Collocare i docenti non vaccinati a supporto dell’istituzione scolastica, “in attività alternative a quelle di docenza”, come è stata fatto dal 1° aprile per effetto del Decreto Legge 24/22 e da una specifica nota ministeriale di alcuni giorni dopo, non può comportarne, stante la parità di retribuzione, un trattamento privilegiato rispetto ai colleghi vaccinati”. Come non può ridursi tale attività a 18 ore settimanali, perché “la prestazione lavorativa del docente non vaccinato sarebbe irragionevolmente dimidiata” e il preside che dovesse optare per tale soluzione “potrebbe addirittura incorrere in una responsabilità erariale”. A sostenerlo è l’Ufficio Legislativo del ministero dell’Istruzione, a seguito della richiesta di valutazione della parte del DL 24/22 in cui si indica il rientro in servizio dei lavoratori della scuola non vaccinati. Per il Capo dell’organo legislativo del Ministero, non fare effettuare a tali insegnanti 36 ore settimanali “comporterebbe un arbitrario e inaccettabile dimezzamento dell’orario lavorativo”.
Replica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Secondo noi c’è un equivoco di fondo, ovvero il fatto che il ministero dell’Istruzione si ostina a pensare che questo personale sia assimilabile a quello inidoneo. Ma in base a quale criterio può essere considerato tale, se si tratta di docenti sani? Perché devono svolgere un monte orario di un altro profilo professionale? A queste domande risponderà presto il giudice. Ci sono già centinaia di ricorsi presentati”.
Anief ha calcolato che sono in tutto 3.812 gli insegnanti non vaccinati tornati al lavoro a partire dal 1° aprile: tra questi, la maggior parte (1.059) sono docenti di ruolo della scuola secondaria di secondo grado, quindi in servizio negli istituti superiori. Secondo il giovane sindacato, il trattamento loro riservato, come a tutti gli altri, anche non di ruolo, si discosta da quanto previsto dalla funzione docente del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Come già indicato nelle FAQ Anief, l’organizzazione sindacale “ritiene che l’utilizzo del personale docente per ore aggiuntive rispetto a quanto previsto dal contratto di lavoro sia illegittimo per violazione delle norme contrattuali”.
Ne consegue che lo stesso giovane sindacato “sta predisponendo una apposita azione legale per impugnare i provvedimenti di assegnazione dei docenti a svolgere la prestazione lavorativa oltre le ore previste dal proprio profilo contrattuale e oltre il proprio mansionario con richiesta di pagamento anche dello straordinario”. Sempre Anief, sulle 36 ore settimanali imposte ai docenti non vaccinati ha avviato apposito ricorso: il giovane sindacato continua infatti ribadisce la richiesta di annullamento della nota del Ministro che impone le maggiorazione di impegno settimanale, ancora di più qualora sia seguita da ordine di servizio del dirigente scolastico e per richiedere comunque il pagamento delle ore straordinarie aggiuntive oltre il proprio orario di servizio.
Sul problema delle 36 ore settimanali imposte ai docenti non vaccinati rientrati in servizio, Anief continua a raccogliere segnalazioni a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., fornire i modelli di rimostranza e le adesioni al ricorso al seguente link con cui si chiede il pagamento di un compenso straordinario dovuto al lavoratore a fronte del suo impegno orario maggiorato rispetto a quanto previsto dal Ccnl.
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