Chi ha diritto all’esenzione dal vaccino o il rinvio dello stesso ad un altro momento? A rispondere è la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (SIMG), attraverso un vademecum che fornisce indicazioni precise, derivanti dalla circolare del Ministero della Salute proprio sul certificato di esenzione alla vaccinazione. La lista di esenti o di coloro che hanno diritto al rinvio è lunga: è legate a specifiche malattie, patologie, reazioni, allergie e altro. Anief ricorda che alla luce del parere tecnico fornito dal capo dipartimento Stefano Versari, con Nota del 13 agosto sulle disposizioni introdotte dall'articolo 1, comma 6 del decreto legge 111/2021 e valide dal primo settembre al 31 dicembre relativamente all'obbligo di possesso e di esibizione del green pass, i soggetti esentati dalla vaccinazione sono quelli certificati dal medico di competenza e che tale certificazione è valida fino al prossimo 30 settembre.
Questi argomenti e i motivi dell’impugnazione dell’Anief dell’obbligo di presentazione del green pass per entrare a scuola e all’università sono stati illustrati dal presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, nel corso di una partecipata diretta Facebook svolta ieri sera. “Il vaccino – ha detto il sindacalista - è sperimentale e il rischio contagio rimane. Serve il distanziamento sociale, che ad oggi non c’è. Il problema non è la caccia all’untore, ma la salvaguardia dei diritti. È questo il senso della nostra battaglia, le proveremo tutte per sospendere e annullare il decreto sull’obbligo vaccinale. Confido sul fatto che riusciremo a disapplicare o annullare questa norma, anche attraverso una modifica sostanziale in Parlamento. Oggi ci stiamo dividendo tra vaccinati e no-vax, il dibattito è scaduto, invece di tutelare i diritti personali”.
Firma la petizione per modificare la norma durante l'esame di conversione in Parlamento (l’hanno fatto già in 115mila): aderisci al ricorso per l'annullamento o la disapplicazione dell'obbligo entro il 23 agosto. Sciopera il primo giorno del calendario regionale delle lezioni.
I MOTIVI DI RINVIO O ESENZIONE
Tra i motivi di rinvio più comuni della somministrazione del vaccino contro il Covid19, vi sono le condizioni per le quali è preferibile posticipare la vaccinazione. Esse non rappresentano né controindicazione né precauzione, ma una opportunità considerando la protezione già garantita dalla recente infezione o i rischi di possibile trasmissione dei soggetti in quarantena o con sintomatologia compatibile con Covid19: a. Paziente di recente affetto da infezione asintomatica o malattia accertata da SARS-CoV-2 laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal primo tampone positivo; b. Paziente con malattia di COVID-19 recente che abbia ricevuto terapia con anticorpi monoclonali laddove non siano trascorsi almeno tre mesi dal trattamento; c. Soggetto in quarantena per contatto stretto fino al termine del periodo di isolamento; d. Soggetto con sintomi sospetti di COVID-19 fino al risultato del tampone; e. Paziente con malattia acuta severa non differibile (es – evento cardiovascolare acuto, epatite acuta, nefrite acuta, stato settico o grave infezione di qualunque organo/tessuto, condizione chirurgica maggiore, …). Queste condizioni non necessitano di alcuna certificazione di esenzione. I casi a e b hanno diritto al green pass di guarigione valido 6 mesi, mentre la valutazione della opportunità di vaccinazione per i casi c e d avverrà rispettivamente alla fine della quarantena o successivamente al termine del percorso diagnostico.
