In alcune province, soprattutto del Sud, le strutture che devono gestire le documentazioni dei docenti e Ata di ruolo che hanno fatto richiesta motivata per avvicinarsi a casa, lavorano a ritmi molto lenti. Il motivo? Il personale lascia il servizio per la pensione, ma non viene sostituito. E non si fa turn over. Solo che negli ultimi anni, nel comparto scolastico, incombenze lavorative, per via dell’autonomia e dell’aumento del precariato, sono cresciute considerevolmente. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è sempre la stessa solfa, fatta di lavoratori, in questo caso impiegati, che continuano a non essere stabilizzati. Eppure, c’è un grande bisogno di loro, con il vuoto che si viene a determinare sempre più cogente. Se non intervengono i nostri governanti, l’ultima speranza è l’Europa”
Dopo il terzo incontro, i dirigenti Miur e i sindacati maggiori si sono dati appuntamento a martedì 1° ottobre, per definire le ultime cose di un testo che il ministro dell’Istruzione ha intenzione di fare approvare poche ore dopo dal Governo. Solo che il documento si preannuncia lacunoso e insufficiente per rispondere alle richieste legittime di stabilizzazione dei docenti collocati nelle GaE e nelle graduatorie d’Istituto, ad iniziare da quelli che garantiscono il sostegno agli alunni disabili, dei vincitori e idonei inseriti nelle graduatorie di merito dei concorsi, di chi è stato già immesso in ruolo con riserva e ha pure superato l’anno di prova, dei 40 mila precari del personale Ata, dei 600 amministrativi facente funzione Dsga sinora ignorati, oltre che inserire negli organici i maestri delle classi Primavera, gli assistenti alla comunicazione, gli educatori e lsu. Inoltre Anief chiede di far partire subito dei corsi Pas abilitanti con il servizio svolto nella scuola paritaria utile per l'accesso. Ecco perché Anief rilancia l’approvazione di un vero decreto salva-scuola e il suo leader, Marcello Pacifico, ricorda: la supplentite si vince reclutando i docenti dalle attuali graduatorie di merito, ad esaurimento, di istituto su tutti i posti vacanti.
Non temporeggiare, il tuo nuovo percorso di vita comincia con il passo giusto nella nuova direzione. Un corso di studi semplice da seguire, con dei tutor che ti seguono, la possibilità di suddividere come più desideri i materiali didattici. Nessun numero chiuso, niente stress, nessun vincolo orario, lezioni e dispense ed esercitazioni immediatamente disponibili. Eurosofia, E.c.p. (elearning center point) dell’Università telematica Pegaso, propone i nuovi Corsi di Laurea per l'anno accademico 2019/20. Individua il corso più adatto alle tue attitudini e iscriviti subito
Sulla regionalizzazione non si scherza: il no è categorico. Anche il neo ministro dell’Istruzione sostiene che “l’autonomia nella scuola non si fa”. Immediata la reazione stizzita del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, secondo il quale “prima di parlare di no all’autonomia nel settore della scuola, il Ministro Fioramonti si legga la proposta del Veneto. Evidentemente non l’ha ancora fatto”. Gli fa eco il presidente della Lombardia Attilio Fontana, il quale si dice pronto ad una legge regionale per garantire la continuità didattica dei docenti sul territorio. E per farlo torna a parlare delle espressioni in merito della Corte Costituzionale: peccato che siano tutte di tenore negativo.
Marcello Pacifico (Anief): “Sino a prova contraria, la sentenza n. 242/2011 della Corte Costituzionale non ha avallato la regionalizzazione, ma ha palesemente respinto le proposte prodotte dalla provincia autonoma di Trento. Per i giudici, infatti, non si possono accettare inquadramenti contrattuali e stipendi diversificati. Come, di conseguenza, non è possibile avere scuole con offerte formative diversificate. Il resto sono solo slogan. Se poi questi un giorno si dovessero tradurre in leggi dello Stato, anche se non crediamo visto che da questo Governo giungono indicazione opposte, non esiteremo a raccogliere le firme per un referendum abrogativo e a tornare a chiedere l’intervento della Consulta”.
Il concorso per Dsga è ancora in pieno svolgimento, così il Miur cerca di correre ai ripari coprendo i tanti posti liberi attingendo il personale amministrativo, anche precario inserito in terza fascia sempre se in possesso della laurea specialistica in giurisprudenza oppure in scienze politiche sociali e amministrative o in economia e commercio o titoli equipollenti. La possibilità è stata contemplata nell’intesa sottoscritta il 12 settembre scorso dai sindacati con i dirigenti del ministero dell’Istruzione.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Invece di valorizzare coloro che per vent’anni si sono prodigati in un ruolo superiore, pur in cambio di un obolo, non considerando nemmeno il fatto che hanno superato i 36 mesi di servizio, indicati dalla Commissione europea, si è preferito glissare e anche tornare a prevedere l’utilizzo di precari senza esperienza alcuna. È un po’ quello che è accaduto ai docenti con le Mad, ma anche allo stesso personale Ata della scuola, per il quale vi sono ancora 40 mila posti da coprire. Anief si oppone a tutto questo: ha infatti presentato ricorso in tribunale per far partecipare agli scritti del concorso per Dsga i facenti funzione, gli Ata con 5 anni di servizio e chi ha superato la prova pre-selettiva con la sufficienza: l’obiettivo è l’indizione di prove suppletive, dedicate a chi è stato lasciato fuori senza uno straccio di motivo valido”.
È di oggi la notizia: una ds è stata condannata a 8 mesi di reclusione e al risarcimento danni, reputata dunque responsabile, in seguito alla morte di uno studente che cadde da un lucernario. Marcello Pacifico (Udir): Sono troppe le colpe che vengono imputate ai dirigenti scolastici senza che questi possano prevedere o porre argini alle tragedie che colpiscono sempre più scuole in Italia. Possono solo correre ai ripari e non dovrebbe essere così, visto che i ds prestano servizio in una nazione che dovrebbe certamente tutelarli. Come sindacato, affinché le loro attività possano essere salvaguardate, abbiamo predisposto una checklist con richieste di pertinenza del DS
L’ottimismo del nuovo ministro dell’Istruzione sull’approvazione imminente del decreto salva-precari si sta scontrando con le tante esigenze da soddisfare: dopo l’entusiasmo del primo incontro, risultano infatti “ancora distanti le posizioni di Ministero e sindacati sui provvedimenti da adottare per porre fine al precariato e tutelare i docenti”, scrive oggi la stampa specializzata. Anief lo ha detto chiaramente da diverso tempo: bisogna riformare le graduatorie d’Istituto, garantendo il reclutamento attraverso il loro scorrimento. Occorre anche assumere tutti i docenti risultati vincitori e idonei inseriti nelle graduatorie di merito (a iniziare da quelle esaurite), a seguito dei vari concorsi svolti, anche assumendoli in altre regioni dove sono presenti i posti vacanti. Vi sono poi da salvaguardare e confermare nei ruoli coloro che sono stati immessi in ruolo con riserva e hanno pure superato l’anno di prova. Ci sono anche da stabilizzare 40 mila precari del personale Ata e i 600 amministrativi facente funzione Dsga non considerati nella selezione in corso, oltre che inserire negli organici i maestri delle classi Primavera, gli assistenti alla comunicazione, educatori e lsu. Infine, serve approvare un decreto che tuteli gli alunni con disabilità certificata, attraverso la conversione in organico di diritto degli oltre 60 mila posti utilizzati con l’assurdo sistema delle deroghe che li trasforma in supplenze fino al 30 giugno.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.