Nei giorni di concitata preparazione delle scuole per il rientro in classe di oltre 8 milioni di alunni, i vertici del Governo rassicurano sull’impegno presente e futuro verso il settore. Secondo il premier “tutto passa dalla scuola, il governo c’è, siamo tutti coinvolti in questa sfida. La vogliamo vincere tutti insieme”. Gli fa eco il ministro del Mef: “l'istruzione, la cultura, la ricerca - ha aggiunto - sono missioni fondamentali che noi metteremo al centro del Recovery Fund”.
Il sindacato Anief prende atto dell’impegno preso dal governo e su cui, in particolare, si sono soffermati il Presidente del Consiglio e il ministro del Tesoro nel ricordare una parte importante dei fondi derivanti dal Recovery Fund andranno proprio alla scuola: questa sarebbe quindi l’architrave del progetto che il nostro Paese si appresta a presentare a Bruxelles assieme al rilancio e supporto a settori fondamentali, come l’ambiente, le infrastrutture, la digitalizzazione e la sanità. Tutti contesti, a partire proprio dalla formazione e dalla Conoscenza, che negli ultimi tre lustri hanno dovuto fare i conti con tagli draconiani utili al solo scopo di ridurre la spesa pubblica senza farsi alcun problema sulle conseguenze nefaste riservate alle nuove generazioni.
Hanno avuto forte apprezzamento le parole spese in questi giorni verso la classe docente da parte del premier Giuseppe Conte, in vista dell’imminente inizio delle lezioni nell’anno scolastico più complicato degli ultimi decenni e in corrispondenza dell’approvazione delle linee guida generali dell’Italia sull’attuazione del piano di proposta da presentare ad inizio gennaio alla Commissione europea sulla ripartizione dei fondi relativi al Recovery Fund.
CONTE: TUTTO PASSA DALLA SCUOLA
“Mi rivolgo anche agli insegnanti – ha detto Giuseppe Conte -: a voi spetta un gravoso compito, dovrete fronteggiare le criticità di questa ripartenza. Siete un patrimonio inestimabile, cercheremo di valorizzare sempre di più il vostro ruolo. Se medici e infermieri sono stati i primi in trincea, voi adesso diventerete il punto di riferimento a cui la nostra comunità nazionale guarderà per proteggere i nostri ragazzi. Tutto passa dalla scuola, il governo c’è, siamo tutti coinvolti in questa sfida. La vogliamo vincere tutti insieme”, ha rimarcato il premier.
GUALTIERI: SERVONO SCUOLE MODERNE
A rafforzare le parole di Conte è stato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri: "La scuola sarà al centro del Recovery Fund – ha detto il ministro a margine di un'iniziativa elettorale in provincia di Firenze -: l'istruzione, la cultura, la ricerca - ha aggiunto - sono missioni fondamentali che noi metteremo al centro del Recovery Fund. Capitale umano e formazione saranno gli ambiti fondamentali su cui investiremo; noi vogliamo delle scuole moderne, delle scuole sempre aperte, cablate con la banda larga, ecologicamente efficienti, delle scuole che rafforzino la loro capacità di essere un centro di formazione e anche dove i giovani possano passare il loro tempo, in tutto il Paese".
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è bene che l’Italia confermi le intenzioni del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri proponendo alla Commissione Europea un piano di rafforzamento della scuola incentrato su interventi strutturali – come l’edilizia e la digitalizzazione – ma anche di potenziamento da attuare su più fronti: la riabilitazione dei 15 mila plessi, 4 mila istituti dismessi, altrettanti presidi e Dsga, spazzati via con il dimensionamento imposto dai ministri Tremonti e Gelmini e mai dismesso dai governi successivi; il ripristino di oltre 200 mila posti di docenti e personale Ata, oltre che dei docenti specializzati in inglese alla primaria e alle compresenze, a vari livelli, che tanto in alto avevano portato la nostra didattica; il ritorno ad un monte orario settimanale maggiorato”.
“Per non parlare – continua il sindacalista autonomo - dell’addio alla vergogna delle 20 mila classi pollaio ancora esistenti e dell’investimento medio annuo attuato per Scuola e Università rispetto al Pil, fortemente inferiore rispetto alla media Ocse e Ue. Ma anche di uno svecchiamento del corpo docente e di un reclutamento che parti dall’azzeramento del precariato. Questi sono solo alcuni dei punti, anche se tra i fondamentali, per far tornare la scuola Italia nelle posizioni di vertice che meritano i nostri giovani”.
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