No all’allungamento del calendario scolastico perché non ve ne sono i presupposti; la prossima maturità si dovrà svolgere ancora con un unico orale, come nel 2020; assumere subito i precari con canale riservato, come ci chiede l’Europa perché i supplenti con 36 mesi hanno competenze da vendere e non squalificano la didattica; estendere l’obbligo formativo dai tra anni fino alla maggiore età degli alunni; classi da massimo 15 alunni, con Lim e connessioni web veloci: sono questi, secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, i punti prioritari che il nuovo Governo di Mario Draghi dovrà mettere in agenda per rilanciare la scuola. In una intervista a Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo spiega che “l’unica ipotesi per cambiare il calendario scolastico potrebbe essere giustificata soltanto da una chiusura totale di tutte le attività didattiche, ascoltando comunque le parti sociali e le istituzioni scolastiche. Non si può pensare che si sta scherzando, quando addirittura la legge prevede che tutta l’attività fatta sia oggetto di scrutini finali”.
MATURITÀ COME NEL 2020
Sugli esami di Stato della scuola secondaria di secondo grado, secondo Pacifico “per coerenza, visto che molti studenti delle superiori hanno fatto la stessa didattica a distanza, a parità di condizioni, si può confermare un’unica prova orale”. Il sindacalista ha detto che a giugno si svolgeranno gli esami di maturità e non si può fare diversamente: l’ipotesi di spostare in avanti la fine dell’anno scolastico è quindi “irricevibile, può essere discussa solo se si decide che la dad non sia più una soluzione. Soltanto in questo caso si può pensare di riequilibrare le pause didattiche”.
QUANTI POSTI VACANTI?
Per avere tutti i docenti in classe a settembre, il leader dell’Anief ha detto che “bisogna innanzitutto andare a fare una mappatura di quali posti siano veramente vacanti e disponibili tra gli organici in supplenza. Ricordo che quest’anno abbiamo l’organico suppletivo Covid ed è stato presentato un emendamento per prolungare fino a giugno i contratti. Poi ci sono più di 200mila contratti fino al termine delle attività didattiche e la maggior parte di questi contratti ad Anief risulta su posti vacanti, definitivamente vacanti”.
SVUOTARE LE GAE
Pacifico è convinto anche che “bisognerebbe dare i ruoli a questi due terzi di contratti entro luglio e quindi esaurire le graduatorie ad esaurimento” e tutte le liste “create dai concorsi ordinari e straordinari e procedere con un’assunzione di tutti i precari con 36 mesi di servizio, che sono docenti che da anni scrutinano i nostri studenti. Bisogna levare la leggenda” che il precario non è sinonimo di qualità. “La stabilizzazione dei precari non squalifica i livelli di apprendimento dei nostri studenti”, ricorda il sindacalista.
NO ALLE ASSUNZIONI DALLE SCUOLE
Secondo il presidente dell’organizzazione autonoma, “la soluzione non è quella di fare reclutare i docenti dalle scuole, ma quel canale riservato che chiede l’Europa, non in ultimo con l’accoglimento del reclamo collettivo da parte del Comitato europeo dei diritti sociali”, che ha accolto il ricorso Anief n. 146/2017 sull’ingiusta reiterazione dei contratti a termine a cui sono sottoposti a ogni inizio d’anno scolastico decine e decine di migliaia di precari, in pieno contrasto con la direttiva, la 1999/70/CE, che l’UE ha prodotto per evitare questa dinamica negativa.
LE COSE DA FARE
“Piuttosto che concentrarsi sul calendario scolastico – continua Pacifico - in questo momento, suggerisco a Draghi di concentrarsi sulle classi pollaio, sui plessi dismessi, sui posti tagliati sugli organici. La scuola in presenza può convivere col Covid con classi con 10-15 alunni, se ogni scuola avesse una lim e una connessione veloce. Bisogna affrontare la convivenza col virus e questo si fa non modificando il calendario scolastico, ma partendo dalla modifica delle aule scolastiche e rivoluzionando il rapporto alunni/docenti. Negli ultimi 15 anni anche un quarto del personale Ata è stato tagliato. L’azione rivoluzionaria deve essere fatta ora, a marzo, senza aspettare, utilizzando le risorse del Recovery Plan”.
NUOVO MINISTRO
A proposito del profilo del prossimo ministro dell’Istruzione, il presidente Anief ritiene che “dovrebbe essere qualcuno che si relazioni in maniera costante con le parti sociali per trovare delle soluzioni adeguate. Chiederemo una ridefinizione degli organici legata alle esigenze del territorio ed emergenziali del paese.
E poi il diritto allo studio: va garantito dal terzo al diciottesimo anno di vita dello studente, con la modifica delle norme sull’obbligo scolastico. E ancora: sconfiggere la precarietà, con la fine della supplentite”.
LEGGI L’INTERVISTA COMPLETA DEL PRESIDENTE ANIEF AD ORIZZONTE SCUOLA
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