Gli attuali concorsi ordinari e straordinari non bastano a salvare la scuola dall’eccesso di cattedre vacanti: occorre introdurre delle modifiche all’attuale regolamento, così da permettere, già nei prossimi tre mesi, di portare all’immissione in ruolo meritocratica tanti candidati altrimenti destinati alle supplenze. Le proposte di modifica sono state tradotte dal sindacato Anief in una serie di emendamenti al Decreto Sostegni-bis, già fatti pervenire alla V commissione Bilancio che li esaminerà a breve, non appena terminata l’attuale fase di audizioni sull’intero impianto normativo approvato dal Consiglio dei ministri. In sintesi, le richieste di integrazioni e modifiche al decreto legge prevedono la valorizzazione dei precedenti idonei, il superamento delle prove con la sufficienza, la riapertura dei bandi, la partecipazione a tutte le sessioni, a prescindere dall’esito delle precedenti, l’uniformità delle prove e delle loro valutazioni.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “non si deve fare l’errore di semplificare solo una parte dei concorsi, perché si cadrebbe nella differenziazione di trattamento. Come sbaglia anche chi pensa che le procedure che chiediamo siano delle scorciatoie o sanatorie, perché comunque rimangono in vita delle prove di verifica da sottoporre a del personale già titolato e in alta percentuale che ha già ampiamente dimostrato sul campo le proprie competenze e capacità d’insegnamento. Negli altri Paesi europei, dove già la stabilizzazione dei precari storici è un normale epilogo professionali, non si organizzano concorsi pubblici con regole diversificate, in base alle classi di concorso, né si negano gli accessi alle future sessioni solo perché si è partecipato o meno, in modo positivo o negativo, alle precedenti. La ricerca del merito non può essere foriera di discriminazioni”.
Le prove concorsuali per accedere all’insegnamento necessitano di modifiche importanti. Le richieste del sindacato Anief toccano più punti: c’è la valorizzazione dei candidati idonei dei precedenti concorsi; si chiede quindi di portare il punteggio minimo per il superamento di tutti i concorsi per diventare docente di ruolo da 70/100esimi a 60/100esimi, ovvero alla soglia della sufficienza prevista per legge; di riaprire i termini per la presentazione delle istanze o la modifica dei requisiti di partecipazione ai concorsi che hanno subìto delle modifiche procedurali.
Ma anche di permettere ai candidati insegnanti che partecipano ad una qualsiasi procedura e non superano le relative prove, di presentare comunque domanda di partecipazione alla procedura concorsuale successiva per la medesima classe di concorso o tipologia di insegnamento, salvaguardando quindi la parità di accesso ai concorsi pubblici. L’organizzazione sindacale autonoma chiede infine ai deputati della V commissione della Camere di attuare tutti i concorsi per l’accesso all’insegnamento così già come previsto per quelli cosiddetti Stem, quindi senza differenziazioni di prove e di valutazione delle stesse in base al tipo di disciplina da andare ad insegnare.
GLI EMENDAMENTI ANIEF SUI CONCORSI DELLA SCUOLA:
31.
All’articolo 59, al comma 10, alla lettera a) inserire il seguente periodo: “I candidati che siano già risultati idonei in una procedura concorsuale possono avvalersi dell'eventuale migliore punteggio conseguito nella suddetta per i concorsi successivi.”
Motivazione: in considerazione dei bandi annuali e del mancato scorrimento delle graduatorie degli idonei al fine delle immissioni in ruolo, la norma intende riprendere quanto già previsto dall’art. 400, comma 12 del dlgs. 297/94 sulla conservazione del punteggio migliore già conseguito dal candidato.
All’articolo 59, al comma 10, alla lettera a) sostituire la parola “70” con “60”.
Motivazione: in considerazione della semplificazione delle procedure concorsuali, del numero delle cattedre autorizzate ogni anno per le immissioni in ruolo e di quanto già previsto dal dlgs. 297/94.
All’articolo 59, al comma 11, sostituire le parole “senza che ciò comporti” con la seguente “con”.
Motivazione: la norma garantisce il principio costituzionale di affidamento dei cittadini.
All’articolo 59, al comma 13, eliminare l’ultimo periodo. Conseguentemente si eliminano dal comma 18, primo periodo, le parole “anche in deroga al secondo periodo del comma 13”.
Motivazione: la norma garantisce il principio costituzionale della parità di accesso di tutti i cittadini ai concorsi pubblici.
All’articolo 59, al comma 14, dopo le parole “n. 499”, aggiungere le seguenti: “oltre a quelle”.
Motivazione: la norma garantisce il principio costituzionale della parità di trattamento di tutti i cittadini per l’accesso ai concorsi pubblici.
All’articolo 59, al comma 15, alla lettera a) e alla lettera b), sostituire “70” con 60”.
Motivazione: in considerazione della semplificazione delle procedure concorsuali, del numero delle cattedre autorizzate ogni anno per le immissioni in ruolo e di quanto già previsto dal dlgs. 297/94.
All’articolo 59, al comma 16, al primo periodo, dopo le parole “14 e 15”, eliminare la parola “non”.
Motivazione: la norma garantisce il principio costituzionale di affidamento dei cittadini.
PER APPROFONDIMENTI:
Emergenza precariato, in 250 mila il prossimo anno scolastico