L'Anief informa che l'udienza di discussione per la decisione sul diritto all'inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante è stata fissata in adunanza Plenaria del Consiglio di Stato al prossimo 15 novembre. Marcello Pacifico: ci costituiremo con i nostri legali e rivendicheremo i diritti di questi docenti illegittimamente esclusi dalle GaE.
Un supplente 67enne si era visto negare il diritto all'inserimento nella seconda fascia delle Graduatorie d'Istituto della capitale per “sopraggiunti limiti di età”: all’Ufficio Scolastico non è bastato sapere che al precario “storico” mancassero due anni per raggiungere la soglia del ventennio di contributi, indispensabile per ottenere l’assegno di quiescenza minimo. A quel punto, attraverso il sindacato, il prof si è rivolto al Tribunale del Lavoro di Velletri. Il quale gli ha dato ragione: potrà insegnare per altri tre anni. Come i colleghi di ruolo: per il giudice è infatti illegittima la parte del Decreto Ministeriale di aggiornamento delle G.I. 2017/2020 che nega la permanenza nelle graduatorie per le supplenze a quanti non hanno ancora raggiunto il minimo pensionabile.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Secondo il costante orientamento della Corte Costituzionale, conseguire la pensione minima costituisce un bene inviolabile - ex multis Corte Cost. n.33/2013 - e il Miur non può eludere tale principio con previsioni che discriminano il lavoratore precario rispetto al personale di ruolo, per cui è espressamente prevista la possibilità di permanere in servizio fino al raggiungimento del settantesimo anno di età, se può raggiungere il minimo contributivo ai fini della quiescenza. Non ci fermeremo qui: a quel docente va assegnato un assegno di pensione corrispondente a tutti gli anni prestati, non solo a una parte.
Il prof di 67 anni potrà infatti chiedere, con un altro ricorso, il riconoscimento per intero dei vent’anni di supplenze. Oggi la normativa scolastica gli riconoscerebbe solo i primi quattro anni per intero e tutti gli altri rimanenti solo per due terzi. In pratica, applicando la legge, perderebbe tra i 5 e i 6 anni di carriera. Con incidenza negativa su stipendio, scatti di anzianità (da assegnare anche per il periodo di precariato) e, di conseguenza, sull’assegno pensionistico. Invece, Anief chiederà di fargli riconoscere tutti gli scatti di anzianità maturatidurante il lungo precariato e la conseguenteanzianità di servizio maggiorata dopo il decreto di ricostruzione di carriera. Tra l’altro, da qualche giorno la domanda di ricostruzione carriera va presentata non più in modalità cartacea, ma via internet: attraverso il portale Miur “Istanze on line”.
Il Tribunale del Lavoro di Velletri, su ricorso patrocinato dal legale Anief Salvatore Russo, dà piena ragione a un docente precario che si era visto negare il diritto all'inserimento nella II fascia delle Graduatorie d'Istituto della capitale per “sopraggiunti limiti di età”. Il Tribunale del lavoro ha, infatti, evidenziato l'illegittimità di quanto previsto nel Decreto Ministeriale di aggiornamento delle G.I. 2017/2020 nella parte in cui non consente la permanenza nelle graduatorie per le supplenze a quanti non hanno ancora raggiunto il minimo pensionabile. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Secondo il costante orientamento della Corte Costituzionale, il conseguimento della pensione minima costituisce un bene inviolabile (ex multis Corte Cost. n.33/2013) e il Miur non può eludere tale principio con previsioni che discriminano il lavoratore precario rispetto al personale di ruolo per cui è espressamente prevista la possibilità di permanere in servizio fino al raggiungimento del settantesimo anno di età, se può raggiungere il minimo contributivo ai fini della quiescenza”.
