La giovane organizzazione sindacale chiede di non mettere nero su bianco il pre-accordo sottoscritto una settimana fa con il Miur, perché con questo testo quasi tutti i trasferimenti fuori provincia saranno destinati agli ambiti territoriali e la stessa fine faranno i 56mila assunti con le fasi B e C della Buona Scuola. Andando a rinnegare la forte richiesta dei 600mila docenti che la scorsa primavera hanno scioperato proprio per dire no alla perdita di titolarità che la riforma ha come obiettivo finale per un altissimo numero di insegnanti. Prima di sedersi a trattare, quelle stesse organizzazioni sindacali sapevano bene di aver ricevuto un chiaro mandato.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ci vuole coerenza, dando seguito a quanto espresso per mesi dai vari sindacati che hanno promesso di non avallare alcun tipo di contratto contenente la chiamata diretta. Questa linea diventa ancora più importante da assumere, nel momento in cui le organizzazioni sindacali intendano far cancellare la norma dai tribunali o con un referendum popolare. È doveroso abbandonare subito il tavolo delle trattative e rispettare quanto già manifestato dal personale della scuola. Per impugnare, insieme, l’eventuale disposizione che l’amministrazione in maniera unilaterale adotterà.