Premesso che sulle norme definite nella serata del 31 gennaio pesa il mancato accordo sulla chiamata diretta, che potrebbe rimettere tutto in discussione, per Anief non è stato disposto un concreto adeguamento dell'accordo con le disposizioni normative di rango primario, andando così a ledere i diritti di chi ha svolto servizio pre-ruolo o nelle paritarie. Eppure al Miur conoscono queste gravi mancanze, a seguito delle sentenze emesse dai tribunali, con i giudici che hanno deciso di riformulare i trasferimenti nel rispetto della normativa nazionale e transnazionale, oltre che del principio del merito sul lavoro.
I punti oscuri del contratto sulla mobilità 2017/18 sono molti: si va dalla mancata considerazione del servizio pre-ruolo per il computo del quinquennio di permanenza sul sostegno, alla mancata valorizzazione completa della validità del periodo pre-ruolo (nella mobilità d'ufficio e nelle graduatorie interne d'istituto), dall’ancora scarsa trasparenza dell’algoritmo ministeriale, sino alla negata precedenza assoluta per i dipendenti con disabilità o che si occupano di familiari bisognosi d’assistenza.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): questa intesa sulla mobilità continua a non rispettare la normativa europea, poiché nega il giusto riconoscimento al servizio svolto durante il precariato, anche ai fini dell'assolvimento del vincolo sul sostegno. Infatti, già lo schema di decreto legislativo sulle ‘norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità’ approvato il 14 gennaio in Consiglio dei Ministri e ora al vaglio delle commissioni parlamentari, ci ha dato ragione. Avevamo auspicato la sottoscrizione di un contratto che avesse tenuto conto, nell’assegnazione del personale alle sedi, di tutti i periodi di servizio, a iniziare dalle supplenze e passando per le paritarie. Ciò vuol dire che la stagione dei ricorsi non è ancora finita.
L'Anief ottiene in tribunale una nuova sentenza che conferma il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo 2015/2016. Il giovane sindacato ritiene necessario riaprire le GaE per tutti gli abilitati.
Ancora una sentenza favorevole, che ristabilisce il diritto e la legalità, ottenuta dai legali Anief in merito alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo stabilito dalla Legge 107/2015 dei docenti in possesso di diploma magistrale abilitante destinatari di favorevole sentenza del Consiglio di Stato. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Marco Fusari ottengono piena ragione in favore di una nostra iscritta presso il Tribunale del Lavoro di Monza, con una sentenza esemplare che condanna il MIUR per l'illegittima esclusione della ricorrente dalla possibilità di partecipare alle immissioni in ruolo della cosiddetta Fase C del piano assunzionale, con conseguente declaratoria del diritto della docente alla stipula di contratto di lavoro a tempo indeterminato con decorrenza dal 1° settembre 2015 e condanna del Ministero dell'istruzione al pagamento di 3.000 Euro di spese legali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo soddisfatti, abbiamo ottenuto una sentenza che impone nuovamente al MIUR il rispetto del giudicato e dei diritti dei lavoratori della scuola e confermiamo il nostro impegno nella tutela di tutti quei docenti illegittimamente esclusi dalla possibilità di accedere alle Graduatorie a Esaurimento e all'immissione in ruolo. Per questo ci stiamo battendo e continueremo a batterci in tutte le sedi opportune per ottenere la riapertura delle GaE.
Lo schema di decreto sul riordino del reclutamento dei docenti per il prossimo triennio esclude l’assunzione dei precari abilitati, ignorati dal piano straordinario di assunzioni, e di chi ha partecipato all’ultimo concorso a cattedra. Nessuna soluzione per i laureati che potevano misurare il loro merito e non possono conseguire l’abilitazione. Inoltre, i futuri tirocinanti lavoreranno senza aver riconosciuta la loro professionalità. Non si può prevedere una fase transitoria, senza tener conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non si può prevedere una fase transitoria per il reclutamento senza tener conto di quanto accade nelle scuole per garantire la continuità didattica. È impensabile continuare a tenere fuori la porta, praticamente nello stato di precari a vita, i tanti docenti che oggi garantiscono la regolarità delle lezioni nelle nostre scuole. Vale la pena ricordare che tra i 100mila docenti precari, che oggi ancora sottoscrivono una supplenza annuale o fino al termine delle lezioni, ben l’80% sono supplenti iscritti nelle graduatorie d’istituto: tutti insegnanti abilitati con lo stesso percorso e con le medesime modalità di chi li ha preceduti attraverso le Ssis fino al 2011. Ecco perché il sindacato continua a chiedere la tutela di chi lavora nelle scuole, nelle aule dei tribunali come al Parlamento.
Sindacato annuncia: al via ricorsi in tutta Italia.
