Sulla selezione pesano la mancanza di trasparenza, le valutazioni inadeguate, i vizi di forma e i programmi allargati a più classi di concorso o cambiati all’ultimo momento. Poi ci sono i casi clamorosi. Come quello accaduto nel Lazio dove è stato ammesso all’orale un candidato che non ha mai svolto la prova scritta, per non parlare della precaria bocciata e poi contattata dall’Usr per diventare commissario nella stessa selezione o degli errori di abbinamento dei codici in Emilia Romagna, scoperto dai candidati solo il giorno dell’orale, o della triste ammissione dei docenti universitari che reputano il concorso “inadeguato”. Per il sindacato, a cui giungono decine di denunce al giorno, la misura è colma: tutti coloro che hanno riscontrato errori, inesattezze, imprecisioni, mancanza di applicazione della normativa vigente sui concorsi pubblici, possono scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quanto sta accadendo è paradossale, perchè in molti casi le segnalazioni dei bocciati riguardano gli stessi docenti che in passato hanno superato brillantemente i precedenti concorsi o comunque sono stati selezionati dalle Università per lo svolgimento dei corsi abilitanti, con tanto di esami in itinere e per l'attestazione finale. Come si può pensare che i tre quarti di questi precari, tutti già abilitati e risultati idonei all’insegnamento, siano improvvisamente non più all’altezza della situazione?