Intervista al presidente Anief, prof. Marcello Pacifico concorso dirigenti scolastici e supplentite inevitabile senza una ricognizione seria dell'organico di fatto.
12 giugno 2016 - dal minuto 3,55
Intervista al presidente Anief, prof. Marcello Pacifico concorso dirigenti scolastici e supplentite inevitabile senza una ricognizione seria dell'organico di fatto.
12 giugno 2016 - dal minuto 3,55
La decisione, giunta dopo le diffide del sindacato Anief, è stata già resa esecutiva dagli Usr del Veneto e della Toscana, che hanno provveduto a diramare le istruzioni per le proroghe. Si tratta di quei posti rimasti disponibili a causa del differimento, previsto dalla L.107/2015, dell'assegnazione della sede al personale assunto nella Fase B del piano assunzionale che dovevano essere coperti con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno, prevedendone l'eventuale proroga al ricorrere delle condizioni di legge. Pertanto, è compito del Dirigente Scolastico prorogare il contratto. Non si comprende perché rimangano ancora fuori quelli riguardanti i contratti che riguardano il raggruppamento più grande delle assunzioni della riforma. Viene il sospetto che a prevalere sia stata la logica del risparmio, ancora una volta sulla pelle dei precari della scuola.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la norma dice che vale la tipologia di posto. Che quando è vacante, va coperto con la supplenza sino all’ultimo giorno dell’anno scolastico. Al Ministero dell’Istruzione lo sanno bene, visto che il 10 settembre scorso proprio da Viale Trastevere era stato annunciata la proroga sino all’ultimo giorno dell’anno scolastico. Perché siano occorsi dieci mesi per farlo, è incomprensibile. Tra l’altro dimenticando migliaia e migliaia di posti riguardanti la fase C: vorrà dire che per loro ci penserà il tribunale.
"Non bastavano oltre 6mila euro di tagli per il triennio alle spalle: da quest'anno, i dirigenti scolastici delle scuole pubbliche si sono visti sottrarre altri 4.300 euro. E così andrà, nelle intenzioni del Ministero dell'Istruzione, anche per gli anni scolastici futuri. Producendo un danno, in un decennio, che avrà toccato quota 50 mila euro". Lo denuncia l'Anief ricordando che la categoria "già percepisce lo stipendio più basso tra i dirigenti pubblici, la metà rispetto ai colleghi del comparto privato e si appresta a competere per un incentivo di 'ben' 200 euro lordi al mese". "Nella determinazione del Fondo unico nazionale dell'anno in corso, il Miur - spiega il sindacato - non solo ha contabilizzato i tagli effettuati negli anni passati, ma ha applicato un'ulteriore riduzione, 'dimenticando' il conferimento della Ria (Retribuzione individuale di anzianità) dei pensionati degli ultimi quattro anni, operando un taglio di 27.435.394 euro. I tagli retroattivi, poi, non finiscono qui: a distanza di quattro anni, sempre il Miur, ha deciso che bisognava limare anche il Fondo unico nazionale del 2011-2012, per cui sono stati sottratti altri 7.204.189 euro dallo stesso fondo. Il taglio complessivo è, quindi, di ben 34.639.584 euro: se si tiene conto che il Fondo di quest'anno, dopo il conferimento delle risorse permanenti della Buona Scuola, è di 136.113.309 euro, il taglio si aggira sul 25% e, ipotizzando una media di 8mila dirigenti scolastici in servizio, si tratta di una perdita media di circa 4.300 euro l'anno. Va ribadito - sottolinea l'Anief - che questo non è un danno una tantum, ma è un danno permanente: gli effetti, dunque, si sentiranno anche in futuro". "Siamo davanti ad uno scenario che ha dell'incredibile - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - perché a parole si valorizzano i dirigenti scolastici, chiedendo loro con la Buona Scuola più compiti e responsabilità, mentre nei fatti si costringono gli stessi presidi a rivolgersi al giudice del lavoro per recuperare 4.300 euro annui di integrazione permanente dello stipendio e oltre 11mila euro una tantum per gli anni precedenti". "È certo sin d'ora che non staremo a guardare: chi vuole potrà impugnare in tribunale l'inaccettabile danno" conclude l'Anief. (ANSA).
(Teleborsa) - Trovata la quadra sulla mobilità degli insegnanti e del personale della scuola: gli incarichi e le assegnazioni provvisorie si faranno su scuola e non su ambito. Come richiesto da tempo dal sindacato Anief, anche per il prossimo anno scolastico la collocazione di docenti, educatori e personale Ata si attuerà non sugli ambiti territoriali introdotti dalla Buona Scuola, come avrebbe voluto il Miur, ma con le procedure classiche. Ad una buona notizia ne segue però una negativa: i trasferimenti si concluderanno, salvo ulteriori slittamenti, solo il prossimo 13 agosto, ovvero quando saranno resi pubblici i risultati delle domande formulate dai docenti delle superiori.
"Questo significa che le lezioni del prossimo anno scolastico prenderanno il via senza che siano state ancora effettuate le assunzioni, né assegnate le supplenze annuali", rimarca il leader del sindacato Marcello Pacifico, ricordando che le supplenze lo scorso anno sono state oltre 115 mila. "Il Miur ha provato a spostare il tutto al 15 settembre 2016 - aggiunge - ma possiamo dire sin d’ora che nemmeno questa data verrà rispettata per assegnare le tante cattedre prive di titolare. Perché ci sarà pure da gestire la fumosa chiamata diretta. A rimetterci saranno prima di tutto gli studenti. Ma anche tanti precari, che si vedranno negare, dopo luglio e agosto, anche ulteriori periodi di supplenza".
È un successo tutto targato Anief quello che vede l’emanazione da parte del TAR del Lazio di ben due ordinanze (la n. 3251/2016 e la n. 3112/2016) di pieno accoglimento che confermano il diritto alla partecipazione alle prove concorsuali per Insegnanti Tecnico Pratici dei ricorrenti non in possesso di abilitazione all’insegnamento. A costringere il Tribunale Amministrativo a “cedere le armi” di fronte all’evidente diritto dei candidati non abilitati, sono state le precedenti decisioni già ottenute in Consiglio di Stato dai legali Anief che hanno portato “a più miti consigli” proprio quel Tribunale Amministrativo precedentemente sordo all’ammissione con riserva di questa particolare tipologia di docenti. Prospettata, anche, la predisposizione di prove suppletive riservate ai ricorrenti.
Dopo i 6mila euro tagliati per il triennio precedente, con la Buona Scuola d’ora in poi agli 8mila presidi italiani vengono tagliati altri 4.300 euro annui: non bastava lo stipendio più basso tra i dirigenti pubblici, la metà rispetto ai colleghi del comparto privato, e il ridicolo incentivo di 200 euro lordi al mese conferito ad una stretta cerchia di “meritevoli”. In alcune regioni il quadro di perdite potrebbe diventare catastrofico.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): a parole si valorizzano i dirigenti scolastici, chiedendo loro con la Buona Scuola più compiti e responsabilità, mentre nei fatti si costringono gli stessi presidi a rivolgersi al giudice del lavoro per recuperare l’integrazione, il taglio permanente dello stipendio e l’una tantum per gli anni precedenti. Presto, dopo la firma dei contratti regionali o dopo l’emissione degli atti unilaterali, considerato che in parecchie regioni i contratti non verranno firmati, sapremo quanto queste stime erano in difetto. È certo sin d’ora che non staremo a guardare: chi vuole, potrà impugnare in tribunale l’inaccettabile danno.
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