Eppure si tratta di un fattore importante per l’equità, specialmente nella scuola primaria: il dato emerge da un’analisi di Eurydice, la quale ha rivelato che una spesa pubblica per studente più elevata può ridurre le differenze di rendimento tra studenti delle scuole primarie con risultati scarsi e buoni. Allo stesso tempo, vi sono differenze significative in tutta Europa nel livello di finanziamento pubblico per studente, che vanno da 1.940 (Romania) a 13.430 (Lussemburgo) standard di potere d’acquisto (SPA) e riflettono in parte le differenze di dimensione dell’economia dei rispettivi paesi.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “i fondi del Recovery Fund, che la stessa Unione europea assegnerà all’Italia, dovranno servire anche a elevare gli investimenti per gli alunni. E le linee guida generali presentate dal Governo fanno ben sperare. La scuola deve infatti rappresentare l’architrave del progetto che il nostro Paese si appresta a presentare a Bruxelles a gennaio. Essere scivolati al di sotto della media UE è tutto ‘merito’ dei tagli profondi attuati verso Scuola e Università negli ultimi tre lustri, con svariati miliardi risparmiati prima con il dimensionamento targato Tremonti-Gelmini e poi con la spending review applicata alla PA, conoscenza compresa.