Continua ad essere deficitaria la normativa che regola l'assegnazione delle ore di sostegno agli alunnicon disabilità. E' una mancanza particolarmente grave perché, come rimarcato i giudici del Consiglio di Stato nel ricorso promosso da Anief sulla elaborazione del nuovo Pei, rischia di penalizzare il diritto allo studio degli allievi più bisognosi di attenzioni. Come è evidente la mancanza di docenti che affiancano gli alunni disabili senza essere in possesso del titolo: il bisogno di docenti specializzati è evidente.
"Se il Governo pensa a Quota 41 solo per alcune categorie per l'accesso alla pensione noi come sindacato rilanciamo la necessità di includere il personale scolastico tra quello tutelato, includendo anche i periodi di riscatto della laurea senza più oneri per gli stessi lavoratori. Per gli insegnanti e per tutti i lavoratori della scuola occorre introdurre delle deroghe, derivanti dall'alto numero di patologie da stress, a sua volta frutto del lavoro relazionale quotidiano: l'obiettivo è anticipare l'uscita dal lavoro nella scuola a 59 anni di età anagrafica, senza penalità''. Così, in una nota, Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief.
"A sentire il ministro dell'Istruzione, oggi ascoltato in audizione al Senato, non vi sarebbero molte possibilità di cambiare il decreto legge n. 36 con cui il Governo vuole introdurre nuove modalità di reclutamento e formazione permanente dei docenti che a detta del ministro 'non si sottrae alla contrattazione collettiva': per Anief, però, è una risposta che non sembra tenere conto dello sciopero generale proclamato da tutti i sindacati rappresentativi per lunedì prossimo 30 maggio, né delle svariate richieste di modifica al DL 36 presentabili entro la giornata di oggi". E' quanto si legge in una nota di Anief.
ROMA, 07 GIU - Chiudere presto il Contratto aumentando le risorse: è la richiesta arrivata da più organizzazioni sindacali nel corso della seconda seduta di trattativa all'Aran per il rinnovo del contratto Istruzione Ricerca 2019-21. Un incontro importante perchè arriva subito dopo lo sciopero della scuola indetto dalle maggiori sigle sindacali lunedì 30 maggio che ha visto una buona adesione da parte dei lavoratori. La Flc Cgil sollecita un'accelerazione nelle sedute di trattativa "anche per giungere in tempi brevi alla drittura di arrivo, ben consapevoli in ogni caso che, dovendosi per la FLC Cgil sottoporre qualsiasi accordo all'approvazione dei lavoratori, non si potrà che concludere a scuole e posti di lavoro in piena attività". Anche Anief ha sostenuto con forza la proposta di chiudere subito un contratto 'ponte' per il periodo 2019-2021, così da fare avere arretrati e rinnovare le tabelle economiche. "L'aumento dell'inflazione oltre il 7% - ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - impone al Governo un impegno preciso a trovare risorse adeguate nella prossima Legge di Bilancio e a tutti noi di pretendere un contratto 'ponte' che dia i 3.000 euro e i 107 euro di aumenti lordi subito, per poi rimandare nel merito al nuovo tavolo per il rinnovo del CCNL 2022/2024 tutte le questioni poste da parte sindacale e datoriale, con l'impegno di reperire nuove risorse legate all'inflazione registrata". Anief ha spiegato che proprio perché le risorse sono irrisorie, l'Aran e il Governo non possono pretendere di stilare un mega-contratto, che riporti in un unico testo i due precedenti e aggiunga contenuti nuovi e fondamentali con lavoro agile e formazione, bloccando i sindacati in una estenuante trattativa da cui i lavoratori trarranno ben poco giovamento a fronte di un aumento dei carichi e delle responsabilità. Un nuovo incontro tra le parti dovrebbe tenersi a luglio. (ANSA).
"Attendere ancora sarebbe deleterio per i dipendenti pubblici: prima il Covid, poi l'inflazione galoppante e ora anche la guerra in Ucraina stanno ancora più rendendo evidente la pochezza dei loro stipendi. L'Istat ci ha detto di un incremento nell'ultimo anno del 6% dell'aumento del costo della vita. Diamo al personale statale immediatamente un po' di 'ossigeno'". Lo dice il presidente di Anief, Marcello Pacifico dopo la conferma, per domani, dell'incontro tra i sindacati e la parte pubblica all'Aran sull'Atto di indirizzo che il Governo vuole dare in vista del rinnovo contrattuale della scuola. "Sappiamo bene che si tratta di cifre ben al di sotto di quelle attese, appena un centinaio di euro lordi medi a dipendente, più 2-3mila euro di arretrati, ma intanto è meglio farglieli avere, piuttosto che attendere nuove risorse, che comunque non andranno ad influire sul periodo 2019/2022. A chi dice che a distanza di quattro anni dall'ultimo contratto non si può chiudere un accordo con appena il 4% scarso di aumento, ricordiamo che nel 2018 si firmò un contratto con un incremento pari al 3,48% ed erano passati quasi 10 anni dall'ultimo aumento", conclude Pacifico.
Crescono i dati relativi all'adesione del personale allo sciopero con stime che indicano una percentuale attorno al 20%. Se un lavoratore della scuola su 5 ha aderito allo sciopero significa che la protesta è forte. Questo è un fatto che non può essere ignorato. A sostenerlo sono i sindacati che hanno promosso lo sciopero e le manifestazioni di ieri, Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief. L'Italia - la denuncia è dell'Ocse - ha gli stipendi più bassi nella UE. Nonostante sia il fanalino di coda in tema di retribuzioni, nonostante la spesa in istruzione e formazione sia tra le più basse d'Europa non si vedono all'orizzonte iniziative che investano su un settore così importante per lo sviluppo del Paese. "L'iniziativa democratica del personale, che con lo sciopero ha manifestato il suo dissenso verso le misure del Governo deve trovare disponibilità concreta per una soluzione politica. Contratto, reclutamento e formazione sono i nodi centrali di una vertenza scuola più volte rappresentata e che lo sciopero di ieri ha nuovamente riproposto", concludono Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Pino Turi, Elvira Serafini, Rino Di Meglio e Marcello Pacifico.