Precariato

La metà saranno assegnate dalle Gae e la metà dalle GM con elenchi di sostegno aggiornati. 10.000 saranno retrodatate e 20.219 dalle nuove graduatorie. 36.000 posti per gli Ata ma pochi nelle province siciliane. Anief chiede ai direttori degli AT di verificare l’organico di diritto.
Alla fine, sotto il ricatto dei ricorsi sulla stabilizzazione, il Miur ha autorizzato dopo tre anni di magra una consistente sfornata di immissioni in ruolo, anche se con tutto il contenzioso legale che si andrà a creare per nuove immissioni in ruolo per docenti da graduatorie soltanto parzialmente pettinate e per il blocco del primo gradino stipendiale per i neo-immessi in ruolo con meno di otto anni di anzianità unito al blocco della mobilità per un quinquennio voluto dal Governo con l’accordo dei maggiori sindacati rappresentativi, prorogati dal ministro Brunetta. La maggior parte dei posti, dopo i tagli inferti alle regioni meridionali, si concentra al Nord dove si sono trasferiti almeno 30.000 docenti all’atto dell’ultimo aggiornamento dopo che l’Anief ha ottenuto la sentenza n. 41 della Consulta e dove si sono inseriti a pettine i primi 3.000 ricorrenti dell’Anief grazie alle ordinanze di commissariamento non sospese dal Tar Lazio.
E’ sempre il Sud che paga in termini di posti e strutture come avverrà anche per l’accorpamento degli istituti scolastici a seguito del nuovo dimensionamento previsto dalla recente finanziaria. Molti istituti comprensivi dell’entroterra così come molte scuole con meno di 500 alunni perderanno la titolarità con grave disfunzione del servizio.
La situazione è così evidente per il personale Ata che continua a essere penalizzato nell’aggiornamento delle sue graduatorie , che l’Anief in data odierna ha deciso di chiedere un’informativa urgente ai direttori degli AT di Agrigento, Trapani, Enna, Caltanissetta, Vibo, Matera, Oristano, Isernia, L’Aquila, Rieti, Verbano, Sondrio, Rovigo sulle motivazioni che hanno portato all’autorizzazione di un numero di posti inferiore al centinaio rispetto alle altre province italiane, interessandone i rispettivi direttori regionali per un’eventuale verifica sulla correttezza delle operazioni e una riprogrammazione delle stesse.
 

La tabella per i docenti

La tabella per gli Ata

 

In data 12 luglio 2011, Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha diramato la nota n° 5787 con la quale si consente al personale ATA inseritosi a suo tempo in 2^ fascia delle graduatorie di istituto con il DD.MM. 19.04.2001, n. 75 e 24.03.2004, n. 35, di rinnovare la scelta delle scuole, considerato che a causa dei processi di riorganizzazione della rete scolastica attuati negli ultimi 7-10 anni si è progressivamente ridotto il numero delle istituzioni nelle quali gli interessati risultano inseriti ai fini del conferimento di supplenze temporanee
Lo stesso Ministero precisa che la procedura non concerne una riapertura dei termini per l’inserimento e/o aggiornamento delle graduatorie provinciali ad esaurimento di collaboratore scolastico e/o degli elenchi provinciali ad esaurimento dei restanti profili professionali, ma solo la necessaria attualizzazione delle sedi di anagrafe delle istituzioni scolastiche.
Tale operazione dovrà effettuarsi, unica per tutti i profili per cui l’aspirante ha titolo, deve essere compilata e trasmessa esclusivamente via web, tramite le istanze on line dal 23 agosto 2011 alle ore 14,00 del 19 settembre 2011.
In assenza di tale opzione restano confermate le istituzioni scolastiche già precedentemente scelte, a meno che il relativo codice non abbia perso validità per effetto del dimensionamento.
La modalità di trasmissione tramite le istanze on line, estremamente semplificata, consente la visualizzazione e la conseguente selezione delle sedi scolastiche dall’aspirante evitando così qualsiasi possibilità di incorrere in errori di trascrizione dei codici delle scuole e prevede, anche, la possibilità di visualizzare le eventuali sedi su cui l’aspirante era già presente nelle precedenti graduatorie di circolo e di istituto di seconda fascia.
La presentazione dell’ istanza con modalità Web, si articola in due momenti principali, il primo propedeutico al secondo:
1) la registrazione, che prevede anche il riconoscimento fisico presso un’istituzione scolastica statale a scelta (funzione sempre disponibile);
2) l’inserimento della domanda (con funzione disponibile, come già indicato, dal 23.8 alle ore 14 del 19.9.2011).

La domanda presentata con la suddetta modalità non deve essere inviata in formato cartaceo all’ufficio scolastico provinciale competente.
 

