Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, dichiara che “se in una provincia non ci sono posti, occorre spostarsi”, perché “la mobilità è un fenomeno ineliminabile”. Replica del sindacato: nei concorsi pubblici della scuola è il candidato che sceglie la provincia o la regione dove concorrere: se non ci sono posti, attende che si liberino. È un vero ricatto, che viola le regole di accesso al pubblico impiego. Che si somma ad altre regole ingiuste sempre a danno dei neo-assunti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è dal 1200 che i maestri e i docenti non devono più spostarsi centinaia di chilometri, per insegnare. Perché non è la stessa cosa trasferirsi volontariamente da Sud a Nord oppure essere obbligati: magari a 50 e più anni di età, con situazioni personali o familiari difficoltose. Mettere questi insegnanti davanti al fatto compiuto, scegli questa provincia o sei espulso dalle graduatorie, è un atto di forza. Basta coi commenti sarcastici o denigratori, gli attuali precari meritano parole di lode e parità di diritti.