Precariato

Il senatore Pittoni, purtroppo, non ricorda come da quando sono nate le graduatorie ad esaurimento, ovvero da 12 anni, prima che Lui stesso diventasse senatore della Repubblica, è stato sempre garantito per legge il diritto al trasferimento del personale docente, diritto inibito dal ministro Gelmini soltanto durante il biennio 2009-2011, vanamente coperto da una norma ad personam che è stata dichiarata incostituzionale, dopo i ricorsi nei tribunali.

Il senatore Pittoni, forse, è stato pure distratto quando ha votato la fiducia a un ennesimo recente decreto legge che obbliga i dirigenti dell’amministrazione al licenziamento coatto del personale assunto su norme dichiarate incostituzionali.

Il senatore Pittoni non ha mai chiesto in questi due anni perché un ordine commissariale non sia stato subito adottato dall’amministrazione, come tutti i cittadini si aspettano che avvenga, nel rispetto delle regole del processo.

Il senatore Pittoni non ha ancora compreso che anche quando fosse dichiarato il difetto di giurisdizione dal Tar Lazio, al netto di appelli, contro-appelli alle sezioni unite sulla nuova tematica del giudicato cautelare formatosi, nel merito, qualunque assunzione fatta dalle vecchie graduatorie non pettinate rimane illegittima (che lo dica il Tar o il Giudice ordinario) con grave danno per l’erario che sarà verificato dalla Corte dei Conti, non certo da lui o da noi o da altri sindacalisti o dai ricorrenti dell’una e dell’altra parte, e di cui saranno responsabili i soli dirigenti e non, purtroppo, i loro mandanti o suggeritori.

Per non parlare del fatto che tra il 2001 e il 2007 le Sezioni Unite della Cassazione hanno sempre ritenuto il tribunale amministrativo come quello competente e che non è detto che non cambino parere su nuovi ricorsi che dovranno essere discussi. Forse che il senatore Pittoni non comprenda le reali conseguenze dettate dall’interpretazione giuridica sulla natura non concorsuale delle graduatorie ai fini dell’assunzione nel pubblico impiego? Noi rimaniamo dell’idea di aver superato un pubblico concorso e di non essere entrati nella scuola per raccomandazione del politico di turno.

Sul danno erariale, quando il dirigente dell’AT di Brescia accantona 47 posti che per legge devono avere la nomina giuridica al 1 settembre 2010, affidandoli in supplenza per l’a. s. 2011-2012 significa che costringe lo Stato, e quindi i cittadini, a pagare 1.000.000 di euro in più, alla faccia dei tagli e dei sacrifici, e qui non c’entrano i ricorrenti a pettine o la messa in piega.

Al benessere della Repubblica dovrebbe pensare il senatore Pittoni, noi saremo sempre felici di ricordargli il suo dovere e il suo rispetto per la Costituzione, anche per telefono o di presenza, se vuole, visto che ha i nostri numeri privati, senza per questo alimentare un brutto spettacolo che, purtroppo, per ora riguarda la vita, comunque, dei nostri figli e dei nostri colleghi, nel ricordo di una battuta secondo cui soltanto in due erano in grado di capirne di normativa scolastica…

Palermo, 19 agosto 2011

È dovere di ogni parlamentare vigilare sulla corretta esecuzione delle disposizioni normative vigenti, ma francamente gli ultimi comunicati del senatore Pittoni mi stupiscono perché sembra che sia vissuto negli ultimi sei mesi sulla Luna senza alcun collegamento con la Terra - così interviene l’on. Russo sulle ultime dichiarazioni in merito all’assunzione retrodatata dei docenti della scuola.

Non si può spiegare altrimenti l’invito rivolto ai dirigenti del Miur sulla disapplicazione degli ordini del Commissario ad acta, che paventa il reato d’istigazione a delinquere essendo la legge chiara in materia, in presenza di un giudicato formatosi con il bollino della Corte costituzionale. Questo senatore se non si vergogna per le posizioni assunte contro ogni merito e ogni logica, per aver preso in giro i precari della scuola, dovrebbe almeno ammettere la sua sconfitta politica e recitare un mea culpa, offrendo anche il suo stipendio per indennizzare lo Stato dei danni erariali che subirà da questa vicenda. Mi auguro che quanto appreso dai comunicati non sia vero in merito agli avvisi esposti dal dirigente dell’Ambito territoriale di Treviso, perché l’amministrazione deve rispondere in primo luogo ai giudici che esercitano il loro lavoro in nome del popolo italiano, anche di quello di Pontida.

