Lo schema di decreto sul riordino del reclutamento dei docenti per il prossimo triennio esclude l’assunzione dei precari abilitati, ignorati dal piano straordinario di assunzioni, e di chi ha partecipato all’ultimo concorso a cattedra. Nessuna soluzione per i laureati che potevano misurare il loro merito e non possono conseguire l’abilitazione. Inoltre, i futuri tirocinanti lavoreranno senza aver riconosciuta la loro professionalità. Non si può prevedere una fase transitoria, senza tener conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non si può prevedere una fase transitoria per il reclutamento senza tener conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica. È impensabile continuare a tenere fuori la porta, praticamente nello stato di precari a vita, i tanti docenti che oggi garantiscono la regolarità delle lezioni nelle nostre scuole. Vale la pena ricordare che tra i 100mila docenti precari, che oggi ancora sottoscrivono una supplenza annuale o fino al termine delle lezioni, ben l’80% sono supplenti iscritti nelle graduatorie d’istituto: tutti insegnanti abilitati con lo stesso percorso e con le medesime modalità di chi li ha preceduti attraverso le Ssis fino al 2011. Ecco perché il sindacato continua a chiedere la tutela di chi lavora nelle scuole, nelle aule dei tribunali come al Parlamento.
Sindacato annuncia: al via ricorsi in tutta Italia.
Roma, 29 gen. (askanews) - "La quarta fascia delle Graduatorie a esaurimento per i docenti abilitati non si doveva fare: dopo che a dirlo era stato il Tar del Lazio, con una la prima sentenza emessa nei giorni scorsi, a dichiararne l'illegittimità è ora anche il Tribunale del Lavoro di Trani, il quale ha accolto senza riserve la richiesta di un docente abilitato, inserito dal Miur in tale fascia artificiosa: per il giudice, l'insegnante andava collocato nella terza fascia già dalla data di prima pubblicazione delle graduatorie del 2014 e in base all'effettivo punteggio posseduto". Lo afferma il sindacato Anief che annuncia l'avvio di ricorsi in tutta Italia per ottenere il recupero del ruolo o della supplenza mancata a causa dell'inserimento in quarta Fascia. Nella sentenza, il giudice spiega che il decreto ministeriale 235/2014 è illegittimo perché viola il principio fondamentale del rispetto del merito nelle Graduatorie ad esaurimento. Ne consegue - sottolinea l"Anief - che l'aggiornamento delle GaE di tre anni fa, utile per il triennio 2014/2017, doveva prevedere che i docenti collocati in quarta Fascia avrebbero avuto diritto a essere correttamente inseriti nella fascia precedente. Difatti, una volta acquisito il requisito di ammissione nelle Graduatorie d'interesse, come già confermato dal TAR del Lazio, "l'unico criterio di graduazione - riporta la sentenza - è quello che discende dalla valutazione dei titoli al fine di individuare i più capaci e meritevoli, non essendo il momento di conseguimento dei requisiti di ammissione utile a individuare i soggetti più capaci e meritevoli". Il Tribunale del Lavoro di Trani si è espresso sulla stessa lunghezza d'onda, ricordando anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 ottenuta dall'Anief, ribadisce che "un'interpretazione come quella fornita e applicata dal ministero si pone in netto contrasto col principio meritocratico affermato dalla Consulta e non può che essere ritenuto incostituzionale per violazione dell'art. 3 della Carta". Pertanto, osserva Anief, la "collocazione in quarta fascia risulta a tutti gli effetti un atto autoritativo senza rispetto per i canoni costituzionali". "L'illegittimità della collocazione in quarta Fascia - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - era palese e noi l'abbiamo denunciata sin dalla sua creazione. Il Miur non poteva distinguere le Graduatorie a esaurimento e porre in posizione deteriore, la cosiddetta 'fascia aggiuntiva', docenti aventi maggior punteggio rispetto ad altri che, pur con un punteggio inferiore, sono stati collocati in terza fascia. Abbiamo fatto notare all'amministrazione che i precetti costituzionali non possono essere aggirati. Ma non siamo stati ascoltati. Ora, procederemo con specifici ricorsi, per ristabilire la legalità attraverso il tribunale: i docenti collocati in quella fascia hanno diritto all'immissione in ruolo retroattiva in base al merito. Un motivo in più - conclude Pacifico - per aggiornare le GaE sin da subito, assieme alle graduatorie d'istituto, anziché attendere un altro anno".
L’attuale schema, in questi giorni all’esame delle commissioni parlamentari, diminuisce infatti ulteriormente l’indennità fissa di sede (-38% dal 2014 per docenti superiori), penalizza il rientro in Italia (no al super-punteggio e sì ad ambiti territoriali), cancella le supplenze (ore aggiuntive obbligatorie per chi è in servizio), svilisce la dirigenza (lontana dall’ISE dei diplomatici), mortifica le reggenze (nessun esonero o indennità), introduce un tetto all’organico di sostegno (10 unità). Per il sindacato è un’operazione inconcepibile proseguire coi tagli ai corsi e alle docenze all’estero avviati durante il Governo Monti, che ha già ridotto il numero di corsi e di docenti in servizio fuori Italia, penalizzando la domanda e l’allargamento dell’identità culturale italiana nel mondo. Inoltre, solo nel 2015 un docente di scuola superiore, a seguito delle operazioni di spending review, ha perso il 12% di indennità di sede. Ora, con la proposta di riforma, si aggiungerebbe un’ulteriore perdita netta del 26%. Svariate le proposte di modifica presentate dal sindacato all’Atto n. 383.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non possiamo permettere che come ‘ringraziamento’ al servizio prestato dai precari nell’ultimo quinquennio si proceda alla loro cancellazione. Così come sono inaccettabili le probabili riduzioni di organici e gli spezzoni di ore. I problemi del precariato si risolvono invece riconoscendone dignità e parità di trattamento, alla luce anche delle ultime sentenze della Cassazione che equiparano il servizio pre-ruolo a quello di ruolo. Lo stesso vale per l’indennità tabellare, senza per forza rivolgersi a professionalità esterne non abilitate in Italia per le stesse materie. Se passa le delega, piuttosto che scegliere la sede e aver riconosciuto un super-punteggio, il personale si ritroverà suo malgrado nella ‘bolgia’ degli ambiti territoriali. Inoltre i nostri governanti sembrano non sapere affatto che ‘reggere’ una scuola all’estero, in assenza di un dirigente scolastico, non può prescindere dall’esonero dall’insegnamento e da un trattamento economico adeguato.
