Precariato

Anief contraria alle improvvisazioni del Ministro: cosa significa attuare “un patto tra generazioni” per evitare che i giovani aspiranti docenti vadano “sempre in coda”? Profumo si impegni, piuttosto, a rispettare le regole che l’Europa impone in merito alla lotta contro la precarietà e l’abuso dei contratti a termine. E metta subito in ruolo i 50.000 supplenti annuali su posti vacanti.

L’Anief si dice contraria alla logica dell’improvvisazione che il Ministro Francesco Profumo continua ad intraprendere pur ricoprendo il delicato ruolo di responsabile dell’Istruzione Pubblica italiana: il giovane sindacato si chiede cosa significa annunciare, come ha fatto oggi Profumo, “un patto tra generazioni” per evitare che i giovani aspiranti docenti vadano “sempre in coda”. Secondo il Ministro servirebbe dunque “un canale maggioritario per dare una risposta a chi é già in graduatoria, ma nella scuola ci sono anche delle materie d'insegnamento scoperte e si può avviare una fase concorsuale per coprire quei posti”.

Per il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, “il Ministro dovrebbe rispettare le regole che l’Europa impone in merito alla lotta contro la precarietà e l’abuso dei contratti a termine. Sempre rispettando anche chi da diversi anni, anche più di 20 resi alle dipendenze della scuola pubblica, aspetta un posto che è suo di diritto. È ovvio - ha continuato - che laddove le graduatorie fossero esaurite sarebbe auspicabile l’avvio dei concorsi su quelle classi di concorso. Ma sempre nel rispetto di regole certe, trasparenti e orientate al merito”.

Purtroppo l’Anief è costretta ancora una volta a rammentare che i recenti concorsi non sono stati organizzati garantendo ai partecipanti queste caratteristiche: “le ultime procedure concorsuali, sia per la selezione dei dirigenti scolastici sia per la scelta dei docenti italiani candidati ad insegnare all’estero, hanno dimostrato la totale incapacità da parte del Miur di selezionare il suo personale”, ha aggiunto Pacifico.

Pertanto consigliamo al Ministro Profumo di stabilizzare da subito i 50.000 precari della scuola, tra docenti e personale Ata, che quest’anno sono stati assegnati su posti vacanti e disponibili. Supplenti che poi – ha concluso il Presidente dell’Anief – sono stati costretti a perdersi tra veti, desideri e ricatti di chi vuole approfittare dell’ennesima procedura concorsuale per assicurarsi un voto o una tessera”.

COSA E’

La disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti è una prestazione economica a domanda, erogata  in favore dei lavoratori dipendenti che abbiano avuto uno o più periodi di disoccupazione nell’arco dell’anno.

 

A CHI SPETTA

L’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti spetta ai lavoratori che non hanno diritto alla disoccupazione ordinaria, ma che possono far valere uno o più periodi di lavoro subordinato per almeno 78 giorni nell'anno solare, oltre ad un contributo utile versato prima del biennio precedente la domanda.

Nel computo delle 78 giornate sono incluse le giornate indennizzate a titolo di malattia, maternità, ecc.; sono invece escluse le assenze imputabili al lavoratore a titolo personale (scioperi, congedi non retribuiti, ecc.).

 

COSA SPETTA

Una indennità giornaliera per un numero di giornate generalmente pari a quelle di effettivo lavoro svolto nell’anno solare precedente a quello in cui si fa la domanda, fino ad un massimo di 180, comprese quelle eventualmente indennizzate con requisiti normali. La somma delle giornate retribuite e quelle di assunzione non può superare le 360.

Per il periodo indennizzato spettano anche gli assegni al nucleo familiare.

 

I REQUISITI

L’indennità  spetta ai lavoratori che possono far valere uno o più periodi di lavoro subordinato per almeno 78 giorni nell'anno solare, oltre ad un contributo utile versato prima del biennio precedente la domanda .

 

QUANDO SPETTA

L’indennità spetta quando il lavoratore abbia avuto, nell’arco dell’anno solare, periodi di disoccupazione non indennizzati.

 

QUANTO SPETTA

L’ indennità sarà pari al 35% della retribuzione di riferimento per i primi 120 giorni ed al 40% per i successivi fino a un massimo di 180. 

La retribuzione di riferimento si ottiene dividendo l’importo complessivo delle retribuzioni percepite nell’anno di riferimento per il numero delle giornate effettivamente lavorate. Sulla prestazione compete l'assegno al nucleo familiare.

 

LA DOMANDA

La domanda di indennità di disoccupazione ordinaria non agricola con requisiti ridotti deve essere presentata dal 01 gennaio al 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si sono verificati i periodi di disoccupazione per i quali si intende richiedere la prestazione.

