Le slide presentate oggi dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ai sindacati sull’importante tema del reclutamento da modificare come previsto dal Pnrr non ci convincono perché essere assunti come docenti diventa “molto più complicato di come è ora”: c’è l’intenzione di introdurre una fase transitoria sul precariato, allungando la fase di accesso (laurea a ciclo unico più un anno con accesso a numero programmato), ma anche valutando gli insegnanti sulla base della loro formazione e con conseguenti scatti di anzianità. A dirlo è stato questa sera Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, durante una diretta sui canali social del sindacato. Si allungano i Cfu, si introduce un numero programmato, non per entrare in ruolo ma solo per partecipare al concorso. I precari con 36 mesi potranno accedere direttamente alla procedura selettiva. “Ma già oggi possono partecipare al concorsi, quale è la miglioria?”, ha spiegato il sindacalista Anief.
“Per i prossimi due anni – ha continuato Pacifico - per entrare nella scuola bisognerà fare il concorso. In pratica si conferma quello che dice la Costituzione, ma non c’è un cenno alla Commissione europea con la quale Anief interferisce. Non è pensabile portare avanti questo stato di cose: bisogna introdurre il doppio canale. Con questo programma entreranno in ruolo in pochissimi, come è accaduto in questi giorni con i quiz del concorso della secondaria. Ci sono 165mila posti su cui assumere subito. La soluzione, ho detto al ministro, è quella di utilizzare le Gps per assumere: i precari non devono fare i concorsi. E chi non è abilitato può benissimo prendere l’abilitazione nell’anno di prova”.
“Non c’è ancora il decreto legge. Speriamo che non arrivi – ha detto ancora il sindacalista - . Lo Stato deve assumere i precari con servizio e gli idonei dei concorsi. Non è possibile che a distanza di tanti anni dalla Legge 264 del 1999, dopo 23 anni, che introduceva le Ssis, dobbiamo assistere all’assenza di proposte per stabilizzare ai precari. La dobbiamo finire. Le procedure diverse dal doppio canale di reclutamento non le possiamo accettare. Come abbiamo impugnato la Legge 107 del 2015 e il decreto delegato successivo del 2017, impugneremo anche questa. Ci sono docenti, come di religione cattolica, ma anche della primaria, che non hanno soluzioni. Come pure non si può essere assunti in ruolo e poi essere licenziati. E non si possono assegnare più soldi ai docenti sulla base delle valutazioni dei loro studenti: prima diamo gli aumenti legati all’inflazione e poi apriamo i tavoli negoziali. Il ministro – ha concluso - ha detto che rifletterà su quanto abbiamo detto”.
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