(ANSA) - ROMA - "In sostegno allo studio e alla docenza a tutti i livelli e allo sviluppo della conoscenza va attuato non più solo a parole: è tempo di provvedere ad una riduzione della pressione fiscale e contributiva, attraverso sovvenzioni e detrazioni". Ne è convinto il sindacato Anief, che nel Disegno di Legge di Bilancio, in questi giorni all'esame della Camera dopo l'assenso al testo da parte del Governo, ha chiesto dei provvedimenti emendativi nella parte che tratta le possibili azioni da intraprendere in ambito fiscale e previdenziale. Dice Marcello Pacifico di Anief: "Le nostre richieste servono a compensare le grandi difficoltà in cui operano, a causa del perdurante stato emergenziale derivante dal Covid19, sia gli studenti universitari sia i docenti e il personale scolastico che operano lontano dalla propria terra e dai propri affetti, oltre a coloro che realizzano progetti esterni per gli enti di Ricerca". Il sindacato ha presentato ai deputati della V Commissione della Camera 68 proposte di emendamento per il personale del comparto istruzione e ricerca su organici, salario, reclutamento, mobilità, pensioni, sostegno, welfare, educatori, estero, università, ricerca, Afam.
Il sindacato ha presentato ai deputati della V Commissione della Camera 68 proposte di emendamento per il personale del comparto istruzione e ricerca su organici, salario, reclutamento, mobilità, pensioni, sostegno, welfare, Irc, educatori, estero, università, ricerca, Afam.
Il presidente Marcello Pacifico illustra i temi in un webinar aperto a tutto il personale lunedì 30 novembre, dalle ore 16.30 alle ore 17.30. Per registrarsi vai al seguente link:
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"La decisione di assumere 25 mila docenti di sostegno in organico di diritto, con la Legge di Bilancio ora all'esame delle Camere in vista dell'approvazione di fine anno, ci fa certamente estremamente piacere, ma è l'entità delle stabilizzazioni che non torna: se davvero si vuole risolvere il problema, allora il piano assunzionale deve essere tre volte tanto quello che si sta approvando. E da attuare subito, perché nel frattempo si sta negando la continuità didattica ad oltre 150 mila alunni disabili". E' quanto dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief
Mentre altre quattro Regioni (Emilia, Campania, Friuli e Veneto) sono in bilico si comincia a ragionare cosa fare della scuola nel caso malaugurato sia necessario prevedere un nuovo lockdown generalizzato. La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che dopo aver organizzato il rientro in classe tutta l'estate, ha difeso in queste settimane con le unghie e con i denti la presenza dei ragazzi a scuola - dovendosi arrendere in alcune realtà come la Campania dove il presidente De Luca con varie ordinanze ha stabilito la Didattica a distanza per tutti - è prevedibile che continui a chiedere che i ragazzi fino alla prima media possano frequentare gli istituti, come avviene attualmente anche nelle cosiddette zone rosse (Lombardia, Piemonte e Calabria). Dalla sua parte è il premier Giuseppe Conte, ma l'ala più rigida del Pd con il ministro della Cultura Franceschini e il ministro della Salute Speranza chiederanno molto probabilmente la chiusura anche delle scuole, come avvenne nel marzo scorso. Si vedrà a quel punto cosa deciderà il Consiglio dei ministri, tenendo conto che Italia Viva è da sempre contraria alla chiusura delle scuole e che all'estero la gran parte dei Paesi europei, pur prevedendo lockdown più o meno rigidi, hanno lasciato aperte scuole, università e perfino le biblioteche. Oggi intanto anche il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha detto che sta valutando l'introduzione della didattica a distanza per tutti gli studenti, anche quelli delle elementari e delle medie, mentre continua la battaglia tra il ministero dell'Istruzione e la Regione Puglia: il primo si è costituito nel giudizio in corso dinanzi al Tar Puglia sull'ordinanza regionale che da fine ottobre ha disposto la didattica a distanza anche nelle scuole elementari e medie. Il procedimento nasce dal ricorso del Codacons Lecce e di alcuni genitori di figli in età scolare che hanno chiesto l'annullamento della delibera regionale ottenendone la sospensione. Dopo la sospensione decisa dal Tar venerdì scorso, il governatore Emiliano ha emesso una nuova ordinanza che, in sostanza, consente alle famiglie di scegliere se mandare i figli a scuola o far seguire loro le lezioni da casa. "Sulle scuole il governo è tutt'altro che pilatesco -ha detto oggi la viceministra dell'istruzione, Anna Ascani - E' vero il contrario, noi abbiamo già forzato la mano con un decreto del presidente del Consiglio molto chiaro. Ci sono solo due regioni nelle quali i presidenti ritengono che queste misure non siano sufficientemente strette per contenere la pandemia, è questa la ragione per cui intervengono". Intanto è stato firmato anche dalla Flc Cgil - oltre che dalla Cisl e dall'Anief - il contratto che disciplina il lavoro a distanza dei docenti. L'accordo con il ministero dell'Istruzione prevede che i docenti in quarantena fiduciaria ma non in malattia certificata, esclusivamente per le proprie classi poste anch'esse in quarantena fiduciaria, devono svolgere attività di didattica digitale integrata. Si stabilisce tra l'altro che i docenti possano introdurre momenti di pausa nel corso della lezione in didattica digitale integrata anche in funzione della capacità di attenzione degli alunni e anche qualora siano state adottate unità orarie inferiori a 60 minuti. Il documento prevede anche il caso di docente a distanza e ragazzi in presenza: nel caso in cui le classi possano svolgere l'attività in presenza, infatti, il docente svolgerà la didattica integrata laddove sia possibile garantire la compresenza con altri docenti. (ANSA).
Roma, 10 nov. (Adnkronos/Labitalia) - La richiesta motivata "di 'lockdown totale, in tutto il Paese' deve fare riflettere. Per il governo è giunto il momento delle decisioni. Noi, come sindacato, abbiamo firmato un contratto, quello sulla didattica digitale integrale, indispensabile per tutelare il diritto degli insegnanti e il diritto all'istruzione. Certamente, mai e poi mai la dad potrà sostituire le lezioni agli studenti in presenza, ma se dobbiamo chiudere, nonostante i protocolli di sicurezza sottoscritti, lo si faccia pure". Così il presidente del sindacato della scuola Anief, Marcello Pacifico. "E subito, così da ripartire a gennaio in presenza, dopo aver fatto abbassare la curva dei contagi e purtroppo interrotto le attività produttive. La verità -conclude Pacifico- è che non esistono zone o territori rossi, arancioni o gialli, ma esiste solo la salute dei cittadini da preservare''.
Dal 9 novembre, a meno di due mesi dal ritorno degli alunni in classe dopo il lockdown della fine dello scorso anno scolastico, attueranno la dad, in aggiunta ai 265mila professori delle superiori, anche 33mila docenti delle seconde e terze classi delle scuole secondarie di I grado nelle regioni della fascia rossa (Lombardia, Piemonte e Calabria), nonché altri 63mila insegnanti del primo ciclo e della scuola dell'infanzia bloccati in Campania dall'ordinanza del governatore De Luca. In Puglia invece, sempre da domani le classi del primo ciclo potranno nuovamente operare in presenza. Le regioni con maggiori docenti in dad saranno la Campania e la Lombardia. Uno su cinque, a livello nazionale, è un insegnante precario