“Il Governo si deve mettere in testa che le leggi che regolano il sostegno in Italia vanno cambiate – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ad iniziare dalla cancellazione dei posti in deroga al 30 giugno. Come non si può andare avanti con i ricorsi presentati dalle famiglie o dal sindacato, come facciamo noi da tempo con la campagna gratuita #nonunoradimeno, che solo attraverso il giudice riescono a garantire all’alunno disabile le ore settimanali di sostegno richieste dai gruppi operativi composti anche da medici e professionisti sanitari, invece negati cinicamente dall’amministrazione”.
Ad un mese dalle vacanze natalizie e a 75 giorni dall’inizio delle lezioni, un numero non indifferente di alunni disabili non ha ancora il suo docente di sostegno annuale e almeno uno su tre non ha un insegnante specializzato nella didattica speciale: lo scrive Il Fatto Quotidiano, ricordando anche che “il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi aveva annunciato in pompa magna che dal primo settembre i docenti sarebbero stati tutti al loro posto, ma la promessa del professore è smentita dai fatti”. I numeri sono implacabili: il rapporto di “Save the Children” dice che in Italia nell’anno scolastico 20/21 c’erano 268.671 disabili e 152.521 docenti di sostegno (tra specializzati e non), con i problemi maggiori nelle regioni del Nord. Ma anche “in Sicilia la situazione è paradossale: su oltre 23mila e 500 cattedre quasi dodici mila sono state assegnate a insegnanti di sostegno precari e in parecchi casi (il 20% circa) senza titolo di specializzazione”.
Sempre il quotidiano scrive che “al Nord non si trovano i docenti di sostegno specializzati perché l’Università non li ha formati. Al Sud ci sono invece migliaia di professionisti disoccupati. Parlano i numeri: negli atenei delle otto regioni meridionali e peninsulari l’offerta formativa è pari a circa 13mila posti contro i 3.500 dell’intero Centro Nord”. E “l’anno scolastico 2021/22 è cominciato con 278mila disabili in classe e solo 112.370 specializzati di ruolo e non. Le altre sono cattedre “in deroga”, cioè docenti senza la specializzazione. In quest’ultime settimane molti dirigenti per trovare i docenti di sostegno sono ricorsi alle cosiddette ‘Mad’”. Quindi, senza considerare migliaia di cattedre di sostegno attivati in corso d’anno dai giudici, sono 40mila quelle affidate a non specializzati.
In realtà, secondo l’Ufficio Studi Anief, sono circa 90mila le cattedre sono andate o stanno andando a supplenza annuale, con l’aggravante che di queste ben 66mila (dunque quasi il 40% dell’organico totale di sostegno), risultano in deroga, quindi assegnabili solo a precari e non utilizzabili nemmeno per i trasferimenti benché si tratti di cattedre vacanti a tutti gli effetti. E in gran numero vanno a docenti non specializzati.
“L’assurdo – commenta Marcello Pacifico, leader dell’Anief – è che è che si continuano ad attivare cicli di Tfa che non vanno oltre 20-22mila posti e pure maldistribuiti a livello territoriale: dove vi sono migliaia di cattedre libere, si specializzano centinaio di docenti; dove vi sono meno posti liberi, invece, si specializzano in migliaia. Per non parlare dei vincoli gratuiti sui requisiti di accesso ai corsi. A questo proposito, continuiamo a raccogliere adesioni al ricorso del sindacato contro il numero inadeguato di posti previsti per il VI ciclo Tfa sostegno ed; vogliamo incrementare il numero dei frequentanti i corsi di specializzazione favorendo l’ammissione ai corsi universitari specializzanti anche di chi è stato escluso in modo illegittimo”.
Dati ufficiali forniti dal Ministero dell’Istruzione: aggiornati al mese di ottobre 2021.
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