato e dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, sono stati raccolti ed elaborati dall’associazione sindacale Anief. Il resoconto dello studio sindacale è stato pubblicato nel giorno dell’udienza in Corte di Giustizia europea sulle ordinanze sollevate dal giudice del lavoro di Napoli, Paolo Coppola, e dal Giudice della Leggi sulla compatibilità del diritto interno con la direttiva comunitaria 1999/70/CE a proposito della legittimità dell’intervento derogatorio italiano nei confronti di decine di migliaia di precari della scuola con almeno tre anni di supplenze svolte, ancora oggi lasciati a riempiere le fila del precariato nazionale.

Dallo studio dell’Anief emerge anche che a partire dall’anno scolastico 2001/2002 le scuole hanno utilizzato 1.241.281 insegnanti precari assunti con contratto sino al termine dell’anno scolastico. Come rilevato in passato dal giovane sindacato, una buona parte di questi posti andrebbero però considerati a tutti gli effetti liberi. Quindi da assegnare alle assunzioni. Che si confermano, ancora di più, molto al di sotto di quelle effettivamente accordate.

Inoltre, sempre tra il 2001 e il 2013, a dispetto della direttiva comunitaria, i contratti annuali o fino al termine dell’anno scolastico conferiti ai docenti si sono incrementate di oltre il 20%, passando da 96.915 a 120.339. Complessivamente - considerando anche il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario - per il funzionamento ordinario degli istituti scolastici le supplenze sono aumentate da 105.000 a 140.000 unità. E nel contempo le spese per il personale a tempo determinato sono aumentate di 348 milioni di euro dal 2007 (+68%), mentre nella Sanità – dove si è proceduto alla stabilizzazione di 24.000 unità – si è prodotto un risparmio di 80 milioni di euro.

“Tutti questi dati dimostrano ancora di più – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – che precarizzare il rapporto di lavoro nel pubblico impiego aumenta la spesa, specie da quando le nuove immissioni in ruolo dal 2011 avvengono a invarianza finanziaria, meccanismo giudicato da tempo illegittimo dall’Anief. Allora basterebbe rivisitare il numero di organici a disposizione per svuotare le graduatorie dei docenti precari, composte da 150 mila aspiranti”.

Partendo dal presupposto che delle 120 mila cattedre al 30 giugno assegnate quest’anno il 75% è senza titolare e che rispetto ai 230 mila alunni con handicap lo Stato italiano ha bisogno di 115 mila insegnanti di sostegno, rispetto ai 90.000 previsti nel 2016 dall’ultima Legge 128/2013 per garantire il rapporto uno a due, e preso atto del pensionamento di 11 mila docenti e 3.600 Ata, oltre che dei contratti di 12 mila docenti e 19 mila ATA al 31 agosto, l’Anief torna a fare la sua richiesta al Governo e al Ministro Giannini: occorre attuare fin dal prossimo anno scolastico un piano straordinario di immissioni in ruolo pari a 125 mila unità. Perché i posti ci sono e anche gli aspiranti docenti disponibili, già tutti abilitati.

“Lo si faccia subito – continua Pacifico - prima che lo impongano gli eventi giudiziari. Che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro. Una fine davvero ingloriosa per chi ha tentato per così tanti anni di fare cassa sulla pelle dei precari della scuola, a cui assieme al personale di ruolo rimane affidata, è sempre bene ricordarlo, la pesante responsabilità – conclude il sindacalista Anief-Confedir - di formare i nostri giovani”.

Assunzioni, posti vacanti e pensionamenti docenti della scuola pubblica
dall'anno scolastico 2001/02 al 2013/14
Anno Scolastico
Assunzioni docenti e educatori
Decreto MIUR
Posti docenti vacanti fino al 31/8
Posti docenti vacanti fino al 30/6

