SCUOLA - Maxi conguaglio pure a marzo, a una docente stipendio di 30 euro: “perché non ci ha detto niente nessuno?” Anief: andava annunciato e dilazionato, è una beffa che si aggiunge alla mancata indennità di vacanza contrattuale piena

La scure del Mef continua ad abbattersi sul personale della scuola: non bastavano gli stipendi medi più bassi della PA, adesso arrivano anche i conguagli in soluzione unica a creare difficoltà economiche enormi a docenti e Ata. È capitato anche alla docente Anna Nervo, con oltre 30 anni di esperienza: dopo avere preso 25 euro a febbraio in busta paga, il suo stipendio di marzo, scrivono oggi La Stampa e Orizzonte Scuola, ammonta a meno di 30 euro a causa di un sistema di conguagli che ha penalizzato il personale scolastico che ha partecipato ai bandi per la formazione digitale nell’ambito del Pnrr.

Il motivo dello stipendio quasi azzerato si riconduce al fatto che nel 2023 Anna ha svolto un “servizio extra” di formazione nelle scuole-polo per iniziative nazionali di formazione digitale. Il compenso era ben pagato e già tassato in busta paga. Tuttavia, questi extra compensi hanno fatto sì che Anna passasse a uno scaglione di reddito più alto. Di conseguenza, le trattenute si sono completamente mangiate il suo stipendio. Il caso della docente Anna non è isolato. “Coinvolge molti altri insegnanti che hanno partecipato ai corsi di formazione del Pnrr. “Ci siamo prestati a questi corsi, abbiamo dovuto prepararci e studiare per proporli, e ora quanto abbiamo guadagnato ce lo vediamo asciugare con i conguagli, senza essere stati preallertati”, denuncia la stessa insegnante.

Su questo problema l’Anief ha da tempo espresso la sua posizione: dopo la denuncia alcune settimane fa, ribadita con la richiesta di dilazionamento del debito, il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha replicato come avrebbe dovuto, ma ha solo ricordato la legge impone la restituzione dei soldi in un’unica soluzione. “Stiamo assistendo ad un comportamento irrispettoso verso i lavoratori della scuola – ribadisce Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché non si può chiedere in un’unica soluzione la restituzione delle tasse non applicate l’anno passato in modo adeguato, non certo per colpa dei lavoratori. Inoltre, il taglio dello stipendio andava annunciato e dilazionato sino alla fine dell’anno. Va anche considerato che docenti e Ata si ritrovano già con degli stipendi assai più bassi rispetto ai colleghi europei e anche a quelli degli altri comparti pubblici”.

Anief ricorda che negli stipendi della scuola da diversi mesi si ravvisa anche la mancata applicazione completa dell’indennità di vacanza contrattuale piena, a seguito del ritardo del rinnovo del Ccnl 2022-24: “Finora questo ha prodotto una perdita media di 4.000 euro a lavoratore – spiega ancora Pacifico – e stiamo cercando di fare recuperare l’indennità piena con la presentazione di diffide per tutti i docenti e Ata, più ricorsi ad hoc per i precari. Chi vuole fa ancora in tempo a presentare le proprie ragione tramite gli avvocati che operano per l’Anief”, conclude il leader del giovane sindacato.

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