Il Ministro dell’Istruzione: non è un male assoluto avere un trasferimento per una fase della vita o della carriera in un'altra parte del Paese. Ciò che è importante è che quest’ultimo diventi un processo governato e governabile e non sia frutto di obbligatorietà: comunque sia, gli spostamenti rappresentano un "dato strutturale della scuola italiana".
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sarebbe bastato ripristinare l'apertura annuale delle Graduatorie ad esaurimento e d'Istituto. Tutti sanno, invece, che i tempi si sono addirittura estesi, nonché mutati in quattro se non cinque anni, anziché tre. Ciò avrebbe permesso, infatti, di andare a coprire i posti liberi anziché lasciare tanti precari, rigorosamente in fila nella stessa provincia in cui scarseggiano persino i posti e, pertanto, impedendo loro di spostarsi. Tale possibilità, fornita a ridosso dei trasferimenti e delle assegnazioni provvisorie, permetterebbe di fare incontrare la domanda (i posti effettivamente vacanti) con l'offerta (i docenti disposti volontariamente ad andare a ricoprirli), senza attendere ‘secoli’ prima che si esaurisca una graduatoria e, così, consentire l'inserimento in fascia aggiuntiva alle GaE di tutti gli abilitati e, in terza fascia d’istituto, dei non abilitati. Tra il 2002 e il 2004 questo sistema ha funzionato ma anziché ripercorrere quella strada si è preferito cambiare: il turn over, le assunzioni al lumicino e la riforma delle pensioni hanno fatto il resto.