(ANSA) - ROMA, 18 MAG - Circa un candidato al concorso straordinario per docenti su tre - secondo i primi dati degli Uffici scolastici regionali - non ha superato la prova, con il rischio di lasciare moltissimi posti scoperti. Infatti, dei 32 mila posti previsti, tra rinunce e bocciature, il 28% rischia di non essere assegnato, lasciando quindi vuote circa 9000 cattedre che, nei prossimi tre anni, sarebbero dovute andare alle immissioni in ruolo. Mancano ancora alcune prove suppletive destinate ai candidati che, per motivi legati al Covid-19 (contagiati, in quarantena ecc.), non hanno potuto prendere parte alle due tranche dell'esame: quella dell'autunno scorso e quella di febbraio. Queste prove si dovrebbero concludere entro il 20 maggio. Ma già si può prevedere che, ad esempio, tra i partecipanti alla prova scritta di febbraio, secondo il sindacato Anief, appena la metà supererà la prova scritta. Per le cattedre di sostegno, la situazione è ancora peggiore: sembra infatti che soltanto il 20% dei candidati riuscirà ad avere il posto. Molti docenti hanno hanno dichiarato che i 150 minuti a disposizione (tanto durava la prova) erano decisamente troppo pochi se rapportati alla difficoltà della traccia. (ANSA).
"Subito si apra il tavolo sulle revisioni dei parametri di rapporto alunni-insegnanti nella formazione delle classi o neanche se vaccinati avremo scuola in sicurezza"
C'è tanta delusione tra le diverse migliaia di candidati del concorso straordinario per docenti della scuola secondaria a cui gli uffici scolastici stanno comunicando l'esclusione: la considerano una bocciatura inspiegabile, dopo una lunga militanza nella scuola, durante la quale hanno acquisito un'alta professionalità e gli strumenti adatti per potere insegnare. Lo dice il sindacato Anief secondo il quale "la loro presenza nelle scuole sembrava una garanzia, visto che la procedura è stata riservata a docenti con almeno tre anni di servizio, di cui uno specifico per la classe di concorso richiesta, maturata esclusivamente in scuole secondarie statali tra l'anno scolastico 2009/09 e il 2019/20. Solo che esperienza e formazione sul campo si sono dissolte nel nulla, nel momento in cui sono stati messi davanti a cinque quesiti sulle conoscenze e competenze disciplinari e didattico-metodologiche. A delle domande tutt'altro che semplici, e un testo di comprensione in lingua inglese, a cui sono stati chiamati a rispondere in appena 150 minuti: un tempo ridotto, che sarebbe stato necessario, a rigor di logica, per sviluppare per bene una sola traccia". Per il sindacato inoltre numerose commissioni, circa il 40%, "hanno già valutato la prova, assegnando almeno 56/80 alla prova ritenuta idonea": una soglia contro la quale Anief ha anche presentato ricorso, perché collocata troppo in alto, poiché ben superiore alla sufficienza, che per legge è considerata sufficiente per essere ritenuti idonei. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, "ci troviamo davanti a un'altra procedura sbagliata, che anziché graduare il personale precario con titoli e servizi è stata costruita per escluderne". (ANSA).
