Ne sono convinti i legali dell’Anief, che stanno affilando le armi giudiziarie dopo le due decisioni della Plenaria del Consiglio di Stato e la recente sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 non è utile all’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento ma rimane titolo valido per accedere alle procedure di abilitazione e ai concorsi. Secondo l’avvocato Nicola Zampieri, la Cassazione ha messo l’indice sulla “delicata relativa alla natura abilitante o meno all’esercizio della professione docente per le classi di concorso scuola dell’Infanzia e Primaria del diploma magistrale, discostandosi dalla posizione assunta dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato”. L’avvocato Walter Miceli ricorda che il Comitato europeo dei diritti sociali di Strasburgo “ha appena accolto il reclamo n. 146/2017 presentato dall’Anief nei confronti dello Stato italiano in relazione alla situazione del precariato scolastico dopo la legge 107/2015. Nei prossimi mesi è attesa pure la decisione sul reclamo collettivo presentato per la peculiare condizione dei diplomati magistrale, il cui titolo di studio è stato riconosciuto con valore abilitante con un colpevole ritardo di ben 13 anni”.
L’Anief ha sempre creduto che sulla questione non si poteva mettere la parola ‘fine’. Secondo Marcello Pacifico, leader del giovane sindacato, “non era possibile che l’Unione europea smentisse se stessa abbandonando i precari con più di 36 mesi di servizio, negando loro di potersi inserire in quel doppio canale di reclutamento che anche per la Cassazione e per la Corte Costituzionale è stato da sempre individuato come unico sistema per evitare l’abuso dei contratti a termine e rispettare la normativa comunitaria, al di là della mera stabilizzazione che si attua nel settore privato. Ecco perché continuiamo a chiedere con forza che questo personale docente venga finalmente collocato nelle GaE ed essere assunto a tempo indeterminato”.
Sulle assunzioni di decine di migliaia di docenti precari con diploma magistrale la partita è ancora aperta. La conferma è arrivata pochi giorni fa, dal Comitato europeo dei diritti sociali, che ha detto la sua, difendendo i diritti dei precari, sulla procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea contro l’Italia per la mancanza di misure di prevenzione e di sanzione dell’abusiva reiterazione dei contratti a termine nel comparto scolastico. Ma non solo, perché gli avvocati dell’Anief Nicola Zampieri e Walter Miceli sostengono che con la sentenza n. 3830 del 15/2/2021, “la Cassazione, chiamata ad affrontare le note problematiche inerenti al diritto all’inserimento in GaE dei diplomati magistrale che hanno conseguito il titolo entro l’anno scolastico 2001/2002, ha deciso di prendere le distanze dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.
I due legali sostengono che la sentenza n. 11/2017 aveva infatti negato il valore abilitante del diploma magistrale, mentre “la Suprema Corte Cassazione aggiunge un ulteriore tassello alla storia infinita dei diplomati magistrale” dando “pieno valore abilitante del diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002”, pur specificando che “i diplomati magistrale non abbiano diritto all’inserimento in GaE poiché la precedente normativa avrebbe consentito l’inserimento nelle graduatorie provinciali e nelle graduatorie permanenti ai soli docenti che avevano anche superato una procedura selettiva”.
I CONCORSI NON BASTANO
Nel frattempo, i concorsi straordinari hanno costretto gli insegnanti ad accettare assunzioni a tempo indeterminato in sedi di servizio lontanissime dai luoghi di residenza, con conseguente frattura dell’unità familiare. E a riprova dell’inadeguatezza dei concorsi straordinari e delle altre misure finora adottate dal Parlamento italiano per ridurre il precariato scolastico, la Commissione Europea ha aperto una nuova procedura d’infrazione contro l’Italia per la mancanza di misure di prevenzione e di sanzione dell’abusiva reiterazione dei contratti a tempo determinato nel comparto scolastico. Per superare questo meccanismo senza vie d’uscita, sostengono i legali, non rimane che introdurre meccanismi non selettivi e automatici. In altre parole, lo scorrimento di una graduatoria per titoli e servizi. Ecco perché la pratica sui tanti docenti con diploma magistrale non è archiviata.
Il tempo dell’attesa, comunque, volge al termine. I due legali Anief fanno notare che il Parlamento nei prossimi giorni dovrà scegliere: o la progressiva stabilizzazione dei precari con il ripristino del doppio canale di reclutamento, così come propone Anief da oltre 10 anni, oppure lo stillicidio delle cause risarcitorie promosse dai precari per far accertare l’abusiva reiterazione dei contratti a termine.
PER APPROFONDIMENTI:
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