Totale supplenze annuali conferite a docenti e educatori   

Pensionamenti docenti ed educatori
2013/14*
4.447
Legge 128/2013
2013/14
11.268
n. 732 del 30 agosto 2013
12.055
108.284
120.339
10.860
2012/13
21.112
n. 74 del 10 agosto 2012
9.465
98.410
107.875
21.354
2011/12
30.300
n. 74 del 10 agosto 2011
22.700
83.572
106.272
27.400
2010/11
10.000
n. 75 del  10 agosto 2010
23.177
83.821
106.998
25.662
2009/10
8.000
n. 73 del 4 agosto 2009
23.277
93.696
116.973
31.701
2008/09
25.000
n. 61 del 10 luglio 2008
20.000
111.000
131.000
19.130
2007/08
50.000
n. 56 del 3 luglio 2007
22.000
120.000
142.000
43.620
2006/07
20.000
n. 50 del 30 giugno 2006
32.000
120.000
152.000
28.772
2005/06
35.000
n. 61 dell'8 luglio 2005
28.773
99.584
128.357
22.392
2004/05
12.500
n. 59 del 23 luglio 2004
33.370
93.631
127.001
15.881
2003/04
0
Non si sono effett. assunz.
33.626
78.240
111.866
17.574
2002/03
0
Non si sono effett. assunz.
26.296
78.753
105.049
15.594
2001/02
30.579
n.135 del 9 agosto 2001
24.625
72.290
96.915
15.260
TOTALI
258.206
 
311.364
1.241.281
1.552.645
295.200
 
*solo docenti di sostegno
Raccolta ed elaborazione a cura dell'Ufficio Studi Anief

 

Per approfondimenti:

Sui 140 mila precari la Corte di Giustizia europea prende tempo, l’Italia ne approfitti

Domani la Corte di Giustizia Europea decide le sorti di 140 mila precari

Anief chiede al Governo un piano straordinario di 125.000 immissioni in ruolo nel 2014

 

I giudici Ue decideranno con sentenza, dopo che oggi hanno ascoltato le parti costituite. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il ministro Giannini non aspetti le argomentazioni del relatore e proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila supplenti della scuola in servizio su posti vacanti e disponibili. Ciò eviterà cause giudiziarie che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro.

Si allunga l’attesa per i 140 mila precari della scuola italiana. Si è svolta oggi l'attesa udienza in Corte di Giustizia europea, ma il relatore non si è pronunciato: insieme ai giudici, ha ascoltato le parti costituite e il procuratore generale. Si è quindi riservato di comunicare la data in cui renderà pubbliche le argomentazioni in materia da parte della stessa Corte.

Hanno preso al dibattito i rappresentanti dei lavoratori e dello Stato italiano, che avrebbe ragioni obiettive organizzative o finanziarie per precarizzare il rapporto di lavoro ai supplenti della scuola anche ad oltranza. A tal proposito, l'avvocatura dello Stato ha insistito sulla norma speciale che regola le graduatorie, grazie alla quale si è assunti senza concorso e sulla non previdibilità degli organici.

Il rappresentante della Commissione europea si è invece soffermato sul fatto di essere a conoscenza che in Italia per ben 12 anni non si sono banditi concorsi pubblici. Ha inoltre sottolineato come sul precariato bisogna distinguere le ragioni sostitutive, quale ragioni obiettive, dalle supplenze reiterate su posti vacanti e disponibili.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, presente all’udienza, ha spiegato che sull’esito della decisione dei giudici, da parte dei legali a sostegno dei lavoratori permane cauto ottimismo: “quella della Corte di Giustizia europea è una decisione storica, perché se applicata a tutto il pubblico impiego porterà all'assunzione di ben 300.000 precari, di cui la metà in servizio da almeno tre anni nella scuola. Abbiamo dimostrato, inoltre, come nel corso di un decennio il numero dei precari è aumentato e con esso il costo di spesa pubblica, a dispetto della spending review”.

“Il ministro Giannini non aspetti quindi le argomentazioni del relatore. Proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila precari nella scuola in servizio su posti vacanti e disponibili: ciò permetterebbe di evitare l’innescarsi di cause giudiziarie – conclude Pacifico – che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro”.

Per approfondimenti:

Domani la Corte di Giustizia Europea decide le sorti di 140 mila precari

Anief chiede al Governo un piano straordinario di 125.000 immissioni in ruolo nel 2014

 

I giudici Ue decideranno con sentenza, dopo che oggi hanno ascoltato le parti costituite. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): il ministro Giannini non aspetti le argomentazioni del relatore e proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila supplenti della scuola in servizio su posti vacanti e disponibili. Ciò eviterà cause giudiziarie che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro.

Si allunga l’attesa per i 140 mila precari della scuola italiana. Si è svolta oggi l'attesa udienza in Corte di Giustizia europea, ma il relatore non si è pronunciato: insieme ai giudici, ha ascoltato le parti costituite e il procuratore generale. Si è quindi riservato di comunicare la data in cui renderà pubbliche le argomentazioni in materia da parte della stessa Corte.