A tal proposito, chiedo immediatamente al ministro di attivarsi affinché nessuno possa continuare impunemente a utilizzare la propria carica istituzionale per condizionare pesantemente l’operato dell’amministrazione periferica e centrale contro un principio di legalità evidente sancito, persino, dal Giudice delle leggi.

Comunicato ANIEF

L’arroganza della casta della politica? E dove sta il diritto? Così risponde l’Anief all’ultimo comunicato del senatore Pittoni.

I dirigenti del Miur non dovrebbero assecondare né i voleri dell’Anief né i voleri del senatore Pittoni che da parlamentare dovrebbe conoscere bene la nostra Costituzione fondata sulla divisione democratica dei tre poteri e sull’indipendenza della magistratura. Il nostro caro senatore dovrebbe saper riconoscere i valori costituzionali improntati al diritto al lavoro e alla mobilità territoriale su tutto il territorio nazionale; a questo punto, dovrebbe ripassarsi anche le due sentenze della Consulta che hanno ribadito come illegittimo l’inserimento in coda e l’assunzione secondo criteri bizzarri (40 punti aggiuntivi), nelle graduatorie per il biennio 2009-2011, inserimento in coda difeso da lui così ad oltranza da incitare pubblici funzionari a trasgredire pure una recente legge dello Stato che obbliga gli stessi dirigenti a licenziare i docenti assunti su presupposti normativi incostituzionali; dovrebbe, infine, esprimere pareri più rispettosi della normativa recente che ha riconosciuto il diritto al trasferimento e richiedere atti ispettivi - come di suo dovere - volti a salvaguardare le casse erariali dello Stato e ad impedire il reiterarsi di un’illegittima assunzione da graduatorie di coda. Il senatore Pittoni potrebbe fare tante cose per il bene della nostra scuola, ma si dedica, come appare dagli ultimi suoi comunicati, a contrastare ogni iniziativa dell’Anief come se essa fosse un antagonista politico della Lega - i cui iscritti tuteliamo in qualità di tesserati; forse si comporta in questo modo per evitare di spiegare ai suoi elettori e ai cittadini italiani perché non è stato assegnato il bonus di 40 punti, perché vi sono dei ricorrenti inseriti a pettine, perché è finita la stagione delle code delle vergogne, perché sta mettendo a rischio la vita di migliaia di docenti che, ignari del contenzioso in atto, sono stati immessi in ruolo da graduatorie non pettinate illegittime e da lui sostenute vanamente; forse l’amico senatore non si è accorto che in Italia vi è un sindacato nuovo che sta sempre e comunque dalla parte del diritto, contro la precarietà e alla difesa del merito contro i privilegi effimeri di un’ennesima casta. Noi ci abbiamo messo la faccia e possiamo camminare a testa alta: il diritto sta dalla nostra parte, lo abbiamo dimostrato con la Consulta, pur non essendo legislatori; le diffide sono atti legati a vicende processuali di cui continueremo a narrare le vicende sempre fermi nella speranza che nuove leggi, volute per arroganza della stessa casta, non siano presto dichiarate incostituzionali. Il resto é storia e neanche troppo lontana. Così noi dell’Anief facciamo sindacato…

 

Comunicato dello studio legale dell’Anief

Il senatore Pittoni dovrebbe sapere che, per contestare le disposizioni del Commissario ad acta, non servono le dichiarazioni a mezzo stampa. Pittoni, e con lui chi critica l'operato dell'organo commissariale, avrebbe dovuto proporre un incidente di esecuzione innanzi al TAR del Lazio. Ma, ormai, tale strumento processuale non è più esperibile da nessun controinteressato e, quindi, le parole dell'onorevole leghista non potranno avere alcuna influenza sul processo. Quanto al merito delle dichiarazioni del senatore Pittoni, si può replicare ricordando che le misure cautelari perderanno efficacia solo trenta giorni dopo che il Giudice amministrativo avrà dichiarato il difetto di giurisdizione. Nel termine di 30 giorni di cui sopra, i ricorrenti possono, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 11 del codice processuale amministrativo, chiedere al giudice munito di giurisdizione la conferma delle misure cautelari. In estrema sintesi, dunque, fino a quando il TAR non avrà dichiarato difetto di giurisdizione (e ciò non è ancora avvenuto e non è scontato che avvenga in futuro) le ordinanze devono inderogabilmente essere applicate dal Miur per non incorrere in omissioni di atti d'ufficio. Se e quando il TAR dichiarerà difetto di giurisdizione, le ordinanze manterranno vigore per ulteriori giorni trenta e potranno essere facilmente riproposte e confermate, ove necessario, dal giudice munito di giurisdizione. Quanto alla definizione nel merito della vicenda processuale relativa all'inserimento a pettine dei ricorrenti, le future sentenze di ogni tribunale investito della vicenda, così come è già accaduto con la decisione definitiva del Consiglio di Stato, non potranno far altro che confermare quanto ha già stabilito la Corte costituzionale con la nota sentenza 41/2011. In più vi saranno soltanto nuove condanne al pagamento delle spese legali a carico del Miur. Occorrerebbe chiedere al senatore Pittoni chi dovrebbe pagare per questo enorme danno erariale che si potrebbe profilare per le disastrate casse pubbliche.

