Rimangono tutti da sciogliere i nodi centrali di un provvedimento che se, come sembra, otterrà entro un paio di giorni la fiducia dell’aula del Senato, potrà solo che danneggiare il nostro sistema di istruzione, gli otto milioni di studenti iscritti e il milione di professionisti, insegnanti e Ata, che vi operano. Preoccupa la scelta di assumere 50mila docenti solo a livello giuridico, salvo farli inquadrare l’anno successivo all’interno dell’organico funzionale gestito da presidi sempre più amministratori delegati dell’azienda-scuola. Inoltre, si continua a tenere chiusa la porta agli abilitati dopo il 2011. L’unica buona notizia è il via libera all’immissione in ruolo degli idonei al concorso del 2012, ma si dimenticano tutti quelli delle selezioni passate.
Marcello Pacifico (presidente Anief): ancora esclusi coloro che hanno portato a casa una regolare abilitazione all’insegnamento solo per accedere ad una selezione pubblica. Si escludono anche tutti i precari che hanno svolto più di 36 mesi di servizio su posto vacante, che si ritroveranno con un pugno di mosche in mano: per costoro non rimarrà che fare un nuovo concorso, ripartendo daccapo come se le indicazioni dell’Unione europea e della curia di Lussemburgo sull’assorbimento del precariato non fossero mai esistite. La via del ricorso al Tribunale civile di Roma appare sempre più inevitabile.