Dopo l’intervento del presidente Anief Marcello Pacifico agli Stati generali di Villa Pamphili voluti dal premier Giuseppe Conte, anche la ministra dell’Istruzione chiede un ruolo di tutto rispetto ad assegnare alla scuola nell’assegnazione dei fondi europei finalizzati al rilancio dei Paesi membri colpiti dalla pandemia da Covid19: “È necessario – ha detto Azzolina - che una parte consistente delle risorse a disposizione nell'ambito del Recovery Fund sia destinata al capitolo Istruzione. Si tratta di un impegno che Governo e Parlamento non possono non condividere perché proprio dalla scuola passa il futuro del Paese".
Marcello Pacifico (Anief): “Ha fatto bene la ministra Azzolina a rimarcare l’esigenza di assegnare alla scuola una parte consistente dei fondi provenienti dal Recovery Fund: i nostri istituti necessitano, oltre agli interventi di edilizia e digitalizzazione, anche di risorse professionali. Con la riattivazione di 15 mila plessi, 4 mila istituti autonomi dismessi, vanno infatti riabilitati altrettanti presidi e Dsga, ma anche ripristinati 200 mila cattedre e 50 mila posti di personale Ata, anche per garantire quel tempo scuola settimanale tagliato in tutti i cicli inopinatamente dal dimensionamento attuato dal 2008. È tempo di superare quelle logiche, come di cancellare classi pollaio e supplentite, svecchiare la classe docente e fare entrare a regime di tutte quelle figure professionali previste per legge ma mai attuate”.
L’INTERVENTO DELLA MINISTRA
È determinata la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, intervenuta oggi in commissione Istruzione e Cultura alla Camera, sui fondi del Recovery Fund che Bruxelles assegnerà la prossima primavera. "Le nostre idee e i nostri progetti saranno attentamente vagliati ma possiamo dire che il Governo ha già posto su di essi grande attenzione", ha assicurato la ministra.
La bozza del progetto sarà presto sotto esame del Parlamento italiano, in vista della consegna alla Commissione europea prevista per gennaio 2021. "Ascolteremo con profondo spirito di collaborazione e condivisione tutti i suggerimenti che giungeranno dal Parlamento", ha proseguito Azzolina sottolineando però che "abbiamo un'occasione di grande rilievo che non possiamo sprecare e una chiamata ad una grande responsabilità a cui non possiamo non rispondere. Se utilizziamo bene le risorse che perverranno dall'Europa potremo insieme intervenire su alcuni dei mali storici della nostra scuola, potremo lasciarci alle spalle le stagioni peggiori che l'hanno ferita più volte e l'hanno mortificata togliendole risorse e speranze".
Azzolina ha anche parlato di interventi per migliorare il rapporto numerico docenti-studenti per classe, diminuendo il sovraffollamento e per supportare il diritto allo studio nelle scuole e nelle università, con il preciso scopo di incoraggiare la formazione globale e lo scambio multiculturale: "L'obiettivo è accrescere le competenze chiave per l'apprendimento permanente, in particolare le competenze linguistiche, favorire l'accesso ad un'istruzione di qualità indipendentemente dal contesto socio-economico di appartenenza, contrastando il fenomeno della dispersione scolastica".
La ministra dell’Istruzione ha anche specificato che "la scuola deve essere prima di tutto sicura. Non posso nascondere - ha detto la ministra - che con non poche difficoltà, negli ultimi mesi, sono stati riavviati importanti stanziamenti che ora vanno sicuramente potenziati e fatti confluire in un Piano pluriennale complessivo di efficientamento e ammodernamento degli edifici scolastici. Questo piano deve contemplare anche nuove costruzioni, realizzate secondo principi di innovazione didattica, oltre che di sostenibilità energetica e ambientale".
IL COMMENTO DEL SINDACATO
Secondo l’Anief per ammortizzare gli effetti della pandemia sarà fondamentale investire nel rilancio della scuola. I fondi serviranno per mettere in sicurezza e ammodernare le nostre 42 mila sedi scolastiche, ma anche per attuare un piano straordinario di 250 mila unità aggiuntive; procedere alla conferma nei ruoli di tutti i docenti assunti con clausola rescissoria, anche in considerazione del superamento dell’anno di prova; trasformare in organico di diritto per le immissioni in ruolo e i trasferimenti tutto l’organico curricolare e su posti di sostegno; rivedere gli organici nel rapporto alunni-classi, alunni-scuole autonome, alunni-insegnanti, alunni-Ata per garantire il corretto distanziamento sociale, la sicurezza durante l’attività didattica, per migliorare gli apprendimenti, contrastare la povertà educativa e il tasso di dispersione scolastica nonché le diseguaglianze sociali; rivedere i concetti di scuola a tempo pieno e a settimana corta; reintrodurre l’insegnamento per moduli nella scuola primaria e dell’infanzia con l’insegnamento specialista in lingua inglese e il docente di educazione fisica; stabilizzare almeno 40 mila unità di personale Ata ed educativo attraverso l’utilizzo delle graduatorie di 24 mesi e la realizzazione dei profili professionali già prevista dal contratto collettivo nazionale.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE ANIEF
“Gli organici scolastici potenziati in rapporto alle esigenze del territorio anche in orario extracurriculare e l’anticipo dell’obbligo scolastico a 5 anni con estensione fino alla maggiore età – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – costituiscono degli obiettivi che non possiamo permetterci di non cogliere. Avere cancellato con la Legge 133/08 un sesto dell’organico di diritto e dell’orario scolastico, collocando la Scuola e il mondo della Conoscenza nei capitoli di spesa della spending review, è stato un errore gravissimo. I numeri parlano chiaro: nel 2013 l’Italia è scesa a 4.455 ore studio nell’istruzione primaria, rispetto alle 4.717 dell’Ocse e 2.970 in quella superiore di primo grado rispetto alle 3.034 sempre dell’Ocse con un tasso di NEET tra i 15 e i 29 anni del 23,2% rispetto al 15,8% dell’Ocse”.
“Inoltre, un istituto su tre è stato cancellato come sede di direzione con processi di dimensionamento che oltre a ridurre l’organico di dirigenti e Dsga di 4.000 unità, ne hanno colpito il funzionamento. E che dire – conclude Pacifico - dell’innalzamento del numero di alunni per classe, all’origine dei gruppi-pollaio che tanto pesano oggi in tempo di Covid perché non possono garantire il distanziamento tra gli alunni?”.
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