Hanno preso al dibattito i rappresentanti dei lavoratori e dello Stato italiano, che avrebbe ragioni obiettive organizzative o finanziarie per precarizzare il rapporto di lavoro ai supplenti della scuola anche ad oltranza. A tal proposito, l'avvocatura dello Stato ha insistito sulla norma speciale che regola le graduatorie, grazie alla quale si è assunti senza concorso e sulla non previdibilità degli organici.

Il rappresentante della Commissione europea si è invece soffermato sul fatto di essere a conoscenza che in Italia per ben 12 anni non si sono banditi concorsi pubblici. Ha inoltre sottolineato come sul precariato bisogna distinguere le ragioni sostitutive, quale ragioni obiettive, dalle supplenze reiterate su posti vacanti e disponibili.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, presente all’udienza, ha spiegato che sull’esito della decisione dei giudici, da parte dei legali a sostegno dei lavoratori permane cauto ottimismo: “quella della Corte di Giustizia europea è una decisione storica, perché se applicata a tutto il pubblico impiego porterà all'assunzione di ben 300.000 precari, di cui la metà in servizio da almeno tre anni nella scuola. Abbiamo dimostrato, inoltre, come nel corso di un decennio il numero dei precari è aumentato e con esso il costo di spesa pubblica, a dispetto della spending review”.

“Il ministro Giannini non aspetti quindi le argomentazioni del relatore. Proceda immediatamente a stabilizzare i 125 mila precari nella scuola in servizio su posti vacanti e disponibili: ciò permetterebbe di evitare l’innescarsi di cause giudiziarie – conclude Pacifico – che porterebbero lo Stato italiano ad essere condannato a risarcire danni superiori ai 4 miliardi di euro”.

Per approfondimenti:

Domani la Corte di Giustizia Europea decide le sorti di 140 mila precari

Anief chiede al Governo un piano straordinario di 125.000 immissioni in ruolo nel 2014

 

Se i giudici di Lussemburgo dovessero dare ragione all’Anief, che prima di tutti ha posto il quesito a livello europeo, per i docenti e Ata con tre anni di supplenze si spalancheranno le porte dell’assunzione a titolo definitivo nei ruoli dello Stato: per i giudici nazionali la decisione della Corte Ue è infatti vincolante. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): si stabilirà una volta per tutte che le ragioni di finanza pubblica, seppur comprensibili, non possono mortificare la professionalità dei lavoratori e discriminarli a livello sia di retribuzione che di stabilizzazione dell’impiego. E danneggiando la continuità didattica. Ad iniziare da quella degli alunni disabili, per le cui necessità dovrebbero essere assegnati il doppio dei docenti di sostegno. Senza contare che lo Stato per non assumere i precari butta centinaia di migliaia di euro.

Mancano poche ore all’attesa sentenza con cui la Corte di Giustizia Europea si dovrà esprimere sull’assunzione nei ruoli dello Stato di 140 mila precari della scuola italiana che hanno svolto almeno tre anni di supplenze: domani i giudici di Lussemburgo dovranno giudicare la Legge italiana 106/2011, dopo che già la Corte Costituzionale e il Tribunale di Napoli, rispettivamente con le ordinanze n. 5288/12 e n. 207/2013, hanno posto dei dubbi sulla legittimità dell’intervento retroattivo e derogatorio del legislatore italiano in tema di stabilizzazione dei precari della scuola. Rendendo quindi necessario l’intervento chiarificatore, a questo punto decisivo, della Corte europea.

Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, che raggiungerà Lussemburgo in serata, sa bene che l’esito della sentenza della Corte europea rappresenta un crocevia fondamentale per vincere la battaglia legale avviata proprio dall’Anief nel gennaio del 2010 (come riportato da un quotidiano nazionale del 16 gennaio di quattro anni fa), per rivendicare il principio di “non discriminazione” tra il personale di ruolo e il personale nominato alla medesima funzione con contratto a tempo determinato. Un principio eluso proprio dalla Legge 106/2011, attraverso cui è stato deciso che nella scuola non si applica il D.lgs. 368/2001 che recepisce la direttiva comunitaria sui contratti a termine e autorizza un nuovo massiccio piano di immissioni in ruolo. Ignorando, in tal modo, la direttiva comunitaria n.70 del 1999, negli ultimi 15 anni lo Stato italiano ha così utilizzato più di 300 mila precari per coprire incarichi anche su posti vacanti e disponibili che avrebbero dovuto essere assegnati in ruolo dopo 36 mesi di servizio, come avviene nel settore privato.

