Dalla relazione “Education & Training Monitor 2020″ emerge che nei paesi dell’UE non solo parte degli studenti, ma anche delle percentuali non indifferenti di insegnanti della scuola secondaria di primo grado risultano raramente formati in modo adeguato sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ne deriva “la forte necessità di formazione nell’utilizzo delle competenze digitali per l’insegnamento”. Quanto agli investimenti nell’istruzione, secondo i dati della relazione di monitoraggio, gli Stati membri dell’UE hanno mantenuto la spesa pubblica per l’istruzione intorno al 10% della spesa pubblica totale. L’Italia, purtroppo, è indietro rispetto a questa media.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief), “è chiaro che per arrivare agli alunni servono strumenti adeguati. La stessa formazione non può prescindere dalla messa a disposizione di strumentazioni, attrezzature a connessioni online di primo livello. Tutte esigenze messe a nudo con l’attuazione forzata della didattica a distanza che ora sta ritornando in auge a causa dell’aumento esponenziale dei contagi corrispondente alla seconda ondata di Covid19. In questo quadro, ribadiamo la necessità estrema di allargare la card docente anche ai precari, che ingiustamente non la percepiscono. E lo stesso vale per il personale Ata, il cui apporto alla scuola è fondamentale e non può quindi più prescindere, anche operando in smart working, dalla fruizione di device, software professionali e reti internet. Come Anief, lo abbiamo chiesto al Governo attraverso l’estensione della card anche a queste figure professionale. Una volta soddisfatto questo passaggio si potrà finalmente attuare una formazione adeguata, per svolgere la quale c’è anche un contratto che la regolamenta. Il finanziamento di tali operazioni, come abbiamo detto più volte, verrebbe proprio dalla stessa Unione europea attraverso i fondi del Recovery Fund la cui emissione è prevista per la prossima primavera”.
Nell’Unione europea le competenze digitali di oltre il 15% della popolazione studentesca non sono adeguate. E anche quelle dei docenti, soprattutto nella scuola media. Lo ha rilevato la Commissione europea attraverso la relazione annuale di monitoraggio del settore dell’istruzione e della formazione: la relazione, che fa un raffronto tra Paesi, con 27 relazioni approfondite per paese, analizza l’evoluzione dell’istruzione e della formazione nell’UE e nei suoi Stati membri e presenta le strategie che possono aiutarli a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e della società.
La relazione “Education & Training Monitor 2020″, di cui Indire riassume i contenuti, ha approfondito le modalità di insegnamento e di apprendimento nell’era digitale: ambiti che la crisi del coronavirus ha esaltato, ribadendo l’importanza delle soluzioni digitali per la didattica. Ma ha anche fatto emergere le carenze esistenti. “Contrariamente alla percezione diffusa che i giovani di oggi appartengano a una generazione di “nativi digitali”, i risultati dell’indagine indicano che molti non sviluppano competenze digitali sufficienti”, ha sintetizzato la rivista specializzata Orizzonte Scuola.
In attesa che l’Unione Europea stanzi i fondi del Recovery Fund e l’Italia li destini anche a questo scopo, il giovane sindacato ricorda che la nota 2002 del 9 novembre 2020, concordata tra Ministero dell’istruzione, ANIEF e le altre oo.ss. firmatarie del CCNI, ha fornito alle scuole le indicazioni operative e i chiarimenti per la corretta gestione della didattica digitale integrata.
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