Tra le motivazioni ritenute valide per la non effettuazione del vaccino anti Covid19, vi sono anche le controindicazioni specifiche nei confronti di uno o più dei vaccini attualmente utilizzati in Italia: si tratta dell’ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti (nota 1) ed in particolare il polietilene-glicole-2000 PEG contenuto nel vaccino Comirnaty- (Pfizer-Biontech), il metossipolietilene-glicole-2000 (PEG2000 DMG) (I PEG sono un gruppo di allergeni noti che comunemente si trovano in farmaci, prodotti per la casa e cosmetici): la trometamina (componente di mezzi di contrasto radiografico e di alcuni farmaci somministrabili per via orale e parenterale) contenuta nel vaccino Spikevax (Moderna); il polisorbato contenuto nei vaccini COVID-19 a vettore virale Vaxzevria (AstraZeneca) e Janssen (Johnson&Johnson). lI polisorbato 80 è una sostanza ampiamente utilizzata nel settore farmaceutico e alimentare ed è presente in molti farmaci inclusi vaccini e preparazioni di anticorpi monoclonali. Non idonei alla vaccinazione sono anche soggetti che hanno manifestato sindrome trombotica associata a trombocitopenia in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria, e pure chi in precedenza ha manifestato episodi di sindrome da perdita capillare con Vaxzevria o Janssen.
Inoltre, specifica la SIMG, c’è il caso di reazione allergica grave alla prima dose di un vaccino COVID-19: in tale situazione, si può considerare la possibilità di utilizzare un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione; tuttavia, vista la possibilità di reazioni incrociate tra componenti di vaccini diversi è opportuno effettuare una consulenza allergologica e una valutazione rischio/beneficio individuale.
IL CASO DELLE DONNE IN GRAVIDANZA
La vaccinazione anti COVID-19 non è invece controindicata in gravidanza. Qualora, dopo valutazione medica, si decida di rimandare la vaccinazione, alla donna in gravidanza potrà essere rilasciato un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione. La sindrome di Guillain-Barré è stata segnalata molto raramente dopo somministrazione di Vaxzevria e Janssen. Qualora insorta entro 6 settimane dalla vaccinazione, senza altra causa riconducibile, è prudente non eseguire ulteriori somministrazioni dello stesso tipo di vaccino. Potrà essere comunque considerato l’utilizzo di un vaccino di tipo diverso per completare l’immunizzazione.
LE PRECAUZIONI
Tra le precauzioni, fugura una condizione nel ricevente che può aumentare il rischio di gravi reazioni avverse o che può compromettere la capacità del vaccino di indurre un’adeguata risposta immunitaria. In generale, quando è presente una precauzione può essere necessario approfondire il singolo caso valutando il rapporto beneficio/rischio. La maggior parte delle persone che al momento della seduta vaccinale abbia una precauzione alla vaccinazione anti COVID-19 può essere vaccinata, ma in alcuni casi deve essere presa in considerazione la consultazione con il medico curante o con uno specialista.
La reazione allergica immediata ad altro vaccino o farmaco è considerata una precauzione ma non una controindicazione: in tal caso la valutazione del rischio è condotta per tipo e gravità della reazione e l’attendibilità delle informazioni tenendo in considerazione la consultazione con il medico curante o con uno specialista per determinare se la persona può ricevere la vaccinazione in sicurezza.
FALSE CONTROINDICAZIONI
Sono alcune patologie, sintomi o condizioni erroneamente considerati vere controindicazioni quando in realtà non precludono la vaccinazione. Esse quindi non danno diritto a certificato di esenzione. Alcuni esempi: l’allattamento non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione anti COVID-19; le persone con storia di paralisi di Bell possono ricevere qualsiasi vaccino COVID-19 autorizzato da EMA; le persone con malattie autoimmuni possono ricevere qualsiasi vaccino COVID-19 autorizzato da EMA. In assenza di specifiche controindicazioni, anche i pazienti immunocompromessi e gli oncologici in corso di radio- chemioterapia non presentano controindicazione alla vaccinazione anti COVID-19.
Via libera anche alle persone con una storia di gravi reazioni allergiche non correlate a vaccini o farmaci iniettabili, come allergie al cibo, agli animali domestici, al veleno di insetti, all’ambiente o al lattice: possano essere vaccinate, così come coloro con storia di allergie ai farmaci orali o di storia familiare di gravi reazioni allergiche, o che potrebbero avere un’allergia più lieve ai vaccini (nessuna anafilassi).
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