I giudici hanno optato per il riconoscimento integrale dell’anzianità pregressa, mediante la corresponsione delle maggiorazioni dovute agli aumenti stipendiali già riconosciuti ai colleghi insegnanti a tempo indeterminato: con ben sette sentenze ottenute dall’Anief, il Miur è stato condannato per violazione delle norme comunitarie nei confronti dei supplenti cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi negli anni.
IL PARERE DEI GIUDICI: “in assenza di ragioni oggettive di deroga al principio di non discriminazione sussiste il diritto dei ricorrenti alla progressione professionale retributiva, negli stessi termini previsti per il personale di ruolo” ribadendo che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quella emessa dai tribunali piemontesi conferma la bontà della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea, attraverso cui è stato imposto a tuti gli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale già immesso in ruolo. Perché il tempo delle umiliazioni è finito: ora c’è spazio solo per il rispetto del diritto. Anche per i precari della scuola.