Link Prot. n. 5787 MIUR

E’ evidente che il piano delle 67.000 immissioni in ruolo annunciato dal Miur riguarda il prossimo triennio e che una parte di esse potrebbe avere la retrodatazione giuridica al 2010-2011, ai sensi del c. 17, art. 9, D.L. 70/11. Ma rimangono scoperti, comunque, 41.000 posti vacanti e disponibili che saranno assegnati dai giudici del lavoro.
I sindacati che in questi anni si sono spesi a concertare con il Governo la politica dei tagli senza assumersene la responsabilità, oggi, si prendono il merito di essere stati gli artefici del nuovo piano straordinario di immissioni in ruolo voluto dal Governo. Ma il piano misero nasce zoppo ed è adottato in netto ritardo:
- zoppo perché non copre tutti i posti vacanti e disponibili previsti dalla normativa come risulta dall’ultimo rapporto ministeriale della scuola in cifre (38.000 posti vacanti e disponibili per i docenti e 70.000 per gli Ata) tanto che chi ricorrerà al giudice del lavoro con tre anni di contratto alle spalle su posto vacante e disponibile otterrà la stabilizzazione;
- in ritardo, perché già la L. 296/06 prevedeva entro il 2009/10 un piano straordinario di immissioni in ruolo per 150.000 unità di personale docente e 20.000 di personale Ata, piano che al netto dei 100.000 posti di lavoro bruciati - pardon, razionalizzati, comunque, ha visto entro quell’anno la sola assunzione di 83.000 docenti e 25.000 Ata, a cui devono aggiungersi i 10.000 docenti e i 6.500 Ata, assunti in ritardo, nel 2010/2011.
In effetti, nel secondo anno dell’ultimo Governo Prodi sono stati assunti 50.000 docenti e 10.000 Ata, mentre nei primi tre anni del nuovo Governo Berlusconi sono stati assunti 43.000 (25.000 + 8.000 + 10.000) docenti anche per riportare l’organico di sostegno di ruolo al 70% di quello complessivamente attivato nell’a.s. 2005/2006, e 21.500 (7.000 + 8.000 + 6.500) Ata.
Cosa ha portato alla svolta del ministro Gelmini dopo una così riduttiva politica di assunzioni è sotto gli occhi di tutti: i ricorsi seriali annunciati già nel gennaio 2010 dall’Anief al giudice del lavoro per la stabilizzazione dei precari della scuola ai sensi della normativa comunitaria relativa all’accordo quadro per l’utilizzo di personale a tempo determinato, dopo il contenzioso vincente sul trasferimento a pettine del personale docente.
Il piano annunciato di 67.000 assunzioni per il prossimo triennio, infatti, è inserito in un articolo del decreto sviluppo recentemente approvato che vorrebbe intervenire - invano - proprio per limitare le condanne alle spese o le sentenze costitutive di rapporto di lavoro a favore dei ricorrenti, mentre la nuova finanziaria introduce la tassa sui ricorsi per scoraggiare tali interventi. Per non parlare della norma che consente la retrodatazione delle nomine al solo anno 2010-2011 dove ancora abbiamo graduatorie di coda - volute e difese, ancora, nelle recenti audizioni in Parlamento dagli stessi sindacati concertativi - non pienamente rettificate a pettine, mentre soltanto alcuni ricorrenti Anief sono ivi inseriti secondo il loro punteggio, e rimane un contenzioso aperto che non vuole essere risolto dall’amministrazione in autotutela.
Alla luce dei dati forniti, pertanto, è evidente che le 67.000 immissioni dovrebbero essere fatte subito, senza altri ritardi e con l’aggiunta di altri 41.000 unità per coprire tutti i posti vacanti e disponibili. Soltanto così, l’Anief potrebbe meditare una sospensione del contenzioso seriale al giudice del lavoro per la stabilizzazione dei precari della scuola, contenzioso che ha già avuto il merito di sbloccare le immissioni in ruolo rivendicate da quei sindacati concertativi che ne denunciano l’azione giudiziaria. E’ evidente che gli aventi diritto all’inserimento a pettine devono poter vantare l’assunzione in ruolo dall’a.s. 2009-2010. Senza queste condizioni, rimarrà sempre aperta la piaga del precariato visti i 100.000 pensionamenti previsto nel prossimo triennio, cosicché docenti e Ata potranno soltanto sperare nell’azione risarcitoria disposta dal giudice ordinario. Tutto il resto è aria fritta e già fa molto caldo in quest’estate avviata che ha portato diversi colpi di sole. 


 

Anief rompe ogni indugio e si prepara a chiedere al giudice ordinario con provvedimento anche d’urgenza l’immissione in ruolo dei ricorrenti che hanno ottenuto il diritto allo spostamento a pettine nelle graduatorie di coda. Pronto il deposito dei ricorsi sulla stabilizzazione.