Il sindacato aveva denunciato le responsabilità dei dirigenti del Miur e il danno erariale. Anief denuncia le nuove modalità di assunzione dalle vecchie graduatorie senza l’inserimento a pettine degli altri docenti che hanno avuto il commissariamento sospeso o hanno ricorso al Tar o al Presidente della Repubblica. Almeno 150.000.000 di euro il possibile danno erariale.
Ogni dirigente dell’ufficio scolastico regionale e provinciale, ogni dirigente locale, sarà responsabile del danno erariale qualora accertato rispetto alle almeno 9.000 immissioni in ruolo già attribuite nel 2009.2011 (sulle 18.000 delle scorso biennio di cui la metà dalle graduatorie di merito), ma ora anche sulle nuove 10.000 retrodatate per il 2010-2011.
Anief denuncia in primis il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca che ha costretto il Direttore generale e i Direttori regionali all’esecuzione di provvedimenti illegittimi e avverte i dirigenti dell’amministrazione centrale e periferica delle responsabilità erariale a loro carico.
E’ arrivato il nodo al pettine sulla famosa questione degli inserimenti in coda, visto che il Ministro Gelmini ha autorizzato l’immissione in ruolo di 10.000 unità dalle graduatorie valide per il biennio 2010-2011 ma ancora non legittime perché escludono 3.000 ricorrenti circa dall’inserimento a pettine nonostante abbiano dimostrato con ricorsi al tribunale amministrativo di aver sin dall’inizio l’intenzione di trasferirsi contro la norma illegittima imposta dal Governo e dichiarata incostituzionale dalla Consulta. L’amministrazione dietro la scusa della giurisdizione del giudice ordinario sta di fatto eludendo il giudicato formatosi alla luce della sentenze della Consulta e del Consiglio di Stato lasciando gli aventi diritto fuori dalle graduatorie pettinate. In pratica, Il Governo, per volontà di un partito politico, decide chi deve entrare di ruolo al posto degli aspiranti legittimi salvo poi confrontarsi con la magistratura.
Anief era riuscita a inserire a pettine almeno 3.000 ricorrenti nelle vecchie graduatorie secondo il loro punteggio nel rispetto del principio meritocratico, e aveva deciso di continuare il contenzioso al giudice del lavoro per gli altri ricorrenti non ancora inseriti. Nel frattempo, già due procuratori generali della corte dei conti dell’Umbria e del Piemonte avevano richiesto al sindacato la documentazione relativa alla denuncia presentata di cattiva amministrazione della cosa pubbica. Ecco che prima delle prossime immissioni in ruolo dalle vecchie graduatorie illegittime, l’Anief rincara la dose e chiede agli stessi procuratori generali di impedire un ingeneroso sperpero di denaro pubblico nell’attribuire posti di lavoro nell’amministrazione ai non aventi diritto.
L’Anief, pertanto, diffida i direttori scolastici regionali e la direzione generale (a cui sarà rinnovato l’invio di tutti gli elenchi) dal non inserire a pettine prima delle prossime immissioni in ruolo retrodatate per l’a.s. 2010-2011 tutti i ricorrenti al tribunale amministrativo anche non commissariati e dal non conferire gli incarichi legittimi, e risponde alle richieste della Corte dei Conti chiedendo giustizia nella rilevazione dei reati penali e delle responsabilità contabili rispetto alla presunta elusione con un intervento deciso sulla legittimità delle operazioni da porre in essere al di là dei piaceri del politico di turno.