Cresce il dissenso per l’autonomia differenziata che il governo vuole approvare entro la fine del 2023, a partire dal versante della Scuola. Gli alti rischi che comporterebbe la legge sostenuta dal ministro leghista per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, riguardanti l’aumento del gap tra scuole del Nord e del Sud, più ulteriori blocchi alla mobilità del personale, vengono adesso evidenziati anche dall’Ufficio parlamentare di Bilancio: in generale, i limiti, che “potrebbero essere significativi”, fanno seguito a quelli elencati giorni fa dalla Banca d’Italia, e riguardano vari aspetti tra cui la qualità dei servizi offerti ai cittadini. A rischio vi sarebbe “la diffusione di classi a tempo pieno nella scuola: i dati attuali evidenziano una fortissima differenziazione tra le varie Regioni, con quelle del Mezzogiorno che risultano in generale penalizzate”. Si andrebbe quindi ad acuire quel gap di competenze territoriali bene evidenziato qualche mese fa dallo Svimez con lo studio “Un paese due scuole”. Inoltre, sempre secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio, “il progetto potrebbe creare ostacoli alla mobilità dei lavoratori e al riconoscimento delle loro competenze specifiche”.