Sono trascorse ben due settimane dalla richiesta inoltrata dall’Anief al Miur di risolvere per via amministrativa il contenzioso seriale sulla vicenda coda-pettine, prima delle prossime immissioni in ruolo. Mercoledì 13 luglio, il dicastero di Viale Trastevere dovrebbe fare sapere ai sindacati in che modo attuare quanto previsto dal recente decreto sviluppo in merito alle immissioni retrodatate dalle vecchie graduatorie. Ovviamente, per l’Anief, quelle graduatorie valide per il 2009-2011 sono illegittime nella misura in cui sono state o saranno utilizzate per assegnare contratti a tempo indeterminato, costitutive di rapporto di lavoro, ai non aventi diritto. Ecco perché, esaurita, comunque, l’azione del tribunale amministrativo indipendentemente dalla giurisdizione sulle graduatorie - azione giunta, persino, alla Consulta con l’annullamento della legge pro-coda -, preso atto dell’inadempienza dell’amministrazione, Anief ha avviato le procedure per chiedere al giudice ordinario l’immissione in ruolo dei ricorrenti che hanno già inviato le istanze di accesso agli atti da cui risulta evidente il diritto reclamato. Entro venerdì 15 luglio, senza ulteriori novità da parte del Miur, Anief invierà ai suoi ricorrenti pettine le istruzioni operative per ricorrere gratuitamente al giudice del lavoro e ottenere una delle 18.000 immissioni in ruolo illegittimamente disposte per il biennio precedente, con grave danno erariale per le casse dello Stato, per l’eventuale accoglimento della denuncia di lite temeraria.

Ovviamente, se saranno disposte, comunque, meno immissioni in ruolo delle 108.000 calcolate dall’Anief sui documenti del Miur, toccherà sempre ai giudici del lavoro, nell’ambito del contenzioso seriale promosso dall’Anief per la stabilizzazione dei precari, disapplicare la normativa italiana contrastante quella comunitaria, e procedere alla stabilizzazione del personale docente e Ata che ha prestato tre anni di servizio su posto vacante e disponibile. Sono quasi ultimate, infatti, le procedure per l’individuazione degli aventi diritto che, grazie al lavoro paziente e prudente dei legali dell’Anief, ora potranno con maggiore sicurezza intentare causa al Miur tenuto conto della giurisprudenza consolidata.

Per evitare di compromettere il prestigio delle istituzioni che rappresentano, prima che il delirio ne offuschi le capacità di tutelare gli interessi dei lavoratori. La questione pettine-coda è chiusa. Anief ora tiene banco nei tribunali sulla stabilizzazione dei precari e contro il blocco del contratto.

E’ capitato anche noi di scrivere, spesso, al Presidente della Repubblica, anche recentemente, per chiedere che non fosse firmato il decreto legge (sullo sviluppo economico) del Governo che vorrebbe inutilmente arrestare l’effetto delle numerose sentenze dei tribunali italiani in merito alla stabilizzazione dei docenti e Ata italiani, da anni impegnati con contratti irregolari a tempo determinato. Eppure, in due anni di contenzioso con l’Amministrazione avverso il decreto di aggiornamento delle graduatorie, pur in presenza di sentenze di primo e secondo grado, ordinanze cautelari e commissariali, pronunce della Consulta, mai ci siamo sognati di chiedere al presidente Napolitano di intervenire per rimuovere un ministro della Repubblica o i Segretari dei Sindacati che istigavano il MIUR alla violazione della giurisprudenza. Men che mai ci sogniamo di chiedere allo stesso Presidente di intervenire - non si sa a che titolo e in quale sede - per annullare le immissioni fatte fino ad oggi da graduatorie illegittime, essendo la questione pettine-coda pacificamente chiusa: ciò non fosse altro perché siamo coscienti che non sarebbe stato possibile nel nostro ordinamento richiedere un suo intervento, né auspicabile essendo l’aula del tribunale il luogo in cui si celebra un processo.

Consigliamo a questi sindacalisti, evidentemente, ormai cotti dal sole estivo di prendersi una vacanza o di dare spazio ai giovani; in caso contrario, se volessero rimanere a rappresentare gli interessi dei lavoratori, almeno si ravvedessero così potremmo scrivere insieme una nuova lettera al Presidente della Repubblica per esortarlo a non firmare il prossimo decreto legge (finanza economica) del Governo che potrebbe prorogare il blocco degli scatti da uno ad altri tre anni, e a disconoscere la firma apposta all’ipotesi di un nuovo accordo quadro (intesa del 4 febbraio 2011) che vorrebbe nelle intenzioni di qualche ministro eliminare definitivamente gli automatismi di carriera per un milione di dipendenti pubblici.

Anief già sta ricorrendo in tribunale per la stabilizzazione dei precari e contro l’attuale blocco dei contratti e degli stipendi; sarebbe ridicolo leggere fra qualche anno un articolo di giornale in cui un sindacalista esorti il Presidente della Repubblica a intervenire nei processi in corso contro i diritti rivendicati dai lavoratori. Ma questa, forse, è una storia già vista …