È incredibile quello che è accaduto nella notte: dai resoconti pubblicati da alcuni parlamentari sui propri profili social, apprendiamo che sulla scuola è stata chiusa una mediazione che prevede addirittura un peggioramento delle condizioni inizialmente previste dal bando di concorso straordinario per la scuola secondaria. Il concorso viene rinviato al termine della pandemia, con prova a risposta multipla sostituita da un elaborato scritto e a settembre solo assunzioni a tempo determinato.
Marcello Pacifico (Anief): “Siamo basiti. Il tavolo politico partiva dalla richiesta di assumere attraverso titoli e servizi, per evitare una prova scritta che rischiava seriamente di fallire l’obiettivo di avere docenti in cattedra a settembre. La prova scritta invece non solo rimane, ma addirittura si alza di livello e le assunzioni in ruolo vengono rimandate a data da destinarsi. Siamo dinanzi ad un fallimento per la politica”.
Alla fine il risultato lascia tutti a bocca aperta, a parte i promotori dell'accordo. La verità, però, è un’altra: si è consumato, infatti, l’ennesimo voltagabbana nei confronti dei precari, che potrebbero uscire addirittura umiliati da questo accordo notturno.
Ad andare in stallo era stato il concorso straordinario per assumere 32 mila docenti della scuola secondaria. Un concorso che, secondo il bando pubblicato a fine aprile, prevedeva una prova scritta su una batteria di 80 quiz a risposta multipla da svolgersi, nelle intenzioni della ministra, in piena estate per far arrivare in cattedra a settembre i docenti. Ma la pandemia, di cui non è possibile prevedere l’evoluzione, rischiava di far saltare tutto, per non parlare delle proteste dei docenti precari che chiedevano di essere valutati in ingresso sulla base dei servizi (almeno tre anni) e dei titoli posseduti, e solo in uscita con il superamento dell’anno di prova. Soluzione che avrebbe consentito sicuramente di avere i docenti in ruolo al suono della prima campanella, in presenza o a distanza a seconda dell’andamento dei contagi.
Su queste basi, si è messa in moto la politica, in uno scenario che ha visto alcuni partiti contrari all'attuale formulazione del bando. Ieri la mediazione di Conte tra chi difendeva e chi voleva cambiare il concorso straordinario, con tanto di coup de théâtre: niente assunzioni in ruolo a settembre ma solo contratti a tempo determinato, prova scritta rinviata a pandemia risolta e per di più sostituita da un elaborato.
“Aspettiamo di leggere i dettagli dell’accordo – dichiara Marcello Pacifico, leader dell’Anief – ma se la sostanza è questa possiamo solo dire che siamo di fronte alla mediazione politica più fallimentare che si potesse immaginare. Non comprendiamo come sia possibile sedersi attorno a un tavolo partendo dalla richiesta di assumere per titoli e servizi, evitando una prova scritta inutilmente rischiosa per la salute dei candidati e per la necessità di avere docenti in ruolo già da settembre ed alzarsi (esprimendo soddisfazione!) dopo aver sostituito la prova scritta con un’altra prova, diversamente scritta, e aver rimandato tutto alla fine dell’emergenza. L’impressione sgradevolissima è che si stia giocando con la pazienza dei precari e con il diritto alla continuità didattica degli studenti”.
L’analisi dell’Anief sulle modalità di gestione del precariato in questi anni è impietosa: “Nessuno - commenta Marco Giordano, segretario generale Anief - si è scandalizzato, ieri, per lo svolgimento di ben due concorsi straordinari non selettivi (uno per infanzia e primaria, l’altro per la secondaria). Oggi, invece, si levano gli scudi contro l’ipotesi di un concorso che potrebbe selezionare sulla base di titoli e servizi. Secondo qualcuno, quindi, se il concorso prevede una prova orale (come nel caso dei due precedenti straordinari) non selettiva, il merito è garantito; se invece seleziona sulla base di titoli e servizi, si spalancano le porte alle invasioni barbariche nelle scuole”.
Il problema, per Anief, è proprio nel concetto di concorso straordinario, che va considerato sbagliato e dannoso. Soprattutto se si considera che in questo modo si crea solo l’illusione di poter risolvere un problema ordinarissimo e strutturale, quale è quello dell’abuso di precariato nella scuola italiana.
“È un dato di fatto – riprende Giordano – che solo Anief, da quando è nato (ormai da oltre dieci anni fa) ha chiesto di trovare una soluzione strutturale al problema, attraverso il rilancio del doppio canale: assunzioni al 50% da una graduatoria per titoli e servizi (le GaE, le GI o altra da costituire appositamente) e al 50% da concorsi ordinari, regolari nel tempo e selettivi nella forma, come tutti i concorsi dovrebbero essere. Inoltre, per tutti gli assunti la certezza di essere davvero in grado di fare questo lavoro che, ricordiamo, non richiede solo conoscenze ma anche capacità relazionali evolute da applicare alla didattica, si avrà solo al termine dell’anno di prova”.
Nemmeno l’aver vinto un concorso selettivo, infatti, secondo Anief offre alla scuola alcuna garanzia di mettere in classe un docente vero e non un semplice “esperto” della sua disciplina e delle principali teorie pedagogiche e metodologie didattiche.
“Se il testo delle modifiche da apportare al concorso straordinario confermerà quanto finora emerso – conclude Marcello Pacifico – siamo pronti alla mobilitazione contro questo accordo. Le vie dei tribunali sono di nuovo aperte”.
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