Ma ‘in ballo’ non c’è solo la stabilizzazione di 140mila precari con almeno tre anni di contratti. Il diritto comunitario, sempre sulla base della direttiva 1999/70/CE, prevede pure un risarcimento danni “dissuasivo” e l’applicazione del principio di non discriminazione tra personale di ruolo e a termine anche in tema di scatti stipendiali. Anche in questo caso, i precedenti fanno ben sperare: del 2011, quando sono stati avviati i ricorsi seriali dell’Anief per migliaia di precari, cui hanno fatto seguito quelli di altre organizzazioni sindacali, sono stati ottenuti diversi pronunciamenti dei giudici nazionali con condanne alle spese che nelle prime udienze di merito sono arrivati fino a 30 mila euro di risarcimento danni a carico dell’amministrazione per abuso del contratto a termine. Più recentemente, il giudice Petrusa di Trapani ha disposto come congruo risarcimento danni più di mezzo milione di euro a tre precari. Ancora altri precari hanno ottenuto il riconoscimento economico e amministrativo della progressione di carriera. Oltre che dei periodi estivi non corrisposti economicamente. In alcuni casi si è ottenuta anche la stabilizzazione a titolo definitivo.

“La partita sulla stabilizzazione di tanti precari – spiega Pacifico - è veramente a un bivio: se i giudici di Lussemburgo daranno un giudizio favorevole alle istanze presentate prima di tutti dall’Anief, censurando quindi la norma italiana, indurranno infatti tutti i giudici del lavoro italiani chiamati ad esprimersi su casi analoghi a adeguarsi e ordinare la stabilizzazione del ricorrente precario. Oltre che a condannare alle spese legali il Miur”.

“E non avrebbe alcun effetto – continua il sindacalista Anief-Confedir – la sentenza negativa della Cassazione in materia. Si metterebbe, quindi, la parola fine alla cattiva prassi, tutta italiana, che mortifica la condizione lavorativa di tantissimi lavoratori della scuola e che incide non solo sulla continuità didattica ma anche sulla motivazione professionale e personale di ogni dipendente rimasto precario contro legge. Inoltre, l’espressione dei giudici della Corte di Giustizia Europea potrà anche venire incontro al ‘masochismo’ dello Stato italiano. Che pur di mantenere decine e decine di migliaia di lavoratori nello stato di precarietà è riuscito a produrre un danno all’erario”.

Poche settimane fa, infatti, la Ragioneria Generale dello Stato ha rilevato che tra il 2007 ed il 2012 il numero insegnanti, dirigenti e personale non docente a tempo determinato si è quasi dimezzato. E non certo per effetto delle immissioni in ruolo, visto che nello stesso periodo si è provveduto poco più che a coprire il turn over. Dei 124.292 posti tagliati nel comparto dell’istruzione pubblica, ben 93.730 hanno riguardato dipendenti non di ruolo.

Ma quanto ha guadagnato lo Stato da questa operazione? Nulla. Anzi ha incrementato la spesa per coprire le supplenze di oltre il 50%. Scorrendo sempre il documento prodotto dai tecnici di Viale XX Settembre, emerge che la “Spesa per il tempo determinato” nella Scuola italiana è passata dai 512,69 milioni di euro del 2007 agli 861,10 del 2012. Facendo quindi registrare – unico caso nella PA – un incremento del 68%, superiore ai 350 milioni di euro, rispetto alla spesa per le supplenze sostenuta cinque anni prima. Nello stesso periodo nella Sanità, dove si sono effettuate 24.000 stabilizzazioni, la spesa per il personale a tempo determinato si è invece ridotta di 80 milioni di euro (- 7,5%).

“Oltre all’aumento del 68% delle spese per i precari della scuola – sottolinea Pacifico – , con conseguente aggravio di spesa per le tasche dei cittadini, l’inutile mantenimento in vita di così tanti supplenti ‘storici’ ha anche prodotto seri danni alla continuità didattica degli alunni. Ad iniziare da quelli portatori di disabilità o con limiti di apprendimento: in base alla normativa, infatti, ogni due alunni con handicap grave dovremmo avere in servizio un docente di sostegno. Invece nell’anno scolastico in corso ci ritroviamo con oltre 222 mila alunni, mentre i docenti di sostegno di ruolo sono quasi la metà, poco più di 62 mila”.

“Va ricordato, però anche, che la sentenza Ue potrà avere ripercussioni anche sulle attese di altri 150 mila docenti rimasti fuori dalle graduatorie provinciali, seppure abilitati alla professione attraverso TFA, SFP, Diploma magistrale, PAS. E che chiedono, legittimamente, - conclude il sindacalista Anief-Confdir - di essere inseriti nelle graduatorie”.

Per approfondimenti:

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