In un momento in cui gli italiani hanno abbandonato l'associazionismo, il volontariato, la politica secondo un recente articolo della stampa, ancora resiste la fiducia nel sindacato per il personale della scuola. Cavallo di battaglia della piattaforma sindacale illustrata dal presidente nazionale Marcello Pacifico e dai suoi dirigenti sindacali, la richiesta di specifiche indennità di rischio biologico e burnout, di sede per le trasferte, di incarico per i precari dopo 24 mesi. Durante gli incontri vengono mostrati l'atto di indirizzo del ministro Brunetta e il patto per la scuola. Ancora possibile partecipare agli incontri per tutto il mese di maggio
(ANSA) - ROMA, 11 MAG - Senza misure saranno 250 mila i precari il prossimo anno scolastico. A dirlo è Marcello Pacifico (Anief) che chiede al ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, l'apertura del tavolo urgente previsto dal Patto per la scuola. "Bisogna assumere in ruolo gli insegnanti dalle graduatorie provinciali per le supplenze per titoli e servizi, dopo aver esaurito le graduatorie dei concorsi e le Graduatorie ad esaurimento. Serve una specifica indennità di incarico per i precari con 24 mesi di servizio, la parità di trattamento retributiva e giuridica nel prossimo CCNL, l'adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto": sono queste le richieste che il giovane sindacato avanza al ministro Patrizio Bianchi. Il ministro si è impegnato con le confederazioni a semplificare l'attuale concorso ordinario ma anche a pensare una fase transitoria per risolvere il problema della supplentite e avere tutti in cattedra già questo 1° settembre. L'accordo di massima è stato raggiunto venerdì scorso con i sindacati. Adesso serve però il via libera di Palazzo Chigi. "L'obiettivo è quello di varare un provvedimento che eviti il record delle 250mila supplenze annuali a settembre, anche procedendo a un reclutamento straordinario. Sul lungo periodo il ministro sta operando perché si arrivi a un sistema a regime con concorsi annuali, prevedendo nello stesso Pnrr una revisione finalizzata a poter coprire, con regolarità e stabilità, le cattedre disponibili con insegnanti di ruolo. Mentre sull'immediato l'esigenza è assumere tra i 60-80mila precari con modalità semplificate e assai diverse dalle attuali", dice il leader di Anief, Marcello Pacifico. (ANSA).
"Numero di posti dei docenti da specializzare si stabilisce in base alle necessità, non decidono gli atenei". È sbagliato programmare i posti per specializzare i docenti di sostegno degli alunni con disabilità considerando solo le condizioni e le possibilità degli atenei. "Aveva ragione l'Anief: il numero di docenti da preparare non può essere stabilito da chi organizza, ma sono le Università ad adattarsi alle esigenze degli alunni. A dirlo non è solo il sindacato, ma anche una sentenza del Consiglio di Stato che accoglie il ricorso sull'assegnazione iniqua dei posti specializzazione su sostegno, in riferimento alla ''dedotta sperequazione territoriale dei posti autorizzati rispetto al reale fabbisogno espresso, in specie in relazione alla carenza di istruttoria e di motivazione a base di una determinazione che risulta del tutto contraddittoria''". Così una nota Anief
"Rimane alta l'attenzione per riuscire a conciliare il diritto allo studio degli studenti con quello della salute degli stessi discenti e del personale scolastico: il ritorno in classe del 90% degli alunni ha acuito il problema, perché con le varianti da Covid19 il rischio contagi è aumentato rispetto al passato. E non si esclude una possibile quarta ondata. Diventa dunque impellente stabilire delle nuove regole per convivere negli istituti scolastici, anche in vista dei prossimi Esami di Stato, a cominciare dalla maturità 2021, ma soprattutto dell'anno scolastico venturo. Il sindacato ritiene che fondamentale adeguare i protocolli di sicurezza, considerando che l'unico sinora sottoscritto, ad inizio agosto 2020, va necessariamente aggiornato alle nuove necessità subentrate". A dirlo è il sindacato Anief per il quale "la sicurezza massima si ottiene non solo applicando i protocolli, giustamente da adeguare, ma cambiando pure in parallelo le norme che oggi regolano la scuola". "Le scuole - avverte Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - hanno bisogno prima di tutto di maggiori spazi, di sedi e aule aggiuntive, di classi più piccole e di maggiori organici. Banchi monoposto e mascherine rigorosamente indossate non bastano a ridurre al massimo i rischi del contagio se poi non c'è l'adeguato distanziamento fisico in classe: ci sono troppe scuole dove 25 e più alunni sono costretti a fare lezione in meno di 40 metri quadrati di aula, mentre ne non ve ne dovrebbero entrare più di 15. Anche i condizionatori e sanificatori rischiano di diventare inutili". (ANSA).