L’allungamento del calendario scolastico per recuperare le ore di lezioni in presenza perse, citato oggi dal neo presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi al Senato, deve essere inteso come un atto volontario e da includere come attività aggiuntiva con compenso ulteriore: così replica Marcello Pacifico, presidente Anief, all’apertura del premier sull’esigenza di andare a scuola anche al pomeriggio, nei weekend, d’estate. “In dad si è lavorato”, commenta a caldo a Orizzonte Scuola il leader dell’Anief. “Se il recupero – dice il sindacalista - è inteso come attività aggiuntive retribuite e in maniera volontaria, un po’ come avvenuto a settembre, saranno di volta in volta gli insegnanti a decidere in consiglio di classe, in base alla certificazione delle competenze sviluppate dagli studenti, e gli apprendimenti raggiunti. Se invece questo recupero va inteso che il lavoro che si sta facendo in questo momento non viene preso in considerazione, ma non mi sembra si tratti di questo, allora non siamo d’accordo”.
Il nazionale presidente Anief ha tenuto a ricordare al neo premier “che c’è un contratto integrativo firmato dalle Organizzazioni sindacali e dal ministero sulla didattica integrata. Il contratto disciplina quello che la legge prevedeva, cioè il fatto che tutta la didattica a distanza fatta sia valutabile ai fini degli scrutini finali”. Pacifico ha anche ricordato che “la pandemia ha portato il mondo della scuola a confrontarsi con la tecnologia. La dad dovrà essere sempre considerato uno strumento funzionale e integrativo all’attività didattica in presenza. Sembrerebbe un controsenso quindi rispetto alla volontà di allungare il calendario scolastico”.
STIPENDI DA ALLINEARE
Mario Draghi ha fatto cenno anche alla formazione dei docenti per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni. “Certo – ha replicato ancora Pacifico - così come bisogna allineare gli stipendi alla media europea. Allineare l’età pensionabile, in Europa a 63 anni, allineare l’età di accesso, in Europa a 25 anni rispetto ai 40 in Italia. Noi abbiamo gli insegnanti più formati in Europa e con più titoli. Bisogna semmai snellire le procedure di reclutamento, evitare il precariato, stabilizzare i precari esistenti, adeguare l’organico di fatto all’organico di diritto. E poi riconoscere il burnout e quindi cercare di svecchiare con delle finestre ad hoc per le pensioni degli insegnanti, cercando di svecchiare la classe docente”.
RITORNO IN SICUREZZA
Sul ritorno a scuola in tempo di contagi da Covid, Pacifico ha detto che “per aprire in sicurezza ci vogliono più classi, più spazi, più plessi, più organici. Le regole ci sono, non ci sono i luoghi fisici e gli organici per farlo. Se si pensa di aprire le scuole oggi con le stesse classi pollaio e i plessi dimezzati e si pensa che l’organico Covid sia l’unica risposta, con il massimo della precarietà con 220mila insegnanti precari, non si può avere la sicurezza in aula”.
SUL COVID PRUDENZA
Il sindacalista autonomo ha aggiunto che “la scoperta di una nuova variante in Inghilterra, contro la quale sarebbe inefficace il vaccino Astrazeneca”, e “l’ulteriore scoperta di un’altra variante a Napoli, ci deve far riflettere. Serve prudenza e soprattutto non è più rimandabile un investimento sulla pianta organica e sul reclutamento del personale. Altrimenti non ne usciremo più da questa situazione. Un’occasione ora l’abbiamo: il Recovery plan. Il governo utilizzi queste risorse per ridefinire gli organici – pensando al distanziamento sociale nelle aule -, ripristinare i 12mila plessi dismessi, rivedere il rapporto alunni/insegnanti”, ha concluso Pacifico.
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