Nonostante le 314mila immissioni in ruolo, effettuate nello stesso periodo per attuare quasi esclusivamente il turn over, gli istituti scolastici e chi vi opera hanno pagato il prezzo più caro della spending review attuata dagli ultimi governi. Perché altrimenti in organico non ci sarebbero oggi ancora quasi 100mila cattedre annuali, annualmente assegnate ai precari, e almeno 25mila posti liberi afferenti al personale Ata, anche questi destinati ad essere coperti con le supplenze annuali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La verità è che il comparto istruzione è stato trattato come un bancomat per salvare i conti pubblici in rosso. Si sono ridotte di un terzo le scuole autonome e con loro le segreterie scolastiche, si è tagliato il tempo scuola in tutti i corsi. Senza dimenticare che con la Legge 169 del 2008 è stato anche abbandonato il modulo e pure il maestro specialistico alla primaria e effettuate diverse sottili operazioni sull’organizzazione scolastica finalizzate al mero risparmio. Con la progressiva riduzione degli apprendimenti. È stato un errore strategico gravissimo tagliare di un sesto gli organici del personale e di un quarto quello dei suoi dirigenti, più una bella fetta di formazione, con norme che avrebbero dovuto garantire il pareggio di bilancio ma che alla lunga hanno prodotto addirittura un incremento del debito pubblico.
Ministero dell'Istruzione travolto a Torino dai legali Anief: pesante condanna per mancata corresponsione degli scatti di anzianità durante il periodo di precariato e riconoscimento del diritto all'immediata e integrale ricostruzione di carriera. Una docente ottiene il giusto risarcimento per un totale che supera i 20mila Euro. Ancora possibile aderire ai ricorsi Anief.
Ancora vittorie in tribunale per le tesi Anief contro il CCNI 2016 e le procedure di trasferimento effettuate dal Miur con modalità irrispettose del fondamentale principio del merito che, in alcuni casi, hanno letteralmente “distribuito a caso” e per tutto lo stivale i docenti che hanno partecipato alla mobilità. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “L'errore dell'algoritmo 2016 con cui il Miur ha gestito le procedure di mobilità è stato ancora una volta condannato in tribunale; abbiamo dimostrato ampiamente come docenti che avrebbero avuto diritto al trasferimento non sono stati soddisfatti e non hanno potuto rientrare nella provincia richiesta per un mero errore ministeriale nella gestione delle procedure”.
Udir, il giovane sindacato dei Dirigenti Scolastici invita tutti gli interessati, dirigenti scolastici in servizio o in pensione, a ricorrere gratuitamente per ottenere la perequazione esterna, ovvero la corresponsione integrale e a partire dal 1° settembre 2015 del differenziale della parte fissa della retribuzione di posizione tra i dirigenti dell'ex area VII e dell'ex area V. Possibile recuperare fino a 43mila Euro nel quinquennio.
Sull’accordo di un anno fa tra la Funzione Pubblica e i sindacati maggiori, l'Intesa del 30 novembre 2016, pesano le mancate coperture del Mef. Uno dei tanti nodi da sciogliere è relativo al Bonus Renzi da 80 euro che percepiscono molti insegnanti e impiegati della scuola poiché i loro compensi sono al di sotto del limite dei 26mila euro lordi annui, considerando anche che la media è scesa in pochi anni di 2mila euro attestandosi a poco più di 28mila euro annui e confermandosi di gran lunga i più bassi della pubblica amministrazione. Inoltre, come detto da tempo dall’Anief, il Governo starebbe anche cercando di produrre un “aumento a pioggia fino ad una certa soglia di redditi, ad es. 27mila euro, scendendo poi gradualmente al di sotto di questa soglia”, cercando in questo modo, con la tecnica alla Robin Hood, di risparmiare altri soldi. Come se chi ha più anni di servizio e guadagna un po’ di più dei colleghi non avesse lo stesso diritto a percepire l’aumento, almeno per sopperire all’avanzare dell’inflazione. Occorrono altri 200 milioni di euro che sommati alla cifra necessaria per non far perdere il bonus 80 euro salgono a 300 milioni”. Il problema, ribatte l’Anief, è che i soldi necessari sono molti ma molti di più: per uno stipendio medio di 31mila euro sinora sono stati stanziati appena 8 euro netti in media per il 2016 e 2017, più 40 euro a partire dal prossimo 1° gennaio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sono cifre ridicole, perché rispetto all'inflazione programmata nei dieci anni appena trascorsi, quando è rimasta bloccata anche l'indicizzazione dell'Indennità di vacanza contrattuale, i valori sono rispettivamente quindici e tre volte inferiori all'aumento del costo della vita. A queste condizione, visto che nemmeno lontanamente si recupera l’inflazione, il contratto non può essere quindi firmato: per tali motivi, Anief rinnova l'invito ai sindacati maggiori a non prendere in considerazione certi tipi di proposte, assolutamente irricevibili e indegne per chi opera per la formazione dei giovani di un Paese moderno quale dovrebbe essere l’Italia. Ma ci rivolgiamo anche al personale, invitandolo a non subire certe ingiustizie e a contrastare con noi i mancati adeguamenti stipendiali.
Il contratto, che doveva essere firmato, avrebbe dovuto prevedere aumenti dal 2018 di almeno 127 euro, considerando il tasso di inflazione programmata registrato negli ultimi dieci anni. A cui aggiungere 2.654 euro netti di arretrati. È per questo che si stanno profilando un rimborso e un aumento davvero ridicoli, senza contare che mancano le quattro mensilità del 2015. Per tali motivi, l’Anief diffida gli altri sindacati dalla firma e invita a inviare la diffida all’amministrazione e alla Ragioneria dello Stato per sbloccare l'Indennità di vacanza contrattuale.