L’ottimismo del nuovo ministro dell’Istruzione sull’approvazione imminente del decreto salva-precari si sta scontrando con le tante esigenze da soddisfare: dopo l’entusiasmo del primo incontro, risultano infatti “ancora distanti le posizioni di Ministero e sindacati sui provvedimenti da adottare per porre fine al precariato e tutelare i docenti”, scrive oggi la stampa specializzata. Anief lo ha detto chiaramente da diverso tempo: bisogna riformare le graduatorie d’Istituto, garantendo il reclutamento attraverso il loro scorrimento. Occorre anche assumere tutti i docenti risultati vincitori e idonei inseriti nelle graduatorie di merito (a iniziare da quelle esaurite), a seguito dei vari concorsi svolti, anche assumendoli in altre regioni dove sono presenti i posti vacanti. Vi sono poi da salvaguardare e confermare nei ruoli coloro che sono stati immessi in ruolo con riserva e hanno pure superato l’anno di prova. Ci sono anche da stabilizzare 40 mila precari del personale Ata e i 600 amministrativi facente funzione Dsga non considerati nella selezione in corso, oltre che inserire negli organici i maestri delle classi Primavera, gli assistenti alla comunicazione, educatori e lsu. Infine, serve approvare un decreto che tuteli gli alunni con disabilità certificata, attraverso la conversione in organico di diritto degli oltre 60 mila posti utilizzati con l’assurdo sistema delle deroghe che li trasforma in supplenze fino al 30 giugno.
Sulle soluzioni da adottare per assumere i tanti docenti precari della scuola pubblica italiana non c’è ancora chiarezza d’intenti: “non c’è ancora nulla di concreto – spiega oggi la rivista Orizzonte Scuola -: al momento si è discusso solo sul concorso ordinario e straordinario per la secondaria di I e II grado. La misura per lo straordinario dovrebbe essere affidata al Decreto legge mentre tutti gli altri provvedimenti rientrerebbero in un Disegno di legge. Non è ancora dato sapere cosa sia contenuto nel Disegno di legge ma sembra che, rispetto alla formulazione di agosto, manchi la “ciambella di salvataggio” per i diplomati magistrale e il concorso riservato per i facenti funzioni DSGA”.
Il sindacato Anief ritiene che occorra approvare un decreto legge risolutivo, al fine di coprire le attuali 205 mila cattedre libere ed evitare il proliferarsi dell’uso delle Mad, venutesi a determinare proprio per l’accumularsi degli errori attuati dagli ultimi Governi nella gestione del reclutamento scolastico. Questo ha determinato gravi ricadute negative sulla didattica e sull’offerta formativa generale, con tantissime nomine ancora oggi da attuare e la sempre meno perseguita continuità didattica.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Questo modo di procedere – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ha prodotto un accumulo di posti vacanti e di precari inutilizzati. La situazione è palesemente d’emergenza, tanto da finire sotto la lente della Commissione Europea, che lo scorso mese di luglio ha prodotto una lettera di costituzione di messa in mora verso il nostro Paese, per abuso di precariato, rispetto alla quale l’Italia avrebbe dovuto rispondere entro oggi. E se il nostro Paese non sarà convincente scatterà l’ennesima multa che andrà ad incrementare gli oltre 300 milioni di euro già pagati all’UE nell’ultimo periodo”.
“Non c’è tempo da perdere – continua Pacifico – e non ci possiamo più permettere di dare risposte estemporanee a un problema crescente e sempre più complesso, che sta ponendo sempre più problemi al regolare svolgimento dell’anno scolastico. Da sistemare, inoltre, c’è assolutamente la pratica del mancato rispetto dei diritti dei precari, ad iniziare dai mancati scatti stipendiali e dei docenti e Ata neo-assunti, ancora vessati in fase di ricostruzione di carriera e nelle procedure di mobilità. Sono tutte richieste che - conclude il presidente Anief – abbiamo presentato qualche giorno fa, in occasione dell’incontro tenuto al Miur con il ministro dell’Istruzione, attraverso una formale proposta contenuta nel decreto #salvascuola di 25 punti”.
I 25 PUNTI DELL’ANIEF
Secondo Anief i passaggi da attuare sono diversi. Prima di tutto occorre estendere il concorso straordinario bis e i corsi PAS per ogni ordine e grado, inclusa la specializzazione su sostegno, a tutto il personale che abbia svolto non 36 mesi (come vorrebbe fare il nuovo corso del Miur), ma già 24 mesi di servizio nelle varie scuole riconosciute dal sistema nazionale di istruzione, quindi anche paritarie.
Occorre poi aumentare il numero delle 24 mila assunzioni riservate a tutto l’organico su posto vacante, rispetto alle attuali 200 mila supplenze annuali e al termine delle attività didattiche. Quindi, prorogare la validità delle graduatorie di merito ordinarie, superando gli attuali tre anni di “vita”, e consentire l’assunzione, a domanda, anche in altra regione da tutte le graduatorie concorsuali a patto di introdurre una mobilità straordinaria agevolata per consentire il rientro nella regione di appartenenza: su questo punto, il ministro Lorenzo Fioramonti ha già dato una sua prima convinta disponibilità.
Anief chiede anche di estendere il contratto al 30 giugno 2020 per il personale che ha sottoscritto un rapporto di lavoro, anche se con riserva, al 30 giugno 2019; garantire le prove suppletive del vecchio concorso a cattedra 2016 ai laureati ricorrenti esclusi, aumentare i posti di accesso agli attuali corsi universitari sul TFA sostegno, in considerazione della giurisprudenza attuale, e bandire concorsi regolari aperti sempre al personale laureato; adeguare tutto l’organico di fatto all’organico di diritto, specialmente su posti di sostegno in deroga ottemperando alle richieste delle scuole, nel rispetto della giurisprudenza attuale.
Sarà quindi indispensabile, come già fatto nel 2008 e nel 2012, riaprire annualmente le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale abilitato, ivi inclusi i diplomati magistrali, AFAM, ITP. Ma la vera rivoluzione che combatterebbe la supplentite coprendo i posti in organico, specie su sostegno dove vi sono 30 mila docenti specializzati, in caso di esaurimento delle graduatorie, sarebbe l’estensione del doppio canale di reclutamento a graduatorie di istituto provinciali, anch’esse aggiornabili annualmente al personale laureato. Come sarebbe corretto e giusto confermare nei ruoli o riassumere il personale assunto con riserva e licenziato da graduatorie ad esaurimento, nel caso di superamento dell’anno di prova.
Il sindacato chiede infine di garantire l’immissione in ruolo su tutti i posti effettivamente vacanti e disponibili, inclusi quelli liberatisi a seguito dell’adesione all’anticipo pensionistico ‘Quota 100’, con nomine giuridiche dal primo settembre 2019, e prevedere, infine, dal prossimo anno scolastico la realizzazione di nomine dei supplenti annuali o al termine delle attività didattiche entro il 31 agosto di ogni anno, con anticipo delle operazioni di immissioni in ruolo e di mobilità del personale di ruolo.
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