Secondo la parte pubblica, il nuovo accordo comporterà una forte semplificazione dell’attività negoziale con le organizzazioni sindacali: “in passato, per gli 11 comparti e le 8 aree dirigenziali, era necessario concludere 38 accordi ogni 4 anni. Oggi, gli accordi da fare scendono a 8 per un triennio contrattuale”. Per accompagnare la transizione al nuovo assetto contrattuale, i sindacati avranno un breve periodo di tempo per realizzare processi di aggregazione o fusione. Nel frattempo, si sarà anche aperta la strada ai rinnovi negoziali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’accorpamento generalizza contesti lavorativi troppo diversi per essere riconducibili ad un unico macro-settore. Si confondono le specificità dei ruoli, in cambio di una gestione agevolata dell’attività negoziale i cui benefici diretti ai lavoratori sono tutti da dimostrare. L’altro aspetto che lascia a desiderare riguarda il rinnovo contrattuale. Perché si stanno creando tante aspettative, in primis da parte della Funzione Pubblica, dimenticando che sinora sono stati approvati dal Governo solo 155 milioni di euro, che porterebbero ai lavoratori la miseria di pochi spiccioli. Secondo i nostri calcoli, invece, occorrono quasi 6 miliardi di euro. Con la prossima Legge di Stabilità, ci aspettiamo un corposo investimento. In caso contrario, coprendo questa mancanza con l’aumento solo per le buste paga più basse e il merito da assegnare a pochi, ci ritroveremmo con un nuovo contratto non in grado di coprire nemmeno il salario minimo per adeguare le buste paga all’inflazione, come certificato nei giorni scorsi dalla Corte dei Conti.
La Corte costituzionale ritiene sanato l'abuso di supplenze, ma non ci saranno nuove assunzioni nella scuola. Chi era iscritto nelle Graduatorie ad Esaurimento è finalmente stato assunto dopo anni di attesa. Per gli altri, via libera ai risarcimenti: la Legge 107 ha stanziato apposta un fondo ad hoc. Ma rischia di non bastare.
Dopo i facili entusiasmi dei giorni passati, per le organizzazioni sindacali maggiori è arrivata la doccia fredda: l’amministrazione scolastica vuole inserire nella sequenza contrattuale due elementi che danneggerebbero, anziché tutelare, i docenti. Quello della scelta della sede svincolata dalle graduatorie che si formeranno in ogni scuola per il singolo posto (allora perché crearle?) e quello dell’innalzamento continuo dei requisiti nazionali da cui ogni dirigente scolastico estrarrà i quattro titoli da associare al posto libero.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la realtà è che si continua a trattare attorno ad una legge incostituzionale. Siamo stati sempre consapevoli che qualsiasi accordo non potrà sovvertire una norma-madre, contenuta dal comma 79 in poi della Buona Scuola, che permette ai dirigenti scolastici di scegliere il docente che ritiene più adatto. Se a questo aggiungiamo la possibilità di costituire l'utilizzo dei docenti nella rete di scuole, prevista dal comma 71 sempre della Legge 107, ci rendiamo conto che ai docenti è stata rifilata una trappola: spostarli per via discrezionale, eludendo le graduatorie incentrate sull’anzianità di servizio. Ed ora, uscire indenni da questo scenario è impossibile. A meno che non si impugni in tribunale l’accordo. Come già è accaduto con la chiamata diretta della Lombardia, sonoramente bocciata dalla Consulta.
La Corte Costituzionale si allinea al parere espresso a Lussemburgo dalla Corte di Giustizia Europea non ci sono “ragioni obiettive che giustifichino” la reiterazione delle supplenze oltre 36 mesi svolti su posti liberi. Ora potranno sbloccarsi i ricorsi pendenti presso i tribunali del lavoro, con migliaia di risarcimenti per il personale docente e Ata mentre i giudici potranno sempre disapplicare la normativa interna e, proprio nel rispetto della sentenza UE Mascolo del 2014 richiamata ora dalla Consulta, ordinare la stabilizzazione del personale precario.
Marcello Pacifico (presidente Anief): le nostre denunce erano corrette, tanto che con la riforma 107/15 c’è stato un primo timido segnale sia sul fronte delle immissioni in ruolo sia su quello risarcitorio. Pure i tribunali del lavoro italiani si erano già adeguati alla sentenza Mascolo, ordinando le stabilizzazioni e procedendo a congrui risarcimenti, in linea con quanto deciso di recente dalla Corte di Cassazione.
Il giovane sindacato ricorda a tutti i precari che, tramite il portale on line, è sempre possibile rivendicare l’immissione in ruolo, il riconoscimento degli scatti stipendiali e l’estensione dei contratti dal 30 giugno al 31 agosto.
Roma, 11 lug. (AdnKronos) - Ad un anno dall'approvazione della Buona Scuola, l'associazione sindacale Anief tira le somme: lo fa, a partire da domani fino a sabato prossimo, nella suggestiva cornice di Città del Mare a Terrasini, uno dei tratti più affascinanti della costa siciliana, dedicando la ''Scuola estiva 2016'' proprio a questo tema. Durante i cinque giorni, annuncia l'Anief, si affronteranno gli effetti sortiti dall'applicazione della Legge 107/2015 su diversi aspetti scolastici, pure di carattere gestionale ed amministrativo di cui si è parlato poco, ma con i quali il personale è obbligato a confrontarsi quotidianamente e da cui rischia di uscire ''sconfitto'': si cercherà anche di comprendere quali siano i motivi del dissenso che hanno condotto proprio le province della Sicilia a produrre un alto numero di firme per l'abrogazione, tramite referendum, della riforma su cui il Parlamento ha detto sì esattamente 12 mesi fa. Si inizierà, domani 12 luglio, con un focus sulla formazione continua e in ingresso del personale sulla scuola. Mercoledì 13, si parlerà di personale Ata: si affronteranno diversi aspetti di tematiche legate al mancato riconoscimento di tanti diritti ormai negati - come le stabilizzazioni congelate o il mancato accesso all'aggiornamento professionale - e riconquistabili solo attraverso aule giudiziarie, per ribadire e rilanciare l'importanza e la dignità di tutto il personale che non svolge compiti di docenza.
Presso Città del Mare a Terrasini, uno dei tratti più affascinanti della costa siciliana, sino a sabato, si affronteranno gli effetti che ha determinato l’applicazione della Legge 107/2015 su diversi aspetti scolastici, pure di carattere gestionale ed amministrativo: sinora se è parlato poco, ma è con questi che il personale è obbligato a confrontarsi quotidianamente. E da cui rischia di uscire “sconfitto”: si parlerà di formazione continua e in ingresso, di personale Ata, ricorsi, Rsu e contrattazione sindacale, convocazioni e contestazioni di addebito. Tra i relatori, vi saranno anche giudici della Corte di Cassazione e rappresentanti del Miur.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): da settembre la riforma entrerà a regime, supportata dalle prime approvazioni delle leggi delega che predisporranno la strada per l’applicazione delle norme, e il personale rischia di essere travolto. C’è il rischio concreto di vedersi privare di diritti sinora inattaccabili. Come la titolarità del posto e della presenza in classe. Per non parlare dei bonus professionali e degli incentivi assegnati solo ad una parte del personale, dell’organico potenziato tradito dal Miur, degli organi collegiali e dei comitati di valutazione mandati allo sbaraglio. I lavoratori sono disorientati su come muoversi. Noi cerchiamo di tracciare le possibili strade da intraprendere, anche di carattere legale, nei diversi casi in cui il legislatore ha pensato solo a tutelare lo Stato.
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