A Palazzo Madama arriva il decreto per l’approvazione definitiva. Per l’istruzione, diverse le richieste di modifica in vista del prossimo anno, per evitare che subentrino gli stessi problemi che hanno costellato l’anno in corso. Tra le modifiche dell’Anief reputate ammissibili, le assunzioni dei docenti delle scuole statali frequentate da alunni tra 3 e 6 anni, dove è alta la percentuale di supplenti; gli idonei nelle graduatorie di merito dei vincitori del concorso a cattedra ma ancora non assunti, poiché rischiano di rimanere al “palo” per via della prossima soppressione delle stesse; la tutela dei partecipanti all’ultimo concorso per dirigenti scolastici, rimasti impantanati nella burocrazia. All’ultimo momento, invece, disco rosso per l’emendamento sulla stabilizzazione di Ata ed educatori, esclusi a sorpresa dal piano straordinario dell’ultima riforma.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sugli abilitati di seconda fascia d’istituto non ci arrendiamo, perché durante le prossime audizioni, riproporremo lo stesso tema ai parlamentari poiché chiedano al Governo di modificare la gestione della fase transitoria prevista dal decreto legislativo sulla formazione iniziale e reclutamento della L.107/2015. I docenti abilitati hanno diritto a essere assunti al di là dell’anno o della tipologia di abilitazione, specie quando sono impiegati come supplenti annuali (circostanza che si realizza nell’80% dei casi) per fare funzionare le nostre scuole. Di sicuro, continueremo la nostra azione per tutto il prossimo mese.
Il Tar del Lazio e il Tribunale del Lavoro di Trani si esprimono sulla stessa lunghezza d’onda: l’insegnante andava collocato nella terza fascia, già dalla prima pubblicazione delle graduatorie del 2014 e in base all'effettivo punteggio posseduto. Si dà, così, sempre più credito alla denuncia dell’Anief sulla convinzione che da anni i supplenti siano gestiti e graduati con liste d’attesa sbagliate e da rifare. Per il giudice di Trani un’interpretazione come quella fornita e applicata dal Ministero si pone in netto contrasto col principio meritocratico affermato dalla Consulta (il D. M. 235/2014) e non può che essere ritenuto incostituzionale per violazione dell'art. 3 della Carta costituzionale. L’accesso ai pubblici uffici va garantito a tutti coloro che ne hanno titolo, indipendentemente dal momento in cui l’hanno conseguito. Partono i ricorsi Anief in tutta Italia per ottenere il recupero del ruolo o della supplenza mancata a causa dell'inserimento in quarta Fascia.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per noi era una situazione palese e l'abbiamo denunciata sin dalla sua creazione. Il Miur non poteva distinguere le Graduatorie a esaurimento e porre in posizione deteriore la cosiddetta ‘fascia aggiuntiva’, docenti aventi maggior punteggio rispetto ad altri che, pur con un punteggio inferiore, sono stati collocati in terza fascia. Per questo procederemo con specifici ricorsi, per ristabilire la legalità attraverso il tribunale: i docenti collocati in quella fascia hanno ora diritto all'immissione in ruolo retroattiva in base al merito. Un motivo in più per aggiornare le GaE sin da subito, assieme alle graduatorie d’istituto, anziché attendere un altro anno.
Dopo il successo presso il TAR del Lazio con la prima sentenza che dichiara l'illegittimità dell'inserimento in IV Fascia dei docenti abilitati e stabilisce che la corretta collocazione doveva essere in III Fascia, l'Anief vince anche presso il Tribunale del Lavoro. Partono i ricorsi Anief in tutta Italia per ottenere il recupero del ruolo o della supplenza mancata a causa dell'inserimento in IV Fascia.
Vittoria piena dell'Anief, dunque, anche presso il Tribunale del Lavoro contro le illegittimità poste in essere dal MIUR. Il ricorso, patrocinato dall'Avv. Michele Ursini, presso il Tribunale del Lavoro di Trani, viene accolto senza riserve e viene dichiarato il pieno diritto di un docente abilitato inserito in IV Fascia GaE, alla corretta collocazione in III fascia sin dalla data di prima pubblicazione delle Graduatorie del 2014 e in base all'effettivo punteggio posseduto. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) “L'illegittimità della collocazione in IV Fascia era palese e noi l'abbiamo denunciata sin dalla sua creazione nel 2012. Adesso procederemo con specifici ricorsi per ristabilire la legalità e il diritto all'immissione in ruolo in base al merito”. Aperti, infatti, i ricorsi Anief rivolti ai docenti inseriti in IV Fascia che avrebbero ottenuto l'immissione in ruolo o una supplenza migliorativa se correttamente collocati in III Fascia.
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