A ratificare la forte differenza di retribuzione annua è stata l’Aran che ha incrociato le retribuzioni medie pro-capite del 2014 emesse della Ragioneria Generale dello Stato: pur avendo maggiori responsabilità e un carico di personale dipendente molto più elevato di quello dell’altra dirigenza, i capi d’istituto percepiscono in media 62.890 euro annui, pari a 42mila euro l’anno in meno rispetto a un dirigente amministrativo e neanche alla metà dei colleghi che operano presso gli enti pubblici non economici (127.606 euro l’anno). Secondo Anief-Dirigenti serve uno stanziamento ad hoc con risorse fresche, come fece l’ex ministro Luigi Berlinguer.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’occasione del rinnovo è d’oro: a seguito, infatti, dell’accorpamento dei comparti pubblici da 11 a 4 i capi d’istituto nel prossimo contratto saranno collocati con altri dirigenti pubblici, come quelli di Università e Ricerca che, prima, facevano parte di un’area a sé stante. Le differenze, infatti, si possono fare sulla retribuzione variabile e accessoria, ma non su quella fissa e fondamentale. Per questo motivo, dalla Legge di Stabilità serve uno stanziamento di 480 milioni e minimo di 100 milioni.