Sui 50 mila maestri precari con diploma magistrale conseguito prima del 2002 serve chiarezza: lo ha detto oggi il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico, nel corso di un’intervista rilasciata ad Italia Stampa e nel giorno di svolgimento di un incontro nazionale in videoconferenza per fare il punto della situazione. “Con una ordinanza – ha ricordato il sindacalista - il Consiglio di Stato ha sospeso tre sentenze del Tar Lazio che ai sensi dell’Adunanza Plenaria avrebbe comportato la necessità di respingere la domanda di inserimento nelle GaE da parte di chi aveva un diploma magistrale. Quanto hanno ottenuto i legali dell’Anief dimostra che c’è incertezza sul fatto che questo personale dopo anni di precariato ed essere entrato nei ruoli, a volte senza clausola rescissoria e senza riserva”, debba essere messo alla porta. Una possibilità che i giudici, ordinando un’istruttoria al ministero dell’Istruzione che consente, nelle more, la conferma degli incarichi ricevuti, sembrano ora scongiurare.
Sulla stabilizzazione dei maestri con diploma magistrale l’Anief non demorde. Il leader del giovane sindacato ricorda che stiamo parlando degli stessi docenti che “insegnano da tanti anni ai nostri figli ed improvvisamente dovrebbero essere licenziati perché è mutata la giurisprudenza sull’inserimento nelle GaE. Noi riteniamo che come primo passaggio, in attesa di organizzare di un tavolo al Ministero, si vada a disciplinare il caso di chi ha superato l’anno di prova, perché in base al giudizio degli organi collegiali è stato comunque assunto neri ruoli dello Stato”.
Secondo il professore Marcello Pacifico, “nel momento in cui abbiamo avuto il record di mancate coperture di cattedre vacanti attraverso le assunzioni in ruolo, più di 50 mila sono andate a vuoto nonostante fossero autorizzate dal Mef, andare a licenziare delle maestre che da anni insegnano e che sono state giudicate idonee dagli organi collegiali come idonee per quel ruolo sarebbe l’ennesimo bluff, l’ennesima sconfitta dell’Italia”.
Per questi motivi, il sindacalista autonomo ritiene “che la partita sia ancora aperta sul reclamo collettivo presentato al Consiglio d’Europa, con il quale siamo andati a chiedere per tutti i precari con più di 36 mesi di servizio di potersi inserire in quel doppio canale di reclutamento che anche per la Cassazione e per la Corte Costituzionale è stato da sempre individuato come unico sistema per evitare l’abuso dei contratti a termine e rispettare la normativa comunitaria, al di là della mera stabilizzazione che si attua nel settore privato. Comunque, quindi, chiediamo che questo personale docente possa essere collocato nelle GaE ed essere immesso nei ruoli”.
Anief ricorda che in base alla recente relazione del Consiglio di Stato, il ministero dell'Istruzione non avrebbe ancora chiarito molti punti controversi come la situazione effettiva di molti ricorrenti già immessi in ruolo senza alcuna clausola rescissoria esplicita nei propri contratti e sulla loro possibilità di essere inseriti in GPS per poter conseguire supplenze successivamente all'eventuale licenziamento. Su questi e su altri punti focali, il ministero dell'Istruzione dovrà rispondere ai Giudici del Consiglio di Stato e presentare nuova memoria esplicativa e dettagliata.
Nel frattempo, come richiesto dai legali Anief, il Consiglio di Stato in via cautelare ha sospeso gli effetti delle sentenze TAR considerando che “l’esecuzione della sentenza impugnata è idonea a procurare un grave ed irreparabile pregiudizio in capo agli appellanti, alcuni dei quali già destinatari di atti di decadenza o di risoluzione contrattuale” evidenziando come “nella comparazione tra i contrapposti interessi, appare prevalente l’interesse a mantenere la res iudicanda integra, con conservazione dell’assetto cautelare pregresso in attesa della definizione del merito, per il quale viene fissata l’udienza pubblica del 25 febbraio 2021”. Attese a breve nuove ordinanze cautelari per tutti ricorrenti Anief interessati dalle sentenze di rigetto del Tar del Lazio.
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