Roma, 29 gen. (askanews) - "La quarta fascia delle Graduatorie a esaurimento per i docenti abilitati non si doveva fare: dopo che a dirlo era stato il Tar del Lazio, con una la prima sentenza emessa nei giorni scorsi, a dichiararne l'illegittimità è ora anche il Tribunale del Lavoro di Trani, il quale ha accolto senza riserve la richiesta di un docente abilitato, inserito dal Miur in tale fascia artificiosa: per il giudice, l'insegnante andava collocato nella terza fascia già dalla data di prima pubblicazione delle graduatorie del 2014 e in base all'effettivo punteggio posseduto". Lo afferma il sindacato Anief che annuncia l'avvio di ricorsi in tutta Italia per ottenere il recupero del ruolo o della supplenza mancata a causa dell'inserimento in quarta Fascia. Nella sentenza, il giudice spiega che il decreto ministeriale 235/2014 è illegittimo perché viola il principio fondamentale del rispetto del merito nelle Graduatorie ad esaurimento. Ne consegue - sottolinea l"Anief - che l'aggiornamento delle GaE di tre anni fa, utile per il triennio 2014/2017, doveva prevedere che i docenti collocati in quarta Fascia avrebbero avuto diritto a essere correttamente inseriti nella fascia precedente. Difatti, una volta acquisito il requisito di ammissione nelle Graduatorie d'interesse, come già confermato dal TAR del Lazio, "l'unico criterio di graduazione - riporta la sentenza - è quello che discende dalla valutazione dei titoli al fine di individuare i più capaci e meritevoli, non essendo il momento di conseguimento dei requisiti di ammissione utile a individuare i soggetti più capaci e meritevoli". Il Tribunale del Lavoro di Trani si è espresso sulla stessa lunghezza d'onda, ricordando anche la sentenza della Corte Costituzionale n. 41/2011 ottenuta dall'Anief, ribadisce che "un'interpretazione come quella fornita e applicata dal ministero si pone in netto contrasto col principio meritocratico affermato dalla Consulta e non può che essere ritenuto incostituzionale per violazione dell'art. 3 della Carta". Pertanto, osserva Anief, la "collocazione in quarta fascia risulta a tutti gli effetti un atto autoritativo senza rispetto per i canoni costituzionali". "L'illegittimità della collocazione in quarta Fascia - spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal - era palese e noi l'abbiamo denunciata sin dalla sua creazione. Il Miur non poteva distinguere le Graduatorie a esaurimento e porre in posizione deteriore, la cosiddetta 'fascia aggiuntiva', docenti aventi maggior punteggio rispetto ad altri che, pur con un punteggio inferiore, sono stati collocati in terza fascia. Abbiamo fatto notare all'amministrazione che i precetti costituzionali non possono essere aggirati. Ma non siamo stati ascoltati. Ora, procederemo con specifici ricorsi, per ristabilire la legalità attraverso il tribunale: i docenti collocati in quella fascia hanno diritto all'immissione in ruolo retroattiva in base al merito. Un motivo in più - conclude Pacifico - per aggiornare le GaE sin da subito, assieme alle graduatorie d'istituto, anziché attendere un altro anno".
L’attuale schema, in questi giorni all’esame delle commissioni parlamentari, diminuisce infatti ulteriormente l’indennità fissa di sede (-38% dal 2014 per docenti superiori), penalizza il rientro in Italia (no al super-punteggio e sì ad ambiti territoriali), cancella le supplenze (ore aggiuntive obbligatorie per chi è in servizio), svilisce la dirigenza (lontana dall’ISE dei diplomatici), mortifica le reggenze (nessun esonero o indennità), introduce un tetto all’organico di sostegno (10 unità). Per il sindacato è un’operazione inconcepibile proseguire coi tagli ai corsi e alle docenze all’estero avviati durante il Governo Monti, che ha già ridotto il numero di corsi e di docenti in servizio fuori Italia, penalizzando la domanda e l’allargamento dell’identità culturale italiana nel mondo. Inoltre, solo nel 2015 un docente di scuola superiore, a seguito delle operazioni di spending review, ha perso il 12% di indennità di sede. Ora, con la proposta di riforma, si aggiungerebbe un’ulteriore perdita netta del 26%. Svariate le proposte di modifica presentate dal sindacato all’Atto n. 383.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non possiamo permettere che come ‘ringraziamento’ al servizio prestato dai precari nell’ultimo quinquennio si proceda alla loro cancellazione. Così come sono inaccettabili le probabili riduzioni di organici e gli spezzoni di ore. I problemi del precariato si risolvono invece riconoscendone dignità e parità di trattamento, alla luce anche delle ultime sentenze della Cassazione che equiparano il servizio pre-ruolo a quello di ruolo. Lo stesso vale per l’indennità tabellare, senza per forza rivolgersi a professionalità esterne non abilitate in Italia per le stesse materie. Se passa le delega, piuttosto che scegliere la sede e aver riconosciuto un super-punteggio, il personale si ritroverà suo malgrado nella ‘bolgia’ degli ambiti territoriali. Inoltre i nostri governanti sembrano non sapere affatto che ‘reggere’ una scuola all’estero, in assenza di un dirigente scolastico, non può prescindere dall’esonero dall’insegnamento e da un trattamento economico adeguato.
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