Con l’inizio dell’estate si dovrebbe procedere allo svolgimento della prova pre-selettiva, successivamente allo scritto, all’orale e ai quattro mesi di corso, d’ora in poi gestito dal Miur e riservato a coloro che verranno reputati idonei. Tutti i pareri, vincolanti e non, sono cosa fatta o in via di definizione. Intanto, l’anno prossimo, considerando l’attuale situazione e i pensionamenti, le reggenze sfioreranno proprio quota 2mila. Visto che i vincitori verranno spalmati per il successivo triennio e la quota eccedente di idonei, i 2mila posti sono il minimo che l’amministrazione possa prevedere. Ci sono novità nel nuovo regolamento, ma non quella che avrebbe dovuto permettere l’accesso al concorso dei docenti precari già abilitati. Eppure, precise norme ordinarie e costituzionali, giudicano illegittima tale esclusione: pertanto, Anief ha deciso di ricorrere per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio svolto nelle scuole pubbliche o paritarie.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): il disastro accaduto nel corso di quest’anno, con una scuola italiana su tre costretta ad avere il dirigente scolastico in ‘condominio’ con altri istituti, non è servito a nulla. Alla fine, i soliti immancabili intoppi legislativi hanno rimandato l’approvazione del bando. Ora ci siamo, ma nel nuovo regolamento del concorso non è stato sistemato tutto: l’apertura ai precari storici avrebbe fatto bene pure a ridurre l’età media dei nostri presidi. Noi, però, non ci stiamo: invitiamo i diretti interessati a non demordere e a intraprendere l’ennesima battaglia legale durante la quale faremo valere le nostre ragioni.