Secondo le anticipazioni, gli interessati devono essere di ruolo in scuole statali (confermati dopo l’anno di prova, cioè immessi in ruolo almeno nel 2016-17). Non possono partecipare, quindi, docenti attualmente in servizio nella scuola paritaria. Nemmeno possono partecipare docenti al momento non di ruolo. Una delle novità di questa selezione è che potranno parteciparvi anche i docenti di ruolo che raggiungono i cinque anni con il servizio da precari. L’Anief non ci sta: il Miur dovrà spiegare ai giudici per quale motivo un docente precario laureato con cinque anni di anzianità di servizio, non debba mettersi in gioco e partecipare al concorso. Anche perché ci sono precedenti in tribunale, su casi analoghi, che reputano l’assunzione a tempo indeterminato non fondamentale per essere ammessi. Come quello del Tar Lazio che, con la sentenza 5011/2014, mai sospesa dal Consiglio di Stato, ha dato il via libera ai candidati alla precedente selezione. Anche in quell’occasione fu l’Anief a patrocinare la causa giudiziaria. Ed oggi il giovane sindacato ha già predisposto un nuovo ricorso, per le stesse motivazioni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Al Miur sanno bene che a favore della partecipazione dei precari ai concorsi pubblici si è espressa anche la Corte di Giustizia europea con il procedimento C-177/10 dell’8 settembre 2011. Allo stesso modo, tuteleremo vicari, collaboratori, responsabili o fiduciari di plesso che hanno svolto questo ruolo per almeno tre anni anche non consecutivi, qualora il punteggio riservatogli non sia adeguato al lavoro profuso. Inoltre, sempre per i cosiddetti vice-presidi, è importante che sia riservato il 50% dei posti a bando. Così come nella quota riservata, inoltre, andrebbero collocati anche quegli aspiranti dirigenti scolastici che non sono stati ancora assorbiti a seguito della rinnovazione delle graduatorie del concorso bandito nel 2011.
Nel frattempo, Eurosofia continua a organizzare corsiin presenzae a distanzaper prepararsi alle prove concorsuali usufruendo di vantaggiose convenzioni.
A pochi mesi dal sicuro ‘rompete le righe’ della Legislatura, gli esponenti dell’esecutivo Gentiloni continuano a dire la loro su un progetto impraticabile per il poco tempo a disposizione. Stamane, la Ministra dell’Istruzione è tornata a parlare di revisione dei cicli, definendolo un processo inevitabile: subito dopo ha però smentito, assieme alla carta stampata, anche la sua sottosegretaria all’Istruzione Angela d’Onghia, la quale si era espressa favorevolmente sull’idea di cancellare un anno di scuola media.
Anief ritiene che il bene più importante del Paese, i giovani, vada salvaguardato, prescindendo dal Governo in carica. Invece, si continua a navigare a vista, prendendo l’Europa, a pretesto, come riferimento solo per quel che fa comodo. Il giovane sindacato torna quindi a chiedere di portare l’obbligo a 18 anni, anziché gli attuali 16, riprendendo il progetto avviato quasi vent’anni fa dall’allora Ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer, però anche anticipando di 12 mesi l’inizio della scuola primaria. A dare credito a tale possibilità ci sono anche i pediatri. È di queste ore l’intervista al pediatra Italo Farnetani, ordinario alla Libera Università Ludes di Malta: ‘i nati dal primo maggio al 15 settembre, che compiranno dunque 5 anni prima dell'inizio dell'anno scolastico, potrebbero tranquillamente fare il loro ingresso in prima elementare’.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Ignorare certe autorevoli indicazioni significa volere non ammettere l’evidenza. Oppure lavorare per un solo scopo: cancellare altre 35mila cattedre. Assieme all’anticipo dell’obbligo scolastico, è ovvio che servirebbero anche altri provvedimenti. Come il ripristino dell’insegnante specialista di inglese alla primaria, che porterebbe 10mila nuovi maestri con competenze specifiche, anche in questo caso come si fa in tutta Europa. Allo stesso modo, all’interno del primo ciclo scolastico va assolutamente reintrodotta la didattica per moduli, con il maestro prevalente, un maggiore tempo scuola e la compresenza di due insegnanti, in modo da fare fronte al sempre più alto numero di allievi Dsa, Bes, stranieri e in generale con problemi di apprendimento. Con la nostra proposta, infine, si risolverebbe l’annoso problema dei maestri della scuola dell’infanzia estromessi dall’ultima riforma 0-6 anni prevista dalla L. 107/15.