I possibili incrementi di 200 euro lordi in più al mese per docenti e personale Ata da dicembre 2023 sono solo un punto di partenza per coprire l’enorme gap stipendiale che si è venuto a creare negli ultimi tre decenni: è questa la sintesi dell’intervento di Daniela Rosano, segretaria generale Anief, tenuto oggi durante “La Festa della Scuola”, in corso ad Ascoli Piceno.
“Veniamo da 25 anni di compressione del salario – han detto Rosano – e tra i paesi europei soltanto l'Italia ha il triste primato di uno stipendio medio inferiore di 3 punti percentuali rispetto alla media degli stipendi di 30 anni fa. Persino la Grecia rispetto a 30 anni fa ha incrementato la media degli stipendi di circa 30 punti percentuali”. Secondo la sindacalista Anief “è evidente che gli stipendi bassi rendano poco attrattive le professioni del personale della scuola: a fine carriera un professore di scuola secondaria di secondo grado percepisce, infatti, ben 250.000 euro in meno dei suoi colleghi europei”.
Il disavanzo stipendiale non è un calcolo dell’Anief, ma è inserito nel rapporto 2020 di Eurydice, la rete di informazione sull’istruzione istituita nel 1980 dalla Commissione europea e dagli Stati membri: “La verità è che servono risorse adeguate per l’aggiornamento del contratto 2022 – 2024 e l’allineamento all’inflazione – ha detto Rosano ricordando le diffide avviate dall’Anief per recuperare la piena indennità di vacanza contrattuale - : il decreto collegato alla Legge di stabilità ha previsto un anticipo sul contratto 2022-2024 per un ricalcolo dell’IVC che fa però riferimento al solo 2024, inoltre non riconosce questo anticipo ai colleghi a tempo determinato” (motivo per cui Anief ha predisposto un ricorso specifico per i precari, ai quali non sono destinati gli arretrati).
La segretaria generale ha anche parlato di reclutamento scolastico: “Occorre la previsione di un sistema di reclutamento strutturato – ha spiegato la sindacalista - che ci aiuti ad uscire dall’emergenza. Ricordiamo qualche dato: 200000 cattedre scoperte, scuole devono far ricorso alle MAD per esaurimento di tutti i canali di reclutamento, anno scolastico che inizia davvero – se va bene – nel mese di gennaio quando tutti i docenti sono in cattedra. Opportuna è l’apertura di un canale riservato e per soli titoli e servizi dedicati al personale abilitato/specializzato o che abbia già prestato servizio nel sistema nazionale d'istruzione”.
Anief, a tal proposito, evidenzia da tempo la necessità di prevedere, accanto procedure concorsuali ordinarie con l’accesso di tutti gli idonei nelle graduatorie finali che garantiscano l’accesso di personale qualificato e di solito più giovane, anche procedure riservate annuali e reclutamento da graduatorie per soli titoli con particolare valorizzazione del servizio prestato nel sistema nazionale di istruzione, senza escludere insegnanti di religione o educatori: “È indispensabile – ha aggiunto Rosano - ripristinare il doppio canale di reclutamento utilizzando in via ordinaria anche le Graduatorie Provinciali per le supplenze di prima e di seconda fascia da utilizzarsi in caso di esaurimento o incapienza delle relative Graduatorie a esaurimento per conferire il 50% del contingente utile per le immissioni in ruolo previa attivazione di corsi di abilitazione/specializzazione per il personale nominati”.
Questo sistema consentirebbe non solo di rispondere in modo più diretto, semplice ed efficace alla richiesta di personale immediatamente disponibile a ricoprire tutte le cattedre nella provincia, ma anche l’accesso per merito del personale precario con più di 36 mesi di servizio a tutti gli incarichi sia a tempo indeterminato sia a tempo determinato, rispondendo, così, anche al reclamo collettivo accolto dal Comitato europeo dei diritti sociali n. 146/2017 e alla procedura d’infrazione 4231/2014 ancora attiva. “Al decreto Milleproroghe – ha ricordato - abbiamo presentato proposte di modifica per rendere intanto strutturale il piano straordinario di immissioni in ruolo dal GPS estendendolo al posto comune”.
Sulla specializzazione dei docenti di sostegno e l’inclusione degli alunni disabili, Rosano ha ribadito che “la scuola ha bisogno di docenti competenti e specializzati, ancora quest’anno tuttavia il numero più alto di docenti precari è costituito dai docenti di sostegno, si tratta di circa 80000 docenti. È urgente l’accesso alla specializzazione su sostegno sia garantito a tutti coloro che desiderano completare questo percorso di formazione o almeno ai docenti che abbiano maturato tre anni di servizio sul sostegno al di là delle quote di riserva”.
Il sindacato ha sempre sostenuto che l’inclusione ha bisogno anche di continuità che solo la stabilizzazione può garantire. “Ricordiamo che il sistema dei posti in deroga – ha sottolineato Rosano - impedisce l’assegnazione ai docenti di sostegno di ruolo, occorre invece ricomprendere nell’organico di diritto i posti in deroga così che sia possibile stabilizzare su quei posti e garantire la continuità”.
Per quanto riguarda la disparità di trattamento tra personale precario e di ruolo, la rappresentante Anief ha ricordato che “sia dal punto di vista normativo che contrattuale continuano a mantenersi disparità Alcune di queste sono state sanate dal rinnovo del contratto 2019/21 (come i tre giorni di permesso retribuito) ma la maggior parte continuano a permanere”. Ad esempio, vi sono differenze sul conteggio dei giorni di malattia, sugli scatti automatici di anzianità, sulla retribuzione professionale, la Carta del docente. “Eppure – ha commentato - la direttiva europea del 1999 parla chiaro sull’obbligo di non discriminare il personale precario e sono necessari interventi normativi e contrattuali per sanare il divario”.
Sulla violenza sempre maggiore nei confronti dei docenti, Rosano ha ricordato che “il Ministro ha offerto l’intervento dell’Avvocatura dello Stato: in molti casi i docenti vittime di violenza riportano la difficoltà di gestire classi numerose soprattutto laddove sono presenti fattori di rischio per l’esplosione del disagio degli studenti. La presenza di più colleghi o di un educatore che si affianchi al docente curriculare consentirebbe una migliore gestione delle emergenze oltre che la loro prevenzione ovvero la presenza di classi più piccole laddove necessario”.
“Non dimentichiamoci – ha continuato - che il problema è strettamente collegato al contesto in cui è locata la scuola. È necessario analizzare il territorio: se un istituto che è collocato in un quartiere problematico, per abbandono degli studenti, forti flussi migratori o altro, non può avere lo stesso numero di docenti e Ata di una scuola inserita in un contesto ottimale. Certamente – ha concluso Rosano - si tratta di interventi che vanno oltre le competenze del ministero dell’Istruzione: servono più risorse dal ministero dell’Economia con il Governo a fare da cabina di regia”.
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