Con un ritardo abissale e ingiustificabile, i maggiori sindacati della scuola annunciano proteste e scioperi, sostenendo che la lunga tregua è giunta al termine e che il personale si appresta ad entrare in mobilitazione. I motivi della protesta, scrive Orizzonte Scuola, risiedono soprattutto nella questione del reclutamento dei precari e sulla ripartenza a settembre. Per Anief non è solo una questione di sicurezza sanitaria, ma anche di riconoscimento del lavoro svolto da chi ha svolto i 36 mesi di servizio e rivendica a ragione l’immissione in ruolo su posto vacante, che altrimenti rischia seriamente in molti casi di essere assegnata con la causalità delle Messe a disposizione.
“Non si comprende come mai solo oggi i sindacati chiedono al Governo di cambiare registro – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – considerando che la pandemia ha reso la situazione della vacanza di posti solo più difficile da gestire. Ma non è certo la causa. L’Anief ha preso una posizione chiara sul problema del reclutamento dallo scorso novembre, con scioperi e sit-in davanti a Montecitorio, con tanto di audizioni e proposte di modifiche alle disposizioni normative in atto, in particolare all’allora decreto 126/19 salva-precari. Le richieste dell’Anief si sono poi spostate sul decreto Milleproroghe, con tanto di appello al premier Giuseppe Conte per vincere il precariato, sono confluite nella rivendicazione di risorse adeguate da approvare all’interno del Documento di Economia e Finanza primaverile”.
Sul problema del reclutamento, dagli stessi sindacati arriva la richiesta di attuare un concorso per titoli, al posto di quello riservato già bandito per la secondaria e per il quale la prossima settimana cominceranno ad essere accolte le domande. Su quello del ritorno a scuola a settembre, invece, chiedono un maggiore impegno economico, perché meno di un miliardo e mezzo in due anni non corrisponde neanche alla metà dei soldi chiesti dall’ex ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti alla fine del 2019.
IL PARERE DEL LEADER DELL’ANIEF
“Sui tempi lunghi delle procedure concorsuali – dice Marcello Pacifico, leader dell’Anief - si sapeva dall’inizio dell’avvicendamento degli ultimi due ministri, ma anche in quell’occasione le richieste dell’Anief non sono state prese in considerazione. È da allora che il giovane sindacato, in solitudine, spiega pubblicamente che i decreti attuativi della Legge 159/2019 e quindi anche dei concorsi ordinari e straordinari, compreso quello di religione cattolica, atteso da oltre 15 anni, avrebbero escluso ingiustamente tantissimi precari”.
“Non siamo stati ascoltati ed ora ne subiamo le conseguenze. A meno che la maggioranza si decida ad ammettere la realtà, mettendo da parte i concorsi lenti e discriminanti, per fare spazio a procedure che attingono direttamente dalle graduatorie esistenti, anche d’istituto nel frattempo trasformate in provinciali, come sembra che stia accadendo con l’approvazione dell’emendamento annunciato ieri dalla senatrice Bianca Laura Granato del Movimento 5 Stelle e sul quale è arrivato anche il via libera del Mef per l’aggiornamento immediato”, conclude il sindacalista autonomo.
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