Viaggia alla media di oltre 3 mila sottoscrizioni al giorno l’iniziativa del medico Vittorio Lodolo D’Oria, tra i massimi esperti nazionali di "stress lavoro correlato" dei docenti, attraverso la quale si chiede di portare la retribuzione degli insegnanti al livello della media dei colleghi della UE; effettuare studi epidemiologici sulle cause di inidoneità all’insegnamento negli ultimi 10 anni, al fine di riconoscere ufficialmente le malattie professionali della categoria; stanziare fondi ad hoc per attuare la prevenzione delle malattie professionali ufficialmente riconosciute, il monitoraggio dello Stress Lavoro Correlato, nonché la formazione prevista, ma non ancora attuata; rettificare l’attuale regime previdenziale (Monti-Fornero) tenendo conto del DL 81/08 che considera variabili imprescindibili il prevalente genere femminile della categoria (83%), l’età anagrafica (invecchiamento), l’anzianità di servizio (usura psicofisica) e le malattie professionali. Si chiede di riconoscere infine quali attività usuranti tutte le categorie di docenti nei diversi livelli d’insegnamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Attraverso le risorse minimali stanziante nella Legge di Stabilità e il rinnovo del contratto al personale della scuola arriveranno appena 220 euro nette di arretrati per il biennio 2016/17 e aumenti di 40 euro mensili dal 2018. Sono cifre ridicole che si commentano da sole e che dei sindacati che tengono alla tutela dei diritti dei lavoratori non dovrebbero assolutamente accettare. Ma siccome sappiamo bene che non andrà così, noi abbiamo deciso di diffidare l’amministrazione e la Ragioneria dello Stato. Sulla richiesta di inglobare il lavoro che si svolge a scuola tra quelli usuranti, non ci stancheremo mai di ricordare che il lavoro che si svolge a scuola, anche del personale Ata, deve essere per forza di cose incluso. Non è possibile che lascino il lavoro a 66 anni e 7 mesi, dal 2019 probabilmente a 67 anni e in futuro quasi a 70. I dati internazionali ci dicono che già oggi sono la categoria più vecchia del mondo. Il gap potrà solo peggiorare. In Francia, ad esempio, oggi si lascia l’insegnamento a 60 anni: del resto la professione rientra già in quelle logoranti, come confermato dallo studio decennale ‘Getsemani Burnout e patologia psichiatrica negli insegnanti’, di cui lo stesso medico Lodolo D’Oria fu uno dei promotori.