Si arricchisce di giorno in giorno di dettagli sconfortanti la vicenda della prova scritta del concorso ordinario della secondaria che ha escluso dell’orale una quantità impressionante di candidati.
All’eccessiva selettività, che ha escluso dall’orale anche oltre il 90% dei partecipanti, sta ora emergendo anche il trattamento discriminante: diversi candidati l’hanno definita una selezione farsa, un’offesa all’intelligenza dei docenti. E hanno denunciato all’Anief alcuni aspetti sinora non emersi: i pochi che hanno superato la prova scritta a quiz, ad esempio, sarebbero concentrati su turni particolari (i pomeridiani) evidentemente più vantaggiosi. Inoltre, sempre in base alle testimonianze, le commissioni durante lo svolgimento delle prove non avrebbero agito allo stesso modo: alcune non hanno ritirato il telefono cellulare; c’è chi ha fornito i partecipanti alla prova di carta e penna e chi no; addirittura c’è chi ha dato l’assenso, nei 100 minuti della prova, a mandare alcuni candidati ai servizi igienici. Ma purtroppo c’è molto altro: come il fatto che nei vari gruppi scuola social le domande venivano postate a prova conclusa, come pure la stampa ha riportato screenshot delle prove d’esame a testimoniare che i telefoni cellulari erano presenti nei laboratori e i candidati potevano comunicare tra loro.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “gli errori a catena commessi dall’amministrazione nell’organizzazione del concorso ordinario della scuola secondaria stanno confermando tutte le falle di un sistema che vuole cancellare la memoria storica dalla scuola. Quel che emerge sicuramente è la volontà di sbarazzarsi dei precari storici che, invece, andrebbero salvaguardati, come i panda”. Per questi motivi, il giovane sindacato continua a raccogliere segnalazioni utili per ricorrere e chiedere l'ammissione alle prove successive al Tar del Lazio: gli interessati possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., mentre coloro che sono stati danneggiati possono inviare le pre-adesioni al ricorso.
La lista delle incongruenze svolte durante la prova computer based del concorso ordinario è lunga. C’è stato anche il problema dell’avere “spalmato” le prove di materie affini e a cascata su turni diversi: questo ha facilitato i turni successivi ai primi. Non solo, chi ha un cognome con l’iniziale tra le prime lettere dell’alfabeto è stato penalizzato rispetto a chi lo ha dopo la prima metà; a quest’ultimo capitava nelle prove pomeridiane o il terzo turno, quando la modalità dell’esame oramai era nota ai candidati perché nei gruppi whatsapp erano presenti diversi quesiti.
Secondo Anief, si tratta di un esame che non può considerarsi obiettivo sul piano nazionale e rischia di mettere in ruolo dei docenti a scapito di altri, a causa di domande a crocette, di cui nemmeno il ministro considera la validità. La roulette russa si perpetrata sulla pelle dei candidati. Perciò l’esame stesso andrebbe annullato, perché i docenti meritano una selezione seria.
“I docenti precari – ricorda Marcello Pacifico, presidente Anief - sono in realtà insegnanti che negli anni hanno accumulato una tale esperienza di lavoro ricoprendo cattedre annuali, ruoli come coordinatore, tutor di studenti con disturbi specifici dell’apprendimento, responsabili di progetti, hanno partecipato alle commissioni per l’esame di maturità che, dunque, potrebbero essere affiancati ai giovani vincitori di concorso: di certo, tale patrimonio di capacità, tali risorse umane devono essere assorbite nelle scuole e non disperse”.
Il sindacato rammenta che l’Europa non chiede all’Italia di sostituire una classe di insegnanti con altri più giovani che, grazie all’abilitazione fornita dal concorso – ciò che non accadeva in passato – mette i vincitori (non utili per il ruolo) in una fascia di preferenze (la prima) che consente di aggiudicarsi le prime supplenze. In questo modo si spezza non solo la continuità didattica nelle scuole, ma si disperde un patrimonio di competenze inestimabile: un docente di 40, 50 o 60 anni, che ha lavorato negli istituti scolastici per 10-15 anni, rischia di vedersi soffiare il posto di lavoro da un giovane di 26-30 anni che si è abilitato grazie alle crocette mnemoniche, sorpassandolo nelle graduatorie i precari storici. Un sorpasso ingiustificato e subdolo visto che ai precari non è stata data la possibilità da otto anni a questa parte di abilitarsi e ora si trovano relegati nelle seconde fasce Gps. Fasce che dovrebbero essere destinate ai ruoli.
LA PROPOSTA ANIEF AL GOVERNO
Anief, pertanto, per non ritrovarci a settembre con le proteste delle famiglie che vorrebbero continuità di insegnamento, chiede al Governo di confermare sui posti occupati attualmente vacanti e disponibili o su cattedre al 30 giugno i docenti che stanno lavorando (con 36 mesi di servizio), dando loro la possibilità di abilitarsi in un percorso formativo di 40 ore prima della fine dell’anno scolastico o, comunque, entro il 31 agosto, in modo da non perdere la priorità nella scelta delle supplenze, cercando di favorire la continuità nella stessa scuola dove stanno attualmente prestando servizio.
Il concorso ordinario sta dimostrando tutta la vulnerabilità, poiché i quesiti in tutte le classi di concorso sono risultati mal formulati, fuorvianti, ingannevoli, errati, inoltre erano oggettivamente pensati per favorire giovani candidati che avevano più tempo da dedicare allo studio intenso, rispetto a chi lavora nella scuola e ha alle spalle una famiglia. Peraltro, ciò che è fondamentale per un docente, ovvero la capacità di gestire la classe, di collaborare con i colleghi, progettare sinergicamente, la metodologia didattica impiegata, non sono stati oggetto del concorso ordinario. Insomma, un concorso prettamente nozionistico, quando il ministro Bianchi chiede agli stessi insegnanti di non impartire agli allievi nozioni pure, ma strutturare una didattica cooperativa, collaborativa.
Perché giungere allo scontro generazionale, quando è possibile da una parte inserire nuovi docenti, dall’altra fare ciò che l’Europa chiede, ovvero stabilizzare gli insegnanti? Anief ricorda che una parte del personale Ata della scuola entra di ruolo con un concorso riservato, per titoli e servizi, non come quello strutturato per prove rivolto agli insegnanti: calcolando che non c’è più un divario stipendiale tra i diversi ruoli, considerando che la scuola necessita di docenti, è bene, come accaduto in passato, valorizzare chi già insegna.
PER APPROFONDIMENTI:
Supplenti, le ferie non godute vanno pagate: lo dice il Tribunale di Como
Pagare ai supplenti i giorni di ferie non utilizzati, il giudice ordinario di Parma non transige
Vaccino, per il Tar Veneto il personale sospeso per obbligo vaccinale va comunque pagato
Concorsi docenti, cambiano tempi e prove ma non i candidati: per Anief non ha senso