Entra nel vivo la partita di assegnazione dei 209 miliardi di euro del Recovery fund che la Commissione europea assegnerà in primavere all’Italia: dopo la presentazione a Palazzo Chigi della bozza – da parte del Comitato interministeriale per gli affari europei - contenente sei “cluster” generici che poi andranno riempiti con gli oltre 600 progetti arrivati da ministeri ed enti locali, negli ultimi giorni il documento ha cominciato a prendere una sua conformazione in vista sia della consegna a breve in Parlamento sia alla trasmissione del testo definitivo già fissata per gennaio. Di questi temi, legati a doppio filo al Documento di economia e finanza, se ne parlerà sicuramente nel prossimo Consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi nella serata di domani. Intanto il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha messo in chiaro che la Scuola e la Conoscenza avranno un posto di primo piano nell’assegnazione dei fondi UE.
Marcello Pacifico (Anief): “Ampliare gli organici scolastici in rapporto alle esigenze del territorio anche in orario extracurriculare e l’anticipo dell’obbligo scolastico a 5 anni con estensione fino alla maggiore età deve essere una delle priorità. Perché ancora paghiamo le conseguenze di avere cancellato con la Legge 133/08 un sesto dell’organico di diritto e dell’orario scolastico, collocando la Scuola nei capitoli di spesa della spending review. Non è un caso se nel 2013 l’Italia è scesa a 4.455 ore studio nell’istruzione primaria, rispetto alle 4.717 dell’Ocse e 2.970 in quella superiore di primo grado rispetto alle 3.034 sempre dell’Ocse con un tasso di NEET tra i 15 e i 29 anni del 23,2% rispetto al 15,8% dell’Ocse. Nello stesso periodo un istituto su tre è stato cancellato come sede di direzione con processi di dimensionamento che oltre a ridurre l’organico di dirigenti e Dsga di 4.000 unità ne hanno colpito il funzionamento. Senza dimenticare l’innalzamento del numero di alunni per classe, all’origine dei 31.000 gruppi-pollaio, composti da 25 alunni, di cui oggi tutti parlano giustamente con indignazione”.
Dopo il Governo, anche la Banca d’Italia colloca la Scuola in posto di rilievo nella ripartizione del Recovery fund: "Le proposte sono tantissime – ha detto Visco -, sia quelle che il governo ha raccolto sia quelle che vengono fatte da molti gruppi istituzioni enti. Ogni giorno credo di ricevere uno o due documenti, credo che sia bene che proposte specifiche non vengano da parte nostra, ma possiamo identificare i ritardi che abbiamo" a partire dal “capitale umano”.
OPERARE SUL BASSO LIVELLO DI ISTRUZIONE
Interpellato specificatamente sui progetti dell’Italia per il Recovery fund, il governatore ha detto senza mezzi termini che occorre prima di tutto "operare sul basso livello di istruzione" anche "dotando l'intero ciclo di risorse migliori e più adeguate", come risulta "essenziale" recuperare il gap sulla ricerca, con la spesa "che è la metà della media Ocse. Sono problemi che sottolineiamo da anni" ha dichiarato il governatore della Banca d'Italia.
IL SOSTEGNO DEL SINDACATO
L’Anief ritiene che questo tipo di impostazione del Governo e del Ministero siano un buon viatico verso l’assegnazione coerente dei fondi del Recovery fund. Fu il presidente Anief, Marcello Pacifico, non a caso, a portare avanti questo genere di richieste duranti gli Stati generali di Villa Pamphili voluti dal premier Giuseppe Conte, sostenendo che per ammortizzare gli effetti della pandemia sarà fondamentale investire nel rilancio della scuola. E che i fondi serviranno per mettere in sicurezza e ammodernare le nostre 42 mila sedi scolastiche, ma anche per attuare un piano straordinario di 250 mila unità aggiuntive; procedere alla conferma nei ruoli di tutti i docenti assunti con clausola rescissoria, anche in considerazione del superamento dell’anno di prova; trasformare in organico di diritto per le immissioni in ruolo e i trasferimenti tutto l’organico curricolare e su posti di sostegno; rivedere gli organici nel rapporto alunni-classi, alunni-scuole autonome, alunni-insegnanti, alunni-Ata per garantire il corretto distanziamento sociale, la sicurezza durante l’attività didattica.
I fondi del Recovery fund, sempre secondo il giovane sindacato, devono servire per migliorare gli apprendimenti, contrastare la povertà educativa e il tasso di dispersione scolastica nonché le diseguaglianze sociali; rivedere i concetti di scuola a tempo pieno e a settimana corta; reintrodurre l’insegnamento per moduli nella scuola primaria e dell’infanzia con l’insegnamento specialista in lingua inglese e il docente di educazione fisica; stabilizzare almeno 40 mila unità di personale Ata ed educativo attraverso l’utilizzo delle graduatorie di 24 mesi e la realizzazione dei profili professionali già prevista dal Ccnl.
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