La ministra dell’Istruzione lo ha detto stamane parlando in Commissione Istruzione di Palazzo Madama: il numero che corrisponde all’attuale organico di diritto per Pacifico non è corretto. Comunque ora è al vaglio del ministero dell’Economia e delle Finanze che sta valutando le coperture finanziarie. Secondo il sindacato Anief, la richiesta di oltre 80 mila assunzioni a tempo indeterminato, sempre se accordata dal ministero dell’Economia, rappresenta un atto importante ma insufficiente per sconfiggere la piaga del precariato. Le cattedre davvero vacanti e disponibili sarebbero quasi più del doppio, al netto dei 60 mila trasferimenti: mancano all’appello oltre 70 mila posti in deroga di sostegno e altre decine di migliaia collocati forzatamente in organico di fatto pure essendo cattedre libere. La certezza è che il contingente di immissioni in ruolo si ridurrà anche quest’anno a meno della metà di quello autorizzato, per via del rinvio dei concorsi - non voluto dal ministro - ma richiesto da tutti in ragione dell'epidemia.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “assieme alla stabilizzazione su tutti i posti vacanti, compresi quelli illegittimamente posti in organico di fatto e tanti di sostegno in deroga, utilizzando la ‘chiamata veloce’ anche da graduatoria d’istituto, si dovrebbe procedere all’ulteriore assunzione di 150 mila docenti: solo in questo modo si potrà così tornare in classe in sicurezza e con orari didattici a tempo pieno. Considerando poi che si va verso il record nazionale di supplenze annuali, che potrebbero arrivare a 250 mila, riteniamo che anche questi contratti debbano essere sottoscritti a tempo indeterminato: nei nostri istituti sempre più digitali e interattivi, senza più classi pollaio e quindi al massimo di 15 alunni, occorre ripristinare gli organici precedenti al dimensionamento imposto a partire dal 2008, con scuole finalmente a misura d’uomo. Lo stiamo chiedendo da due mesi: oggi ci è stato annunciato che, di fatto, nemmeno si coprirà il turn over: non ci siamo, non è questa la strada che porta all’addio alla supplentite”.
Il ministero dell’Istruzione ha intenzione di assumere in ruolo, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, più di 80 mila docenti. L’annuncio è stato fatto oggi dalla ministra Lucia Azzolina durante un’audizione svolta nella VII Commissione del Senato: “È in corso di perfezionamento la richiesta al Mef di oltre 80mila assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per l’anno scolastico 2020-21”, ha detto la titolare del ministero dell’Istruzione anticipando iniziative di competenza del suo dicastero per l’avvio del prossimo anno scolastico tenuta presente l’emergenza epidemiologica di Covid-19.
Anief ritiene che le 80 mila assunzioni non corrispondano alle cattedre effettivamente libere, senza docente titolare: il numero di posti da coprire necessariamente con nuovo personale è molto ma molto più alto. Che si tratti di un dato numerico ampiamente sottostimato è dimostrato da fatto che vi sono altre decine di migliaia di cattedre collocate su finte cattedre di fatto. E ben 50.529 cattedre di sostegno in deroga, anch’esse vacanti e disponibili ma assegnati volutamente per legge solo fino al 30 giugno proprio per fare cassa sulla pelle dei precari (da lasciare in questo stato per decenni) evitando la loro stabilizzazione.
Se poi si considerano le necessità impellenti dovuti alle misure di prevenzione del Covid-19, riassunte nel documento prodotto dal Comitato tecnico-scientifico sulle misure di sicurezza per il rientro nelle classi a settembre, con l’esigenza di ospitare oltre un milione di alunni (il 15%) in 3 mila dei 15 mila plessi dismessi indicati dall’Anief, a questi numeri vanno aggiunti 150-160 mila docenti. Si tratta di una procedura necessaria, un investimento inevitabile, alla luce delle nuove esigenze che la scuola richiede: se invece si vuole continuare a considerare la scuola come una spesa, allora si continui con la vecchia logica delle assunzioni al minimo.
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