Per Anief, i candidati che hanno almeno raggiunto la sufficienza nella prima prova hanno diritto alla valutazione e per questo possono ricorrere al Tar Lazio analogamente a quanto avvenuto nel concorso docenti
Il concorso per Direttori dei servizi generali e amministrativi entra nel vivo: dopo lo svolgimento del test preselettivo, che ha escluso, considerando anche coloro che non si sono presentati, oltre 95 mila candidati su 103 mila, ieri si è svolta la prima prova scritta, con 6.168 aspiranti Dsga a contendersi 2.004 posti e le possibili assunzioni in ruolo dal prossimo 1° settembre. La prova teorico-pratica odierna consisterà nella risoluzione di un caso concreto, ma in tanti non verranno nemmeno valutati pur avendo fatto registrare una prova scritta sufficiente. Anief ha deciso di impugnare la previsione del bando dell'art. 7, comma 3, che prevede, relativamente all'esito della prova scritta, che "nel caso in cui il candidato riporti un punteggio nella predetta prova inferiore a 21 punti, non si procede alla correzione della prova teorico-pratica": il ricorso ha lo scopo di ottenere la correzione della prova teorico-pratica anche per quei candidati che non hanno ottenuto i 21/30 nella prova scritta, ma hanno comunque raggiunto un punteggio pari o superiore a 18/30
Per il concorso per Dsga siamo entrati nella fase decisiva. Nel dettaglio, scrive Orizzonte Scuola, la prima prova scritta del concorso è stata caratterizzata da una serie di domande a risposta aperta sugli argomenti, sei, già indicati nell’Allegato B del DM 863/2018: differenza tra decreti legge e decreti legislativi; capacità ed autonomia negoziale delle istituzioni scolastiche; sistema dei controlli di regolarità amministrativa e contabile, con particolare riferimento all’esercizio delle funzioni dei revisori dei conti nelle istituzioni scolastiche; sanzioni disciplinari per il personale ATA; documento di valutazione del rischio (DVR); ruolo e funzioni di collegio docenti e consiglio di istituto in relazione alla predisposizione del PTOF.
Oggi la risoluzione di un caso pratico
Stamane, gli stessi candidati saranno chiamati a svolgere una prova teorico-pratica, consistente nella risoluzione di un caso concreto attraverso la redazione di un atto su un argomento come previsto sempre dall’allegato B del decreto ministeriale. Come la verifica precedente, la prova odierna avrà una durata massima di 180 minuti. In ogni sede di concorso, è stata anche prescelta l’estrazione della lettera da cui avrà inizio la prova orale.
All’orale, però, potrebbero presentarsi non tutti i meritevoli. Perché il Miur ha deciso di escludere una larga fetta di coloro che hanno risposto dimostrando di possedere le competenze richieste: al termine della correzione della prova teorico-pratica del concorso, tutti i candidati che hanno ottenuto un punteggio di almeno 18/30 alla prova scritta, quindi pari alla sufficienza, ma che non sono rientrati nel numero degli ammessi allo scritto, verranno infatti incredibilmente estromessi.
Il ricorso contro le esclusioni facili
L’Ufficio Legale dell’Anief ha reputato tale modalità selettiva del tutto illegittima perché reputata anti-meritocratica. Il giovane sindacato, quindi, al fine di tutelare coloro che raggiungeranno la sufficienza, ha attivato la preadesione al ricorso che sarà depositato presso il Tar del Lazio per ottenere la correzione della prova teorico-pratica del concorso Dsga di tutti i candidati che hanno ottenuto un punteggio di almeno 18/30 alla prova scritta, ma che non sono rientrati nel numero degli ammessi allo step concorsuale successivo.
Il ricorso sarà proposto avverso la previsione del bando che, all’art. 7 comma 3, prevede, riguardo all’esito della prova scritta, che “nel caso in cui il candidato riporti un punteggio nella predetta prova inferiore a 21 punti, non si procede alla correzione della prova teorico-pratica” e avrà lo scopo di ottenere tale correzione anche per quei candidati che non hanno ottenuto i 21/30 nella prova scritta, ma hanno comunque raggiunto un punteggio pari o superiore a 18/30. Per pre-aderire al ricorso, cliccare qui.
L’altra ingiustizia: fuori i facenti funzione
Nel frattempo, sempre nella giornata di ieri, il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha parlato, nel corso di un’audizione alla Camera, dei Dsga e del “problema copertura posti”, ricordando che “è in corso il concorso ordinario per 2.004 posti. Saranno assunti dal prossimo anno scolastico. Inoltre, ci sarà un concorso straordinario per i facenti funzione, con titoli di studio idonei”. A questo proposito, il presidente Anief Marcello Pacifico ha replicato che “è inutile far partecipare i facenti funzione con la laurea quando avrebbero potuto partecipare all’attuale concorso. Il contratto era chiaro, i patti in uno stato di diritto devono essere rispettati, devono poter accedere anche senza laurea, perché da anni senza questo titolo sono sfruttati dallo Stato per fare lo stesso servizio”
Si può considerare quindi del tutto archiviata la pure già approvata norma che prevedeva un concorso per soli titoli, i cui vincitori avrebbero coperto il 30% dei posti disponibili: gli assistenti amministrativi incaricati per oltre tre annualità nel difficile ruolo di superiore di Dsga, utilizzati allo scopo, in cambio di incrementi stipendiali minimali, vengono “scaricati” definitivamente.
Il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, spiega che “Anief, è certo, dinanzi a questa ingiustizia che penalizza circa 600 amministrativi facente funzione non starà a guardare, ancora di più perché se siamo giunti a questa situazione la colpa è tutta del Miur, che ha dato seguito al Contratto collettivo di lavoro, nella parte che prevede di ricollocare professionalmente chi ricopre una funzione superiore, non organizzando mai i concorsi riservati ai cosiddetti passaggi verticali”.
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