Può essere inoltrata :
 

· Mediante consegna dell’apposito  modello cartaceo presso una sede INPS.

· Contact Center integrato – n. 803164; 

· Patronati/Intermediari dell’Istituto – attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

In alternativa può essere inviata per posta a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento.

Da gennaio 2012 sarà possibile presentare  la domanda in via telematica.

 

IL PAGAMENTO

L’indennità può essere riscossa:

· con bonifico su conto corrente bancario o postale;

· allo sportello di un ufficio postale rientrante nel CAP di residenza o domicilio dello scrivente.

 

Hai bisogno di un consiglio o di consulenza specializzata?

Contatta la Segreteria nazionale Anief o la sede territoriale più vicina

 

 

Documenti utili:

Scarica il modulo di domanda INPS DS21

Il Capo dipartimento del Miur, Lucrezia Stellacci, giustifica le mancate assunzioni dei precari per via dei 40mila docenti distaccati in altri ruoli: anziché indicare numeri in libertà, Stellacci farebbe bene a stabilizzare i precari assunti per anni su posti vacanti come la direttiva comunitaria cita in modo inequivocabile.

Fa un certo effetto leggere su uno dei più importanti quotidiani italiani la facilità con cui il Capo dipartimento del Ministero dell’Istruzione, Lucrezia Stellacci, associ le mancate diecimila assunzioni di docenti precari previste dal decreto ‘semplificazioni’ con i troppi insegnanti o maestri italiani distaccati: evidentemente, sono bastate poche settimane alla la dirigente ministeriale per dimenticare la sua lunga esperienza maturata proprio da distaccata presso la Direzione Scolastica Regionale della Puglia.

Invece di preoccuparsi di questioni a dir poco opinabili, la Stellacci farebbe molto meglio a invitare tutti i suoi colleghi dirigenti dell’amministrazione periferica del Miur a stipulare fino al 31 agosto tutti i contratti relativi alle supplenze annuali su posti vacanti e disponibili. E laddove quelle cattedre continuassero per diversi anni ad essere prive di titolare, quindi sempre vacanti e disponibili, il capo dipartimento non dovrebbe fare altro che stabilizzare i precari nelle graduatorie ad esaurimento come la direttiva comunitaria cita in modo inequivocabile.

In caso contrario, al di là della fondatezza dei numeri da lei rilevati sul personale docente distaccato o che per vari motivi non insegna, la Stellacci farebbe bene a far risparmiare al Ministero dell’Istruzione ulteriori risarcimenti danni: quelli che saranno disposti dai giudici con le cause in corso patrocinate dall’Anief.

Anief sostiene le manifestazioni dei precari in tutta Italia: è soprattutto per loro che oggi abbiamo presentato una serie di proposte emendative al decreto legge sulle semplificazioni e sviluppo. Ad iniziare dall’applicazione nella Scuola della direttiva comunitaria che impone ai datori di lavoro di assumere in ruolo tutti i dipendenti precari con almeno 36 mesi di servizio.

Nelle stesse ore in cui i precari della scuola oggi manifestavano in diverse piazze italiane e a Roma consegnavano le loro giuste rivendicazioni al ministro Profumo, l’Anief presentava una serie di proposte emendative al decreto legge sulle semplificazioni e sviluppo. Tra queste c’era anche quella che prevede la stabilizzazione dei precari, attraverso la richiesta applicare pure nella scuola la direttiva comunitaria 1999/70/CE che impone ai datori di lavoro di assumere in ruolo tutti i dipendenti precari con almeno 36 mesi di servizio.

Il nostro sindacato – ha detto il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – ha tra i suoi motivi fondanti la tutela dei precari della scuola. Per questo motivo non possiamo che condividere le ragioni che hanno portato oggi tanti lavoratori della scuola a scendere in piazza contro la politica di chi per troppi anni ha abusato della loro professionalità e abnegazione nel formare le nuove generazioni. Senza però mai trovare una soluzione per stabilizzarli”.

“È giunto il momento di dire basta a questa anomalia tutta italiana. Il nostro sindacato ce la sta mettendo tutta: speriamo che altrettanto facciano i parlamentari. Ad iniziare – ha concluso Pacifico – dall’applicazione di quella direttiva comunitaria che già tanti giudici italiani hanno applicato nelle loro sentenze a favore dei precari della scuola”.

