I giudici rigettano l’appello della Provincia autonoma trentina, confermando il diritto alla progressione economica dei supplenti, precisando inoltre che da tali somme non vanno sottratte gli stipendi estivi. Diversi gli effetti a favore del personale precario: si va dai rimborsi annuali a partire dal 1.500 euro a lavoratore, al nuovo inquadramento dello stipendio iniziale per tutti coloro che stipulano nuovi contratti a tempo determinato con l’amministrazione. Trova conferma, dunque, l’applicazione a tutti i livelli statali della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, la quale ha imposto agli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale di ruolo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): i tempi sono sempre più maturi, a questo punto, per ottenere non solo gli stipendi adeguati, ma anche l’immissione in ruolo del personale.