Il 31 dicembre è il giorno limite per lo svolgimento della prova del concorso straordinario: dal ministero dell’Istruzione fanno sapere che c’è tempo fino al 12 novembre per il censimento delle aule utili allo svolgimento delle prove concorsuali. Poiché il decreto Sostegni bis prevede che si organizzerà “per un numero di posti pari a quelli vacanti e disponibili per l’anno scolastico 2021/2022 che residuano dalle immissioni in ruolo”, si presume che siano non meno di “15.000 posti da coprire con la nuova procedura riservata ai precari”. A sostenerlo è oggi Orizzonte Scuola, secondo cui i docenti precari guardano con interesse a questa selezione, perché li porterebbe “alla stabilizzazione dopo anni di lavoro come supplenti”. A fare capolino sono anche i corsi di abilitazione, mai più attività dagli ultimi del 2013: i ministeri dell’Istruzione e dell’Università stanno definendo le nuove modalità per permettere l’avvio degli attesi corsi, anche da una parte del personale di ruolo.
Anief reputa fondamentale, prima anche di avviare il nuovo concorso straordinario, di assumere in ruolo coloro che sono risultati idonei in occasione della selezione svolta questa estate. Inoltre, sono in corso di svolgimento le prove suppletive a cui partecipano coloro che non hanno potuto parteciparvi per motivi legati al Covid19. “Abbiamo tutelato i candidati che chiedevano giustizia e avevamo ragione. Adesso si attenda che svolgano anche loro le prove. Come pure continuiamo a sostenere che le graduatorie utili per le immissioni in ruolo debbano essere formulate sulla base di tutti coloro che sono risultati idonei. E sulle abilitazioni all’insegnamento continuiamo a ricordare che tutti i vincitori di concorso e idonei, come chi ha superato la prova scritta del concorso STEM, portano a casa automaticamente l’abilitazione stessa: ne siamo convinti e per questo abbiamo presentato specifico ricorso al Tar. Come continuiamo a reclamare con forza sia la riapertura dei termini per fare domanda, superando il DD n. 497 del 21 aprile 2020, oltre che l’avvio dei corsi abilitanti, senza paletti e da attuare in modalità telematica. Parallelamente – conclude Pacifico – il Ministero non può continuare a permettersi di non riattivare il doppio canale, andando ad assumere anche da tutte le fasce Gps”.
Sul concorso straordinario non ci sono nuovi sviluppi. Ma quanto si sta profilando è di sicuro interesse. La stampa specializzata ricorda che il Ministero dell’Economia “questa estate ha autorizzato per l’anno scolastico 2021/22 112.474 posti per le immissioni in ruolo. Di questi gli Uffici Scolastici sono riusciti a coprirne tramite gae, concorsi e GPS prima fascia in totale 59.425 (di cui 12.840 incarichi conferiti in base alle procedure dell’art. 59 comma 4 del decreto sostegni bis). Il Decreto Sostegni bis ha previsto che sui posti residui, accantonati quelli dei concorsi ordinari ancora non svolti sarà attivato un nuovo concorso straordinario” ed il calcolo realizzato sulla base di questi “avanzi” potrebbe portare a circa 15mila posti disponibili per le immissioni in ruolo del prossimo anno.
Quello straordinario, continua Orizzonte Scuola, “è un concorso riservato ai docenti non ricompresi dalle immissioni in ruolo, che abbiano svolto un servizio di almeno “tre annualità anche non consecutive negli ultimi cinque anni scolastici nella scuola statale”. Di questi tre anni, uno deve essere specifico. Ci sarà una prova disciplinare per chi parteciperà al concorso. Prova che dovrà svolgersi entro il 31 dicembre 2021. Al momento però non abbiamo alcuna notizia di questo nuovo concorso. Eppure il 31 dicembre è veramente alle porte. Anche le informative fra sindacati e Ministero hanno fino ad oggi trattato solo i concorsi ordinari. Eppure i docenti precari attendono l’avvio di tale procedura che potrebbe senza dubbio dare una spinta verso l’immissione in ruolo”.
Contemporaneamente, al Ministero si lavora per i nuovi percorsi di abilitazione dei docenti, sul quale “si è aperto recentemente il dialogo fra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Università”: anche questa procedura viene considerata fondamentale, perché “da un lato andrebbe a colmare quel gap che da 8 anni vede migliaia di docenti precari impossibilitati ad abilitarsi per l’assenza di percorsi ad hoc. Abilitazione che li avrebbe senz’altro agevolati per la stabilizzazione negli anni scorsi. Non da ultimo, l’assunzione da Gps prima fascia di quest’anno, che ha visto in effetti pochi immessi in ruolo dalle classi comuni a causa dei pochi aspiranti con abilitazione. Dall’altro lato, un percorso di abilitazione potrebbe giovare per il futuro, per tentare di abbattere il precariato dei prossimi anni giocando d’anticipo e andando a completare una riforma più strutturale del sistema di reclutamento”.
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