Dopo le modifiche apportate al decreto-legge “Mille proroghe”, tra le proposte emendative presentate oggi dall’Anief alla I e X Commissione di Palazzo Chigi vi è la richiesta di superare delle norme inique e anacronistiche. In particolare, l’Anief ha chiesto, oltre all’inclusione del comparto Scuola della direttiva comunitaria 1999/70/CE, anche l’abrogazione della norma che fissa come termine il 29 febbraio 2012 per impugnare i contratti scaduti, illegittimamente firmati dal datore di lavoro (supplenze al 30 giugno, mancata stabilizzazione).

Gli stessi emendamenti indicati agli onorevoli dal giovane sindacato comprendono anche la cancellazione della legge che esclude tutti i docenti abilitati negli ultimi tre anni dall’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento. E l’abrogazione di quelle norme che alimentano confusione sulla giurisdizione relativa all’assunzione del personale non di ruolo, intervenendo sulla tabella di valutazione dei titoli delle graduatorie ad esaurimento.

Ancora una volta l’Anief si dimostra dunque il sindacato della scuola più attento all’attività del legislatore, confermandosi sereno custode della carta costituzionale e partecipe attivo alla tutela dei diritti di tutto il personale della scuola, ad iniziare da chi non ha un contratto a tempo indeterminato.

Per abuso dei 6 contratti a termine stipulati nei 47 mesi di supplenza. Riconosciuti gli scatti di anzianità per il periodo di precariato e le mensilità estive tra il 2008 e il 2011. Ribadita la prescrizione decennale e l’applicabilità del D.lgs. 368/01 al pubblico impiego, come da sentenza di appello.

Ancora un’altra sentenza positiva del tribunale del lavoro a favore dei precari della scuola che hanno chiesto, attraverso i ricorsi promossi dall’Anief, la condanna dell’amministrazione per la reiterazione dei contratti a tempo determinato, la parità di trattamento economico con il personale di ruolo, l’estensione dal 30 giugno al 31 agosto dei contratti illegittimamente posti.

Questa volta è il giudice Perillo che, su ricorso patrocinato dall’avv. Guerinoni dell’Anief, ha condannato il MIUR resistente,

al pagamento di 2.500 euro di spese legali, più interessi e altro,

al pagamento di cinque mensilità (6.500 euro) calcolate sull’ultimo stipendio come risarcimento danni per l’abuso dei contratti a termine,

al pagamento di 1.048,66 euro come differenza retributiva tra lo stipendio assegnato, sempre iniziale, in regime di precariato e quello da attribuire secondo gli scatti di anzianità attribuiti al personale di ruolo,

al pagamento di 5.492,56 euro per i mancati stipendi di luglio e agosto che avrebbe il supplente dovuto percepire, per l’estensione del contratto dal 30 giugno al 31 agosto.

Di fronte alla memoria dell’avvocatura, il tribunale ha ribadito come già in sede di appello nella sentenza 388/2011 ha accertato come il Miur violi apertamente la direttiva comunitaria nel non assegnare ai precari la stessa anzianità retributiva dovuta ai colleghi di ruolo, e come il termine della prescrizione del diritto economico vantato sia decennale.

Per il presidente dell’Anief, M. Pacifico, finalmente, il re è nudo: da due anni, denunciamo il ricorso sistematico dell’amministrazione al risparmio di spesa sulla pelle dei precari della scuola. Se oggi le leggi finanziarie comprimono l’organico della scuola, negli ultimi venti anni, invece, si è cercato, illegittimamente,  di sopperire alla stessa esigenza di cassa, alimentando un precariato a cui prima si è ridotto il diritto a una giusta retribuzione (scatti di anzianità), poi, addirittura, a una retribuzione annuale (supplenze al 30 giugno). Ancora attendiamo l’esito di altre migliaia di cause notificate, e di certo, la condanna alle spese dello Stato lieviterà. A questo punto, mi chiedo se il ministro Profumo non colga l’occasione per rivedere la normativa, stabilizzare tutti i precari con 36 mesi di servizio e cancellare la distinzione tra supplenza annuale e al termine dell’attività didattica, viste anche le recenti dichiarazioni del suo sottosegretario Doria, in risposta a un’interrogazione parlamentare.

Da quando l’Anief, agisce da associazione professionale e sindacale (gennaio 2009), finalmente, si punisce l’abuso e lo sfruttamento del precariato nella scuola, sebbene la normativa comunitaria richiamata sia del 1999. C’è speranza, se l’Anief vincerà le prossime elezioni RSU, che anche ai colleghi di ruolo sia riconosciuto il diritto al lavoro, a partire dallo sblocco del contratto e dell’anzianità retributiva. In caso contrario, la parola sarà data ai tribunali della repubblica, per fortuna, sempre in favore dei lavoratori.

La recente sentenza di Trani