È stato istituito, presso l’INPS, il Polo Unico per le visite fiscali inerenti alle visite mediche di controllo (di seguito VMC) per i dipendenti pubblici. Tale ente avrà il compito di effettuare sia le visite di controllo d’ufficio che quelle richieste (telematicamente) dall’Amministrazione di appartenenza del lavoratore assente per malattia.
Con la Circolare n. 37381, da Viale Trastevere si forniscono indicazioni alle scuole sulle modalità di supplenza dell’anno scolastico appena avviato: richiamando il comma 131 della legge di riforma Renzi-Giannini 107/2015 e la Legge di Bilancio 2017, il Ministero ribadisce l’intenzione di non stipulare più supplenze annuali al personale docente e Ata precario che ha svolto tre anni di servizio non continuativo su posto vacante. Il conteggio parte dal 1° settembre 2016. Penalizzati, ancora una volta, i docenti precari già abilitati della seconda fascia d’istituto: a poco servono le rassicurazioni del sottosegretario De Filippo sul “massimo impegno da parte del Miur in merito alle scadenze dei decreti attuativi e del bando di concorso previsto per Febbraio 2018”. Ma il problema esiste e la soluzione non è questa.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il blocco dei 36 mesi è una norma che non doveva essere approvata, perché costituisce la traduzione opposta di quanto ci indica da tempo l’Unione Europea: i tre anni di servizio a tempo determinato su posto vacante vanno considerati come soglia da valutare per l’assunzione a titolo definitivo. E non come blocco da imporre per scongiurare tale diritto. È evidente che la legge, il comma 131 della Buona Scuola, è stata creata appositamente per aggirare le direttive UE. Ma noi non ci stiamo: l’Ufficio legale Anief sta infatti valutando di proporre ricorso specifico contro la parte della Circolare Miur 37381.
Proprio su questi temi l’Anief, dopo la discussione dellapetizione presso il Parlamento Europeoe la presentazione del reclamo al consiglio d’Europa, di recente ha deciso di rivolgersi anche alla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’Uomo, proprio per consentire la stabilizzazione di tutto il personale docente e Ata scolastico con più di 36 mesi di servizio svolto. Nel frattempo,la Corte di Giustizia dell’Unione europea ha espresso forti perplessità sul limite dei 12 mesi di risarcimento sanciti dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 27384/2016) per indennizzare i precari della Pubblica Amministrazione che non vengono immessi in ruolo.
La Nota Miur n. 17030/2017, recante le nuove modalità e le tempistiche di presentazione delle domande di ricostruzione della carriera per il personale di ruolo che ha superato l'anno di prova, prevede che l’amministrazione scolastica di competenza, entro il 28 febbraio dell’anno immediatamente successivo alla proposizione della domanda, verifichi i servizi dichiarati dal dipendente e provveda a emettere il decreto di ricostruzione di carriera. Basti pensare che con le procedure tradizionali potevano passare anche più di cinque anni per ottenere il decreto, a causa dell’alto numero di pratiche rispetto all’irrisoria quantità di impiegati delle Direzioni Provinciali del Tesoro, soprattutto nelle province maggiori.
Il problema è che il mezzo si adegua ai tempi, ma non la norma. Perché il Ministero continua a dare indicazione ai dirigenti scolastici di riconoscere per intero solo i primi 4 anni di pre-ruolo, mentre tutto il resto del servizio svolto come supplente vale solo per due terzi. Così, ad esempio, a un precario storico con 16 anni di pre-ruolo vengono tolti illegittimamente, ai fini della carriera, ben 4 anni. L'Anief invita ad aderire al ricorso per l'integrale riconoscimento del servizio preruolo e a quello per il riconoscimento del servizio svolto nelle scuole paritarie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Abbiamo già vinto più volte in tribunale ottenendo il riconoscimento della pari dignità al servizio da precari e anche sulla questione del servizio svolto nelle scuole paritarie, abbiamo ottenuto successo ai fini dell'attribuzione di punteggio per la mobilità e abbiamo ottenuto pronunce anche sulla valutabilità di tali esperienze ai fini della carriera. Non esistono servizi di serie A o di serie B; esistono attività lavorative che hanno incrementato l'esperienza del lavoratore e che devono correttamente essere riconosciute ai fini delle progressioni di carriera senza alcuna discriminazione.
Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi Anief sulla ricostruzione di carriera, clicca qui .
A fronte dei tanti successi ottenuti in tribunale dall'Anief nel corso degli ultimi anni, il giovane sindacato autonomo rilancia i ricorsi volti a ottenere l'integrale e immediato riconoscimento del servizio svolto durante il precariato ai fini della ricostruzione di carriera e il ricorso per il riconoscimento degli anni di servizio nelle scuole paritarie. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L'attuale normativa interna prevede il riconoscimento dei primi 4 anni preruolo per intero e il restante per 2/3 in aperto contrasto con quanto previsto dalle direttive comunitarie che impongono, senza distinzione di sorta, la non discriminazione tra il servizio a tempo determinato rispetto a quello svolto dal personale di ruolo. Abbiamo già vinto più volte in tribunale ottenendo il riconoscimento della pari dignità al servizio da precari e anche sulla questione del servizio svolto nelle scuole paritarie, abbiamo ottenuto successo ai fini dell'attribuzione di punteggio per la mobilità e abbiamo ottenuto pronunce anche sulla valutabilità di tali esperienze ai fini della carriera. Non esistono servizi di serie A o di serie B; esistono attività lavorative che hanno incrementato l'esperienza del lavoratore e che devono correttamente essere riconosciute ai fini delle progressioni di carriera senza alcuna discriminazione”. Per ulteriori informazioni e aderire ai ricorsi Anief sulla ricostruzione di carriera, clicca qui .
Sarebbero 22mila su 52mila le cattedre che non andranno a ruolo per mancanza di aspiranti nelle GaE e nelle graduatorie di merito: rispetto alle immissioni in ruolo previste dal Ministero, mancano 10mila docenti di sostegno, più altri 12mila su cattedra comune, di cui circa 1.500 abilitati solo in matematica. Scarseggiano poi i docenti di lingue straniere della secondaria di secondo grado, soprattutto di spagnolo e al Nord. Sempre nella parte alta della Penisola mancano tanti docenti di lettere alle superiori. Questo significa che questi posti andranno tutti a supplenze annuali, per le quali erano previsti già 85mila contratti. Per la Ministra dell’Istruzione “se quest’anno ci saranno cattedre vuote in alcune discipline è perché non ci sono più docenti nelle graduatorie, soprattutto al Nord. Anche per questo abbiamo disegnato, con i decreti attuativi della riforma, un nuovo modello di reclutamento per la scuola secondaria”. Si va avanti, quindi, con la soluzione che porterà docenti in cattedra a tempo indeterminato solo dopo un lungo periodo, che varia tra i 3 e i 5 anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): E nel frattempo? Continueranno a ingrossarsi i numeri delle supplenze annuali. Con chi si è già formato chiamato a iscriversi all’ennesimo corso, con l’aggravante che dovranno pure lavorare per un certo periodo con lo stipendio più che ridotto. Altro che precariato messo alle spalle. Chi governa la scuola italiana ha agito all’opposto di quello che si doveva fare: assumere gli abilitati e pagarli da professionisti. Con l’aggravante di volere scaricare le responsabilità non su amministratori, politici e Parlamento, ma sui giudici che applicano la legge e difendono i principi della Costituzione. E il rimedio al problema non può essere certo quello di attuare un concorso a cattedra ogni anno, visto che sarebbe motivo di creazione di ulteriori graduatorie. C’è da fare solo una cosa: assumere subito chi è abilitato a questa professione, dovunque sia posizionato in graduatoria e ancora di più laddove vi sono posti vacanti che andranno a supplenza.