Pubblicato il DPCM del 13 novembre 2020 sull’adeguamento retributivo in Gazzetta Ufficiale che riprende l’incremento avuto mediamente dai dipendenti pubblici tra il 2018 e il 2019 certificato dall’ISTAT.
Marcello Pacifico (Anief): “Bisogna adeguare la retribuzione al costo dell’inflazione registrata negli ultimi dodici anni. Le buste paga degli insegnanti non soltanto sono inferiori a quelle dei colleghi europei ma sotto ancora di dieci punti rispetto al costo della vita. Né sono state riconosciute specifiche indennità di rischio biologico o di burnout. Come sindacato continuiamo a dire che non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico senza aumento degli stipendi, con inserimento anche dell’indennità di rischio collegata al Covid-19. Per noi è necessario incrementare gli stipendi mediamente di almeno 250 euro al mese, quindi di 3 mila euro l’anno; tale esigenza deve essere accompagnata a quella di abbattere la precarietà, oltre a quella della cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008”.
Tra le disposizioni approvate dal CdM, da domani all’esame della Camera e dal 12 gennaio a Palazzo Madama, ne risultano presenti diverse per il comparto della Conoscenza: tra le più importanti figura la proroga fino al 31 marzo 2021 dello stato di emergenza Covid19 e le supplenze Ata su posti ex Lsu, come le riunioni a distanza degli organi collegiali, mentre il CSPI deve dare parere entro sette giorni sugli atti ministeriali. Vengono inoltre prorogati a fine anno solare i concorsi per docenti di insegnamento della Religione Cattolica e dei dirigenti tecnici, come la spesa per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Marcello Pacifico (Anief): “Chiederemo modifiche in Parlamento per organici e assunzioni nonché sui lavoratori fragili e pensionamenti. Come è necessaria la riapertura delle Graduatorie a esaurimento, oltre che l’avvio dei concorsi per titoli per riassorbire il precariato”.
L'Anief vince ancora nei tribunali di tutta Italia e ottiene conferma che anche ai docenti immessi in ruolo dopo il 1° settembre 2011, ma con almeno un anno di precariato svolto entro il 2010/2011, va applicata la “clausola di salvaguardia” prevista dal CCNL 2011 che prevede il diritto al mantenimento del gradone stipendiale “3-8 anni”, molto più favorevole ai lavoratori. Marcello Pacifico (Anief): “Impegno Anief perché questo 2021 sia l'anno della rivalsa per i precari con il superamento di tutte le discriminazioni contrattuali e stipendiali”.
Arrivano dai Tribunali del Lavoro di Chieti e Lanciano (CH) altre sei sentenze emanate in favore di altrettante lavoratrici assunte come personale ATA che chiedevano il riconoscimento immediato e per intero del servizio svolto a tempo determinato nella ricostruzione di carriera, con conseguente riconoscimento anche degli scatti di anzianità mai percepiti durante il precariato. Il Ministero dovrà immediatamente re-inquadrare le ricorrenti, pagare loro le differenze retributive non corrisposte e più di 20.000 Euro di spese di giudizio. Marcello Pacifico (Anief): “Personale ATA da troppo tempo “dimenticato”, urgente modificare la contrattazione nazionale”.
La Legge di Bilancio 2021 porta delle risorse non sufficienti per rinnovo contrattuale dei lavoratori della scuola: per il triennio 2019-2021 dei settori della pubblica amministrazione sono stanziati infatti 400 milioni di euro che si aggiungono ai 3.335 già disposti con le leggi di bilancio del 2019 e 2020 per un totale complessivo di 3.775 milioni di euro. Tuttavia, osserva Orizzonte Scuola, le risorse effettivamente disponibili per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego ammontano a poco più di 3,2 miliardi. Alla fine della fiera, per il comparto scuola, che conta oltre un milione di buste paga, la cifra messa a disposizione per il rinnovo contrattuale comporta un aumento degli stipendi in percentuale di circa il 3,5%, ovvero 83 euro medi mensili lordi (ancora meno considerando l’IVC già in godimento che verrebbe riassorbita): una cifra, quindi, che fa il paio con quella di due anni fa, quando si registrò, in occasione dell’unico rinnovo contrattuale dell’ultimo decennio, un incremento del 3,48%, che portò infatti 85 euro medi lordi. Certo, alla fine molti insegnanti porterebbero a casa in più altri 100 euro (ma solo fino a 28mila euro di redditi) derivanti dal taglio all’Irpef che viene rifinanziato dalla stessa Legge di Bilancio. Ma i patti erano altri, pure con i precedenti ministri della Funzione Pubblica e gli stessi Bussetti e Fioramonti.
Come sindacato, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato Anief, “abbiamo sempre evidenziato l’anomalia degli stipendi della scuola. Con gli aumenti accordati si arriverebbe comunque ad assegnare dei compensi mensili ancora inferiori di sette punti all’aumento del costo della vita registrato nell’ultimo decennio, ma almeno con la possibilità dell’elemento perequativo, a copertura dei redditi più bassi dello Stato. Come sindacato, nell’ultimo periodo, a seguito dell’esplosione del Covid19, abbiamo anche chiesto a gran voce che si allineassero alle stime europee non solo con finanziamenti diretti, anche da privati o europei, a partire da quelli del Recovery fund, che portassero non meno di 250 euro al mese. Ma bisogna anche introdurre quell’indennità di rischio biologico, sinora riconosciuto solo ad altri comparti a partire da quello sanitario, che è alla base dell’alta percentuale di burnout nella categoria. Nel 2021 ci aspettiamo, infine, che cadano le odiose discriminazioni tra personale di ruolo e precario, oltre che il ripristino del primo scatto stipendiale, come l’Anief aveva chiesto con appositi emendamenti al Disegno di Legge di Bilancio 2021”.
Il sindacato rammenta che la Commissione europea sta operando su una direttiva specifica sulla definizione dei livelli minimi salariali (2020/0310 - COD). Anief ha chiesto, a tal proposito, al Parlamento e alla Commissione UE di sollecitare il Governo italiano perché si adoperi per attuare la revisione della tabella delle professioni a rischio biologico, partendo dal fatto che stiamo parlando di una professione particolarmente incline a procurare stress cronico. La stessa recente Direttiva UE della Commissione n. 2020/739 CE, del 3 giugno 2020, ha introdotto una modifica all’allegato III della Direttiva n. 2000/54 CE, perché sia inserito il Covid19 nell’elenco degli agenti biologici che possono causare malattie infettive nell’uomo. Poiché ad oggi nessuna modifica è stata apportata all’elenco delle attività professionali a rischio biologico, il sindacato ha deciso di denunciarlo.